Un sentito GRAZIE al quotidiano "La Provincia" e alla giornalista Paola Trinca Tornidor.
venerdì 9 dicembre 2016
venerdì 2 dicembre 2016
VareseReport e il sequel de "I Delitti di Varese"
Di seguito il link all'articolo di VareseReport sulla prossima uscita del sequel de "I Delitti di Varese", con protagonista Elena Macchi.
Un sentito grazie al direttore di VareseReport.
Per visualizzare l'articolo, cliccare qui.
Un sentito grazie al direttore di VareseReport.
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sabato 19 novembre 2016
IL GIORNO
Grazie a Gian Marco Walch de IL GIORNO.
Articolo di sabato 19 Novembre 2016, nella rubrica IL CARTELLONE a pag. 37.
sabato 22 ottobre 2016
Quando una libreria chiude... Dedicato a Cristina, Luca e Luisa
La
porta di ingresso era pesante. La scrittrice spinse con forza per poterla
aprire. Un lieve dislivello del pavimento introduceva nel locale. La prima
impressione che la donna ebbe entrando fu di calore, un calore generato non
solo dal legno del parquet e degli scaffali. C'era qualcosa di più. Si sentì
avvolgere da una piacevole sensazione di tepore, come se una coperta calda le
fosse scivolata all'improvviso sulle spalle. Si guardò attorno. Non ci volle
molto perché comprendesse che quel calore proveniva dal sorriso di tre persone.
C'erano un uomo e due donne che si occupavano dei clienti presenti nel locale
con un'attenzione e una cura che non poté definire diversamente se non
amorevole. I tre riservavano a ognuno la stessa attenzione. Uno di loro era
dietro il bancone della cassa e stava impacchettando un libro per una signora dall'aria
distinta.
La scrittrice annusò l'intenso profumo della carta che pervadeva l'ambiente.
Luisa, una delle responsabili del negozio, non appena ebbe servito la cliente che le si era affidata per un consiglio sull'acquisto di un romanzo, le si fece incontro sfoderando il suo miglior sorriso.
<<Ma che piacere!>>, esclamò, baciandola sulla guancia. <<E' da un po' che non ci vediamo. Cosa ci fai da queste parti?>>.
La scrittrice ricambiò il saluto con lo stesso entusiasmo. <<Volevo informarvi che sta per essere distribuito nelle librerie il noir che ho appena pubblicato con i Fratelli Frilli>>.
<<Ma dai, non ci credo! Complimenti!>>. Il viso di Luisa si illuminò. <<Ragazza, hai fatto il colpaccio: Frilli. Non si scherza, eh? Chissà come sarai contenta? Pensa come sarebbe orgoglioso tuo padre!>>.
La scrittrice abbassò gli occhi la frazione di un secondo, al pensiero che lui non fosse lì a condividere quella gioia con lei.
<<Allora, quando arriverà?>>.
<<Il mio editore ha detto che è questione di giorni. Intanto vi ho portato la locandina, se volete esporla>>.
Luisa srotolò il foglio e lo aprì in tutta la sua grandezza. Lesse ad alta voce: <<I delitti di Varese>>. Fece un'espressione compiaciuta. <Bella copertina!>>, esclamò osservando il campanile del Bernascone sullo sfondo. <<Sono proprio curiosa di leggerlo>>.
Nel frattempo, anche gli altri due responsabili del negozio, Cristina e Luca, si erano liberati e si erano avvicinati alle due donne che conversavano piacevolmente, commentando la locandina.
La scrittrice annusò l'intenso profumo della carta che pervadeva l'ambiente.
Luisa, una delle responsabili del negozio, non appena ebbe servito la cliente che le si era affidata per un consiglio sull'acquisto di un romanzo, le si fece incontro sfoderando il suo miglior sorriso.
<<Ma che piacere!>>, esclamò, baciandola sulla guancia. <<E' da un po' che non ci vediamo. Cosa ci fai da queste parti?>>.
La scrittrice ricambiò il saluto con lo stesso entusiasmo. <<Volevo informarvi che sta per essere distribuito nelle librerie il noir che ho appena pubblicato con i Fratelli Frilli>>.
<<Ma dai, non ci credo! Complimenti!>>. Il viso di Luisa si illuminò. <<Ragazza, hai fatto il colpaccio: Frilli. Non si scherza, eh? Chissà come sarai contenta? Pensa come sarebbe orgoglioso tuo padre!>>.
La scrittrice abbassò gli occhi la frazione di un secondo, al pensiero che lui non fosse lì a condividere quella gioia con lei.
<<Allora, quando arriverà?>>.
<<Il mio editore ha detto che è questione di giorni. Intanto vi ho portato la locandina, se volete esporla>>.
Luisa srotolò il foglio e lo aprì in tutta la sua grandezza. Lesse ad alta voce: <<I delitti di Varese>>. Fece un'espressione compiaciuta. <Bella copertina!>>, esclamò osservando il campanile del Bernascone sullo sfondo. <<Sono proprio curiosa di leggerlo>>.
Nel frattempo, anche gli altri due responsabili del negozio, Cristina e Luca, si erano liberati e si erano avvicinati alle due donne che conversavano piacevolmente, commentando la locandina.
Una settimana dopo...
La
scrittrice si stava rilassando sul lettino sotto il caldo sole della Sardegna,
quando il cellulare, riparato sotto l'asciugamano, prese a vibrare, avvisandola dell'arrivo di un whatsapp: era di
suo figlio. Strano ricevere un suo messaggio a un'ora così insolita.
Generalmente si sentivano verso sera. Chissà che cosa doveva comunicarle. Non
c'era che da leggere per scoprirlo. Quello che comparve sotto i suoi occhi le
fece esplodere il cuore dall'emozione.
"Mamma, sono in Corso Matteotti. C'è un poster gigante della copertina del tuo libro nella vetrina della Libreria del Corso e una pagina scritta a mano su un cartellone appoggiato sopra un tavolo. La vetrina è piena dei tuoi libri! Tutta la gente che ci passa davanti si ferma a leggere".
Si sentì travolgere da un'emozione incontenibile.
Un istante dopo, allegate al messaggio, alcune foto.
Non riusciva a crederci nemmeno lei. Il sogno di una vita si era avverato.
"Mamma, sono in Corso Matteotti. C'è un poster gigante della copertina del tuo libro nella vetrina della Libreria del Corso e una pagina scritta a mano su un cartellone appoggiato sopra un tavolo. La vetrina è piena dei tuoi libri! Tutta la gente che ci passa davanti si ferma a leggere".
Si sentì travolgere da un'emozione incontenibile.
Un istante dopo, allegate al messaggio, alcune foto.
Non riusciva a crederci nemmeno lei. Il sogno di una vita si era avverato.
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la pagina trascritta a mano in vetrina |
Grazie, Cristina, Luca e Luisa. Grazie per l'affetto, la cura e l'attenzione che mi avete prestato, grazie per avere creduto nel mio lavoro, grazie per le persone che siete.
Mancherete non solo a me e a tutti gli scrittori di Varese ma a tutti i lettori e alla gente.
"Ci vediamo davanti alla Libreria del Corso". Non lo sentiremo dire più.
Un caloroso abbraccio. Buona fortuna, ragazzi!
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il poster della copertina in vetrina |
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La vetrina della Libreria del Corso |
sabato 15 ottobre 2016
L'intervista di Adriana Rezzonico per GialloeCucina
Ed ecco pubblicata su GialloeCucina l'intervista di Adriana Rezzonico, avvenuta nella splendida cornice di Villa Toeplitz. Insieme abbiamo piacevolmente parlato di libri (i miei in primis) e di come nasca l'idea di scrivere una storia.
Come nascono i tuoi libri?
Tu sei insegnante, quanto ha influito il tuo lavoro?
Chi è Elena?
Dimmi 3 pregi e 3 difetti di te.
Vuoi spiegare ai lettori qualcosa sul tuo prossimo lavoro anche se non
ancora finito?
E ora come vuole la tradizione mi devi dare gentilmente una citazione
preferita e una ricetta per i nostri lettori.
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da sinistra: la giornalista Adriana Rezzonico e la scrittrice Laura Veroni |
Vi incuriosiscono le risposte? Cliccate QUI!
Un sentito Grazie alla redazione giornalistica
mercoledì 12 ottobre 2016
INCONTRO CON GHERARDO COLOMBO
Gherardo
Colombo fa il suo ingresso in un'Aula Magna gremita di ragazzi, studenti tra i
tredici e i sedici anni. Si presenta da subito come una persona semplice. E' a
proprio agio in mezzo a noi, come fosse abituato a rapportarsi con gli
adolescenti. Inforca il microfono che dall'orecchio arriva di fianco alla
bocca- quell'aggeggio che lui definisce un coleottero o qualcosa di simile - e
comincia a passeggiare nello spazio antistante alla platea con disinvoltura. Il
silenzio cala tra il pubblico. Saluta e, inaspettatamente, esordisce
domandando: <<Ci diamo del lei
o del tu?>>. I ragazzi si
scambiano occhiate divertite. Nessuno risponde. L'ex magistrato ripropone la
domanda: <<Del lei o del tu? Decidiamolo, è importante>>. Si
avvicina a un ragazzino della prima fila e gli chiede quale sia la sua
preferenza. <<Del lei>>, risponde quello. La platea concorda
all'unanimità. Chi si permetterebbe mai di dare del tu a un personaggio di tale
calibro? Ed ecco che Gherardo Colombo ci sorprende, rivolgendosi a ognuno di
noi dandoci del lei. Spiega che è questione di rispetto reciproco. Se avessimo
optato per il tu, ci saremmo rivolti a lui nello stesso modo, perché - spiega -
è questione di uguaglianza sancita dalla Costituzione, secondo la quale tutti
gli uomini sono uguali senza distinzione di razza, sesso, religione, credo
politico... (Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali).
E' così che l'ex magistrato comincia il suo dialogo con gli studenti, dialogo che
ha per tema il diritto all'ascolto.
Titolo dell'incontro è: il giusto peso:
il parere dei ragazzi è ascoltato
davvero? Partecipano alcuni alunni, in rappresentanza di diverse scuole.
Per la Vidoletti sono state
selezionate due terze: la 3^C e la 3^E. Una ventina di ragazzi in totale.
Gherardo Colombo appare da subito una persona alla mano. Si esprime in modo semplice, non fa sfoggio di cultura forense. Vuole arrivare dritto ai cuori e alle menti dei nostri giovani alunni. E ci riesce. Comincia col fare domande inerenti le regole: <<E' possibile vivere senza regole?>>. Naturalmente la maggior parte dei ragazzi sostiene di sì, ma Colombo si appresta a dimostrare come non lo sia, portando gli studenti a riflettere sulle cose che li interessano da vicino. Pone sempre interrogativi: <<Puoi giocare alla play station senza regole?>>. <<Sì>>, risponde il suo diretto interlocutore. <<E come fai? Se giochi a FIFA, per esempio, come fai a calciare la palla, se schiacci il tasto sbagliato? Quali tasti devi premere? Oppure premi a caso? Come hai imparato a giocare? Ti ha insegnato qualche tuo amico?>>. <<Ho letto il libretto delle istruzioni>>, risponde il ragazzo. <<E le istruzioni non sono forse un insieme di regole?>>. Dalla Play Station alla realizzazione di una torta: <<Se non doso gli ingredienti nel modo giusto e non utilizzo quelli indicati nella ricetta, non cucinerò mai quel tipo di torta. Ma che cos'è la ricetta, se non una serie di regole?>>.
I ragazzi sembrano convincersi della bontà delle spiegazioni dell'ex magistrato.
Gherardo Colombo infila una serie di battute divertenti, smontando false argomentazioni di alcuni. Le risate si diffondono per la sala.
Stabilito che le regole sono importanti e necessarie per vivere, Colombo passa ad affrontare un altro argomento importante: la libertà. Il discorso scivola inevitabilmente sul collegamento con l'uguaglianza, con cui ha esordito, e di pari passo con la Rivoluzione Francese. Colombo è abilissimo a collegare tra loro i temi che fanno parte dell'incontro: uguaglianza, libertà, rispetto, regole, diritti e doveri. E tra i diritti, quello all'ASCOLTO. Chiede ai ragazzi se gli adulti li ascoltino davvero. Molti rispondono di no. L'ex magistrato è d'accordo con loro: spesso gli adulti sentono i ragazzi, ma non li ascoltano sul serio, perché - spiega - c'è una grande differenza tra il sentire e l'ascoltare. <<E a scuola, gli insegnanti vi ascoltano?>>, domanda. <<Sì>>, risponde uno, <<quando ci interrogano>>. Risata generale.
Gherardo Colombo domanda che cosa ne pensino della Rivoluzione Francese, chiede se sia servita a qualcosa nella storia, se abbia conseguito gli obiettivi tanto declamati di uguaglianza, libertà, fraternità. A che costo, inoltre? Quante vite distrutte, quante persone uccise? Migliaia. E' questa la libertà? E poi si è arrivati a regimi duri che hanno nuovamente rimosso le libertà acquisite.
<<Avete mai provato a dire ai vostri insegnanti quello che pensate veramente sugli argomenti di studio? Lo avete fatto, quando vi siete trovati in disaccordo con la storia? No? Perché? Perché avreste preso quattro?>>. Invita i ragazzi a trovare il coraggio di esprimere le proprie idee anche se queste dissentono dal dogma dei libri di testo. Li invita anche a non accontentarsi di spiegazioni da parte degli adulti che recitino: è così perché è così. Che significa? <<Se nessuno avesse lottato per sostenere le proprie idee, le donne sarebbero ancora prive del diritto di voto>>, dice. <<Perché le donne non possono votare? Boh, perché non lo hanno mai fatto, perché è sempre stato così, sin dai tempi dei greci e dei romani. La donna non godeva di alcuna considerazione nella società. Se fossimo fermi all'idea che è sempre stato così, non ci sarebbe stato progresso nella storia dell'umanità>>.
La platea è incantata.
Colombo passa quindi a parlare del bene e del male, di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, della differenza tra volere e dovere. <<Che bello>>, dice <<se potessimo affermare che ci piace rispettare le regole, che ci piace studiare ecc...>>. Si aggancia all'importanza della cultura che è ciò che ci rende veramente liberi, capaci di ragionare con la nostra testa, di affrontare e risolvere i problemi, senza doverci appoggiare agli altri e che ci rende, perciò, indipendenti. <<Ecco, perché è importante studiare e andare a scuola>>.
Poi inizia a parlare di se stesso, di come, a poco a poco, abbia preso consapevolezza di quanto non fosse giusto condannare alla reclusione chi aveva commesso un reato, perché le persone sono tutte uguali, buone e cattive. Parla della pena di morte ancora in vigore in alcuni paesi, delle discrepanze tra le leggi da un paese all'altro. Fa l'esempio delle donne che vengono lapidate nei paesi islamici se tradiscono il marito, mentre in altri paesi questo non avviene.
Una ragazza chiede che cosa ne pensi della legittima difesa. <<Se un ladro si introduce in casa mia e ruba, lo posso uccidere?>>. Da ex magistrato, Colombo recita alcuni articoli del codice penale e spiega come la pena debba essere proporzionata alla colpa. Poi affronta il tema del bene e del male, di come non sia corretto rispondere al male col male. Non trova giusto "mettere in gabbia" e privare della libertà nemmeno chi delinque: meglio un programma di recupero. <<Ho condannato troppe persone al carcere>>, dice, <<e a un certo punto non ce l'ho fatta più>>.
<<Ha mai avuto paura lei nella sua carriera?>>, gli domanda un ragazzo.
<<Una volta sola>>, risponde, <<quando nel 1977 è stato ucciso un mio amico magistrato>>. E racconta la storia di Guido Galli. Ci dice di avere vissuto con la scorta per ben vent'anni e racconta di avere abbandonato, a un certo punto, la magistratura, di avere rassegnato le dimissioni, perché non sopportava più di vivere in quel modo. Oggi, Gherardo Colombo è il Presidente della Garzanti Libri ed è un uomo libero di muoversi in metropolitana, in tram, a piedi, di mescolarsi tra la gente, come una persona qualunque.
Che, poi, tanto qualunque non è.
Torniamo a casa più ricchi, dopo questo incontro. Domani i nostri ragazzi avranno il compito di raccontare ai compagni quello che hanno imparato da questa lezione alternativa, che è stata anche una grande lezione di vita.
Gherardo Colombo appare da subito una persona alla mano. Si esprime in modo semplice, non fa sfoggio di cultura forense. Vuole arrivare dritto ai cuori e alle menti dei nostri giovani alunni. E ci riesce. Comincia col fare domande inerenti le regole: <<E' possibile vivere senza regole?>>. Naturalmente la maggior parte dei ragazzi sostiene di sì, ma Colombo si appresta a dimostrare come non lo sia, portando gli studenti a riflettere sulle cose che li interessano da vicino. Pone sempre interrogativi: <<Puoi giocare alla play station senza regole?>>. <<Sì>>, risponde il suo diretto interlocutore. <<E come fai? Se giochi a FIFA, per esempio, come fai a calciare la palla, se schiacci il tasto sbagliato? Quali tasti devi premere? Oppure premi a caso? Come hai imparato a giocare? Ti ha insegnato qualche tuo amico?>>. <<Ho letto il libretto delle istruzioni>>, risponde il ragazzo. <<E le istruzioni non sono forse un insieme di regole?>>. Dalla Play Station alla realizzazione di una torta: <<Se non doso gli ingredienti nel modo giusto e non utilizzo quelli indicati nella ricetta, non cucinerò mai quel tipo di torta. Ma che cos'è la ricetta, se non una serie di regole?>>.
I ragazzi sembrano convincersi della bontà delle spiegazioni dell'ex magistrato.
Gherardo Colombo infila una serie di battute divertenti, smontando false argomentazioni di alcuni. Le risate si diffondono per la sala.
Stabilito che le regole sono importanti e necessarie per vivere, Colombo passa ad affrontare un altro argomento importante: la libertà. Il discorso scivola inevitabilmente sul collegamento con l'uguaglianza, con cui ha esordito, e di pari passo con la Rivoluzione Francese. Colombo è abilissimo a collegare tra loro i temi che fanno parte dell'incontro: uguaglianza, libertà, rispetto, regole, diritti e doveri. E tra i diritti, quello all'ASCOLTO. Chiede ai ragazzi se gli adulti li ascoltino davvero. Molti rispondono di no. L'ex magistrato è d'accordo con loro: spesso gli adulti sentono i ragazzi, ma non li ascoltano sul serio, perché - spiega - c'è una grande differenza tra il sentire e l'ascoltare. <<E a scuola, gli insegnanti vi ascoltano?>>, domanda. <<Sì>>, risponde uno, <<quando ci interrogano>>. Risata generale.
Gherardo Colombo domanda che cosa ne pensino della Rivoluzione Francese, chiede se sia servita a qualcosa nella storia, se abbia conseguito gli obiettivi tanto declamati di uguaglianza, libertà, fraternità. A che costo, inoltre? Quante vite distrutte, quante persone uccise? Migliaia. E' questa la libertà? E poi si è arrivati a regimi duri che hanno nuovamente rimosso le libertà acquisite.
<<Avete mai provato a dire ai vostri insegnanti quello che pensate veramente sugli argomenti di studio? Lo avete fatto, quando vi siete trovati in disaccordo con la storia? No? Perché? Perché avreste preso quattro?>>. Invita i ragazzi a trovare il coraggio di esprimere le proprie idee anche se queste dissentono dal dogma dei libri di testo. Li invita anche a non accontentarsi di spiegazioni da parte degli adulti che recitino: è così perché è così. Che significa? <<Se nessuno avesse lottato per sostenere le proprie idee, le donne sarebbero ancora prive del diritto di voto>>, dice. <<Perché le donne non possono votare? Boh, perché non lo hanno mai fatto, perché è sempre stato così, sin dai tempi dei greci e dei romani. La donna non godeva di alcuna considerazione nella società. Se fossimo fermi all'idea che è sempre stato così, non ci sarebbe stato progresso nella storia dell'umanità>>.
La platea è incantata.
Colombo passa quindi a parlare del bene e del male, di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, della differenza tra volere e dovere. <<Che bello>>, dice <<se potessimo affermare che ci piace rispettare le regole, che ci piace studiare ecc...>>. Si aggancia all'importanza della cultura che è ciò che ci rende veramente liberi, capaci di ragionare con la nostra testa, di affrontare e risolvere i problemi, senza doverci appoggiare agli altri e che ci rende, perciò, indipendenti. <<Ecco, perché è importante studiare e andare a scuola>>.
Poi inizia a parlare di se stesso, di come, a poco a poco, abbia preso consapevolezza di quanto non fosse giusto condannare alla reclusione chi aveva commesso un reato, perché le persone sono tutte uguali, buone e cattive. Parla della pena di morte ancora in vigore in alcuni paesi, delle discrepanze tra le leggi da un paese all'altro. Fa l'esempio delle donne che vengono lapidate nei paesi islamici se tradiscono il marito, mentre in altri paesi questo non avviene.
Una ragazza chiede che cosa ne pensi della legittima difesa. <<Se un ladro si introduce in casa mia e ruba, lo posso uccidere?>>. Da ex magistrato, Colombo recita alcuni articoli del codice penale e spiega come la pena debba essere proporzionata alla colpa. Poi affronta il tema del bene e del male, di come non sia corretto rispondere al male col male. Non trova giusto "mettere in gabbia" e privare della libertà nemmeno chi delinque: meglio un programma di recupero. <<Ho condannato troppe persone al carcere>>, dice, <<e a un certo punto non ce l'ho fatta più>>.
<<Ha mai avuto paura lei nella sua carriera?>>, gli domanda un ragazzo.
<<Una volta sola>>, risponde, <<quando nel 1977 è stato ucciso un mio amico magistrato>>. E racconta la storia di Guido Galli. Ci dice di avere vissuto con la scorta per ben vent'anni e racconta di avere abbandonato, a un certo punto, la magistratura, di avere rassegnato le dimissioni, perché non sopportava più di vivere in quel modo. Oggi, Gherardo Colombo è il Presidente della Garzanti Libri ed è un uomo libero di muoversi in metropolitana, in tram, a piedi, di mescolarsi tra la gente, come una persona qualunque.
Che, poi, tanto qualunque non è.
Torniamo a casa più ricchi, dopo questo incontro. Domani i nostri ragazzi avranno il compito di raccontare ai compagni quello che hanno imparato da questa lezione alternativa, che è stata anche una grande lezione di vita.
mercoledì 21 settembre 2016
La recensione di Cristina Bellon a "I delitti di Varese"
Di seguito la recensione della giornalista scrittrice Cristina Bellon al romanzo
"I delitti di Varese"
Per visualizzarla dal sito ufficiale, cliccare qui.
"I delitti di Varese"
Laura Veroni è tornata. E non c’è dubbio che questa volta è più spietata del solito. Per il suo nuovo romanzo, edito dai Fratelli Frilli, l’intento è: siamo sicuri che in una cittadina tranquilla non succeda mai nulla? La risposta è “ I delitti di Varese”, un’opera che mostra il lato nero di una società ipocrita e falsamente per bene.
Non bastava più l’indagine psicologica dei sentimenti, tantomeno la costruzione plausibile di omicidi efferati. Era il momento di smantellare le fondamenta della famiglia, definita perbene, attraverso l’erosione dei suoi membri: Brunilde e Giorgio Della Torre, i loro due figli, la loro presunta felicità. Veroni persegue la strada intrapresa da Nicola Lagioia, vincitore del Premio Strega 2015, concludendone il disegno: le verità nascoste, il sesso inconfessabile, le contraddizioni di una famiglia altolocata. E aggiungendo qualcosa di più: la menzogna dei legami. Tanto che nella ferocia di svergognare le contraddizioni, Veroni stravolge i ruoli dei membri della famiglia Della Torre, e dei loro sentimenti.
I delitti cruenti che sporcano Varese non sono altro che un manto oscuro che si posa su qualcosa che è già di per sé nero. Nonostante si esalti il bello delle vie, con una minuziosa descrizione della città (la famosa Libreria del Corso, la storica pasticceria Zamberletti, i Giardini Pubblici, Villa Mirabello) gli abitanti appaiono enigmatici, equivoci, bivalenti. La stessa Elena Macchi, la P.M. che dovrà investigare sui casi di omicidio, ha una duplice personalità: fredda e morigerata sul lavoro, sensuale e spregiudicata fuori servizio. Lo stesso vale per Silvia Mameli, docente di psicopatologia, criminologa, esperta di serial killer. Da una come lei ci si aspetta un certo rigore, invece … .
L’oggetto delle investigazioni non è tanto la morte delle vittime, quanto le loro vite intrecciate, nel bene e nel male, con casa Della Torre. Una casa in cui la comunicabilità non esiste, in cui genitori anaffettivi sono incapaci di affrontare i problemi dei figli adolescenti, in un ambiente dove si muovono soldi e prestigio. Non è l’amore che unisce Brunilde e Giorgio che “si erano conosciuti a un’asta … entrambi avevano mostrato interesse per il medesimo quadro. Si erano sposati un anno dopo.” E se un genitore non trasmette amore ai propri figli, questi potrebbero vivere questo sentimento senza autenticità. Cosa nascondiamo dietro i nostri ti amo, e cosa diventiamo davanti alle scelte capitali? Il romanzo di Veroni insegue una sua coerenza che fa saltare i finti equilibri: unioni sentimentali, ruoli famigliari e rituali indiscutibili. La solitudine di una famiglia diventa la solitudine di una società.
Intenso e con un ritmo attanagliante, “I delitti di Varese” è l’elogio del “doppio”, di personalità che si trasformano per adeguarsi a un mondo senza valori, dove regna solo l’apparenza di una bellezza che sembra non sfiorire mai.
Cristina Bellon
questa rubrica è a cura di Cristina Bellon
Per visualizzarla dal sito ufficiale, cliccare qui.
Un sentito grazie alla Bellon e sinceri complimenti per l'impeccabile recensione.
Grazie anche perché ha colto in pieno il significato che ho inteso dare alla storia, analizzandola e psicanalizzandola in maniera precisa.
domenica 18 settembre 2016
I Delitti di Varese: intervista a PRIMARADIO
Ringrazio tutta la redazione di PRIMARADIO per l'intervista.
Per chi desiderasse ascoltarla, lo può fare cliccando qui
Per chi desiderasse ascoltarla, lo può fare cliccando qui
sabato 10 settembre 2016
Presentazione I DELITTI DI VARESE a La Feltrinelli di Varese
Voglio ringraziare di cuore tutte le persone che sono
intervenute alla presentazione de "I delitti di Varese" a La
Feltrinelli. Un grazie davvero sentito. Siete stati tanti. Vedere la sala
piena, senza più un posto libero a sedere, e le persone assiepate anche sulle
scale è stato qualcosa che è andato oltre ogni aspettativa. Mi avete commossa e
mi avete riempito il cuore di gioia.
Un grazie speciale a Sara Magnoli, eccellente conduttrice dell'incontro, che ha dialogato piacevolmente con me per un'ora.
Grazie a Claudio Ferrara, regista del booktrailer, che è intervenuto spiegando come nasce appunto un booktrailer, dalla story board alla realizzazione in tutte le diverse fasi, grazie all'attrice Micaela Scioli, che ha condiviso col pubblico l'esperienza del set cinematografico.
Ringrazio l'amico e collega Carlo Zanzi per il reportage con le foto che rimarranno a testimoniare il mio "battesimo" di scrittrice.
Quella di ieri sera è stata, infatti, la prima presentazione di un mio romanzo, per giunta pubblicato con la casa editrice Fratelli Frilli Editori, che, come ha sottolineato la giornalista e scrittrice Sara Magnoli, è una SIGNORA casa editrice.
Di nuovo grazie a tutti voi! <3
Di seguito, alcuni momenti della presentazione.
da sinistra Sara Magnoli e Laura Veroni |
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A sinistra Micaela, l'attrice del book trailer, al centro Laura Veroni, a destra il regista Claudio Ferrara (foto gentilmente offerta da Carla De Albertis) |
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Laura e Micaela Oggi anche formato Kindle |
giovedì 1 settembre 2016
"I Delitti di Varese" presentazioni
Venerdì 9 Settembre alle ore 18:00
la prima presentazione de
"I Delitti di Varese"
a La Feltrinelli di Corso Moro a Varese
Domenica 11 Settembre alle ore 11:30
presentazione de "I Delitti di Varese"
alla libreria Biblos Mondadori di Gallarate
Condurrà entrambi gli incontri la scrittrice e giornalista Sara Magnoli
domenica 14 agosto 2016
Colazione da Toeplitz
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L'attrice Marina Mazzoli e la scrittrice Laura Veroni
Marina Mazzoli legge Ultima Fermata San Babila, il mio racconto, secondo classificato al concorso Letture da Metropolitana.
Grazie
a Marina Mazzoli,
al fotografo Ernesto Stoccoro,
a Michele Todisco, direttore Artistico del Teatro Cantina
e a tutti coloro che sono intervenuti.
|
sabato 13 agosto 2016
Colazione da... Toeplitz
Ultima Fermata San Babila
2° Classificato Concorso Letterario "Un'avventura Metropolitana"
Autorice: Laura Veroni |
I tacchi risuonavano sulla banchina.
Era appena scesa dal treno e affrettava il passo per raggiungere la metropolitana.
La voce le giunse appena fuori dalla stazione Cadorna. Come cantava bene quel tipo! Il suono proveniva da un piccolo amplificatore accanto a lui, mentre l’uomo si accompagnava con la chitarra. Il suo aspetto distinto strideva con la custodia dello strumento, spalancata, che invitava i passanti a porvi monete. Valentina avrebbe voluto avvicinarsi e intonare un controcanto al microfono, sulla note di Candle in the wind, ma pensò fosse sciocco da parte sua e poi gliene mancava il tempo.
Era appena scesa dal treno e affrettava il passo per raggiungere la metropolitana.
La voce le giunse appena fuori dalla stazione Cadorna. Come cantava bene quel tipo! Il suono proveniva da un piccolo amplificatore accanto a lui, mentre l’uomo si accompagnava con la chitarra. Il suo aspetto distinto strideva con la custodia dello strumento, spalancata, che invitava i passanti a porvi monete. Valentina avrebbe voluto avvicinarsi e intonare un controcanto al microfono, sulla note di Candle in the wind, ma pensò fosse sciocco da parte sua e poi gliene mancava il tempo.
Passò oltre e imboccò le scale che conducevano al sotterraneo della metro, linea rossa, da Ago e Filo a San Babila: tragitto breve. Si lasciò alle spalle una Piazza Cadorna scintillante di luci, in quell'umido pomeriggio di Dicembre, sotto un leggero nevischio. Valentina si strinse nel giaccone e infilò le mani in tasca, affrettando il passo: non vedeva l'ora di imboccare via della Spiga e raggiungere Tiffany e il suo regalo che l'aspettava là, insieme al suo Amore...
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Piazza Cadorna, Milano Ago e Filo con scarpa tacco dodici (foto di Marina Mazzoli) |
domenica 7 agosto 2016
venerdì 29 luglio 2016
I delitti di Varese booktrailer
Il booktrailer de "I delitti di Varese" è stato realizzato dai registi Claudio Ferrara e Alessandro Damiani.
Di Caludio Ferrara è anche il soggetto.
Conosciamo i due registi:
Claudio Ferrara ha alle spalle una lunga carriera in campo televisivo e cinematografico sia per la regia che per il montaggio. Ha vinto numerosi concorsi nazionali con i suoi video. Diplomato in Conservatorio, è musicista e compositore, ma la sua passione rimane il cinema.
Il giovane Alessandro Damiani, architetto con la passione del cinema, ha dato inizio da poco alla sua carriera nel campo della regia, esordendo con il cortometraggio "Scherzi", divenuto in seguito film, proiettato al MIV di Varese. Ha realizzato il corto "Dolcezze Mortali" e "Magie di cioccolato", nonché numerosi altri corti che hanno partecipato con successo a concorsi.
Lo scorso inverno ha presentato al MIV "The Lake".
Attualmente sta lavorando ad altri progetti cinematografici insieme a Sarah Maestri.
Stretta è la collaborazione tra i due registi: Ferrara si occupa magistralmente del montaggio dei film realizzati da Damiani.
Da parte mia non mi resta che esprimere il mio più sentito GRAZIE ai due registi, nonché agli attori Micaela e Stefano, per la realizzazione di questo booktrailer.
Un sentito grazie anche al sindaco di Varese, Davide Galimberti, per averci concesso di girare il video all'interno dei Giardini Estensi.
giovedì 28 luglio 2016
I DELITTI DI VARESE
![]() |
Il noir dei Fratelli Frilli Editori |
Visualizza il Booktrailer
domenica 10 luglio 2016
venerdì 24 giugno 2016
Ultima fermata San Babila
Ultima fermata San Babila
il mio racconto,
secondo classificato al concorso
LETTURE DA METROPOLITANA
ora nell'antologia
Letture da Metropolitana
a cura di Cristian Ghezzi,
Metropolis Edizioni Unicopli.
In libreria.
domenica 19 giugno 2016
Grazie ai genitori della 3^I e grazie al Direttore de La Prealpina
sabato 11 giugno 2016
ALLA TERZA I
Le
lezioni sono terminate e solo due settimane ci separano dalla fine della
scuola.
Tra pochi giorni, per voi ragazzi, sarà terminata l'avventura delle medie (mi piace ancora chiamarle così, un nostalgico ricordo di quelli che sono stati i miei tempi) e col pensiero sarete già proiettati verso il nuovo mondo delle superiori.
Tra pochi giorni, per voi ragazzi, sarà terminata l'avventura delle medie (mi piace ancora chiamarle così, un nostalgico ricordo di quelli che sono stati i miei tempi) e col pensiero sarete già proiettati verso il nuovo mondo delle superiori.
Caspita, state diventando davvero grandi! Che, poi, grandi io già vi
ho visto in quest'ultimo periodo, tutti più alti, trasformati fisicamente. State
assumendo le sembianze degli adulti che sarete.
E non posso fare a meno di tornare al ricordo del primo giorno di scuola di tre anni fa: eravate tutti dei cuccioli, appena usciti dall'ambiente protetto delle elementari (concedetemi anche questo termine, ormai obsoleto), timorosi, spaesati, con questa prof che vi veniva assegnata dal preside, la mattina dell'accoglienza, e che vi "strappava" alla vostre certezze per condurvi in quella che per tre anni sarebbe stata la vostra classe.
Chissà quali erano i vostri pensieri in quel momento?
Da subito vi siete mostrati degli alunni modello: quieti, attenti, rispettosi e molto educati.
Il rispetto per i docenti, per la scuola in quanto istituzione e per i compagni sono state le caratteristiche che vi hanno contraddistinto in questi tre anni.
Con voi ho trascorso le ore più belle degli anni della mia carriera: mi avete regalato delle soddisfazioni immense, avete seguito con attenzione le mie lezioni, siete stati propositivi, collaborativi, partecipativi. Mi avete stimolata a dare il meglio come insegnante, perché era sempre una gioia entrare nella vostra classe e trovare i vostri volti sorridenti e accoglienti.
E non posso fare a meno di tornare al ricordo del primo giorno di scuola di tre anni fa: eravate tutti dei cuccioli, appena usciti dall'ambiente protetto delle elementari (concedetemi anche questo termine, ormai obsoleto), timorosi, spaesati, con questa prof che vi veniva assegnata dal preside, la mattina dell'accoglienza, e che vi "strappava" alla vostre certezze per condurvi in quella che per tre anni sarebbe stata la vostra classe.
Chissà quali erano i vostri pensieri in quel momento?
Da subito vi siete mostrati degli alunni modello: quieti, attenti, rispettosi e molto educati.
Il rispetto per i docenti, per la scuola in quanto istituzione e per i compagni sono state le caratteristiche che vi hanno contraddistinto in questi tre anni.
Con voi ho trascorso le ore più belle degli anni della mia carriera: mi avete regalato delle soddisfazioni immense, avete seguito con attenzione le mie lezioni, siete stati propositivi, collaborativi, partecipativi. Mi avete stimolata a dare il meglio come insegnante, perché era sempre una gioia entrare nella vostra classe e trovare i vostri volti sorridenti e accoglienti.
Forse
potrà sembrarvi strano che un'insegnate parli di accoglienza riferita a se
stessa, perché, solitamente, sono gli adulti ad accogliere i ragazzi.
Voi, però, avete avuto il pregio di fare sentire accolta me. E questa è una
dote unica, alla vostra età.
Trascorrere la mattina insieme ha rappresentato per me una serie di momenti di serenità e di questo vi ringrazio.
Con voi non ho mai avuto bisogno di alzare la voce una sola volta, non mi sono mai dovuta arrabbiare, mi sono rilassata, ho trovato degli "alleati" nello svolgimento del mio lavoro che non era più un lavoro, ma un momento di condivisione, di scambio reciproco. Mi avete dato tantissimo dal punto di vista professionale e tanto anche da quello umano. Mi avete fatta sempre sentire non solo un'insegnante ma anche una persona necessaria alla vostra crescita.
Trascorrere la mattina insieme ha rappresentato per me una serie di momenti di serenità e di questo vi ringrazio.
Con voi non ho mai avuto bisogno di alzare la voce una sola volta, non mi sono mai dovuta arrabbiare, mi sono rilassata, ho trovato degli "alleati" nello svolgimento del mio lavoro che non era più un lavoro, ma un momento di condivisione, di scambio reciproco. Mi avete dato tantissimo dal punto di vista professionale e tanto anche da quello umano. Mi avete fatta sempre sentire non solo un'insegnante ma anche una persona necessaria alla vostra crescita.
Ricordo ancora quella volta in cui, in seconda, abbiamo parlato di un grave
problema di attualità e vi ho invitati a fare una ricerca e a scrivere le
vostre riflessioni: siete arrivati il giorno seguente con una tesina rilegata! Pagine e pagine di
approfondimenti e riflessioni. E non erano semplicemente pagine scaricate da Internet,
un copia e incolla: erano pagine lette, comprese, studiate, approfondite, che
ognuno di voi ha voluto esporre ai compagni, per poi discuterne insieme. Avete
svolto un lavoro egregio di vostra spontanea volontà. E questo non mi era mai capitato con nessun'altra classe.
Avete sempre manifestato il vostro entusiasmo nei confronti delle proposte didattiche, vi siete dati da fare ad approfondire gli argomenti studiati, avete reso le lezioni un'interazione continua e un piacere. Come non ringraziarvi per tutto questo? E come non ringraziare i vostri genitori? Perché, diciamoci la verità, una buona parte di quello che siete è anche merito loro. Le vostre famiglie sono state collaborative, non oppositive (esistono ancora genitori che credono nella scuola, che si fidano degli insegnanti, che credono nel valore di questa istituzione, per fortuna!!!) e questa è sicuramente stata una marcia in più, nonché la dimostrazione che l'alleanza tra docenti e genitori è un'arma vincente.
Mi mancherete come non mai, ragazzi!
Come insegnante, spero di avervi dato tutto quello che potevo. Voi, come alunni, ognuno a suo modo, lo avete fatto con me.
Avete sempre manifestato il vostro entusiasmo nei confronti delle proposte didattiche, vi siete dati da fare ad approfondire gli argomenti studiati, avete reso le lezioni un'interazione continua e un piacere. Come non ringraziarvi per tutto questo? E come non ringraziare i vostri genitori? Perché, diciamoci la verità, una buona parte di quello che siete è anche merito loro. Le vostre famiglie sono state collaborative, non oppositive (esistono ancora genitori che credono nella scuola, che si fidano degli insegnanti, che credono nel valore di questa istituzione, per fortuna!!!) e questa è sicuramente stata una marcia in più, nonché la dimostrazione che l'alleanza tra docenti e genitori è un'arma vincente.
Mi mancherete come non mai, ragazzi!
Come insegnante, spero di avervi dato tutto quello che potevo. Voi, come alunni, ognuno a suo modo, lo avete fatto con me.
Vi
auguro una buona vita! Che possiate raccogliere i frutti di
quello che seminerete e che siano ottimi frutti, certa che la semina sarà
sicuramente il meglio che ognuno di voi potrà dare.
Vi
abbraccio col cuore tutti quanti!
Grazie
a
Lucrezia
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Michele
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Emma
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Claudio
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Mattia
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Matteo
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Mattia
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Marco
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Riccardo
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Sara
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Luca
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Viola
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Sara
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Alessandro
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Sergio
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Stefano
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Federica
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Francesco
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Omar
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Stefano
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Gabriele
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Francesca
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Rosina
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venerdì 22 aprile 2016
VIDOLEGGIAMO 2016: NUTRIMENTE, ARTE
NUTRIMENTE: NUTRIAMO LA MENTE CON ARTE
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maschere realizzate con palloncini e carta di giornale, colla, colori |
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maschere del carnevale di Venezia e maschere tribali (lavori della 2^E) |
E anche l'ottava edizione
del Vidoleggiamo - NUTRIMENTE, ARTE - è giunta al termine.
Quale responsabile del progetto, ringrazio sentitamente, a nome della scuola, tutti gli ospiti che sono intervenuti: l'Architetto Cinzia Regidore, la giornalista e scrittrice Sara Magnoli, il poeta/pittore Sandro Sardella, l'artista Silvia Gandini, l'Architetto Raffaele Nurra, lo scrittore Ferruccio Francescotti.
Ringrazio anche i miei colleghi di Arte e Immagine, professori Salvatore Cuzzupè, Enrico Irmici e la professoressa Panosetti, che hanno curato i laboratori con i bambini delle scuole primarie.
Un grazie anche a tutti gli altri colleghi che hanno seguito i loro ragazzi nella produzione dei lavori esposti alla mostra.
Grazie ai genitori dell'associazione GE.CO. del nostro Istituto Comprensivo e alla libreria Fuschi di Gallarate che ci ha fornito i libri per la MOSTRA DEL LIBRO.
Quale responsabile del progetto, ringrazio sentitamente, a nome della scuola, tutti gli ospiti che sono intervenuti: l'Architetto Cinzia Regidore, la giornalista e scrittrice Sara Magnoli, il poeta/pittore Sandro Sardella, l'artista Silvia Gandini, l'Architetto Raffaele Nurra, lo scrittore Ferruccio Francescotti.
Ringrazio anche i miei colleghi di Arte e Immagine, professori Salvatore Cuzzupè, Enrico Irmici e la professoressa Panosetti, che hanno curato i laboratori con i bambini delle scuole primarie.
Un grazie anche a tutti gli altri colleghi che hanno seguito i loro ragazzi nella produzione dei lavori esposti alla mostra.
Grazie ai genitori dell'associazione GE.CO. del nostro Istituto Comprensivo e alla libreria Fuschi di Gallarate che ci ha fornito i libri per la MOSTRA DEL LIBRO.
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il poeta/pittore Sandro Sardella (immagine da Internet) |
Di seguito, altri lavori realizzati dagli alunni dell'Istituto:
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domenica 13 marzo 2016
PREMIO LETTERARIO VERBANIA FOR WOMEN
Sabato 12 marzo 2016 alle ore 16.30, presso l’Hotel "il Chiostro" di Verbania, sono stati proclamati i vincitori del premio letterario "Città di Verbania for Women 2015". I racconti giunti sono stati in totale 184, di cui alcuni anche dall'estero.
Una giuria di eccezione
(tra cui la famosa scrittrice di romanzi storici editi dalla Mondadori,
Mariangela Camocardi), avente per madrina la scrittrice e giornalista,
vincitrice del premio Bancarella 2003 e insignita dell'Ambrogino d'oro 2014,
Alessandra Appiano, sotto la presidenza del Professor Dottor Alberto Bellocco,
medico legale, ha selezionato i finalisti.
Presenti alla premiazione anche il Sindaco della Città di Verbania, Silvia Marchionini, e l'Assessore alla Cultura, Monica Abbiati.
Presenti alla premiazione anche il Sindaco della Città di Verbania, Silvia Marchionini, e l'Assessore alla Cultura, Monica Abbiati.
Tra i venti racconti
finalisti, anche il mio: LE PAGINE SEPOLTE.
A breve, l'uscita dell'Antologia, edita da Eclissi, contenente i racconti che trattano dell'universo femminile con le sue difficoltà.
A breve, l'uscita dell'Antologia, edita da Eclissi, contenente i racconti che trattano dell'universo femminile con le sue difficoltà.
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Il momento della premiazione (foto dal sito Associazione 77) |
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