martedì 14 aprile 2020

UNA STANZA PIENA DI GENTE, Daniel Keyes. La mia recensione



Billy Milligan, un nome difficile da dimenticare, dopo aver letto la sua storia.     
"Una stanza piena di gente" è il titolo del libro-documentazione, scritto da Daniel Keyes, che narra la straordinaria storia di un uomo dalle molteplici personalità. Una storia vera, non un'invenzione letteraria.

Il protagonista dell'incredibile vicenda, Billy Milligan, viene arrestato il 27 ottobre 1977, nell' Ohio, con l'accusa di aver rapinato, rapito e violentato tre donne all'interno del campus universitario. Al momento dell'arresto, Billy pare disorientato, come se le accuse mossegli contro non gli appartenessero. E in parte è così, perché Billy non è una personalità unica bensì ventiquattro personalità in un unico individuo. Questo è quanto, dopo numerose indagini, stabilisce la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa. Nella sua mente "vivono" ben ventiquattro personalità diverse, che prendono, di volta in volta, il sopravvento (escono sul posto), parlano tra loro, agiscono e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile.    
Tutto ha inizio quando Billy è solo un bambino di otto anni. Il padre muore, la madre conosce un altro uomo e si risposa. Il patrigno di Billy è un uomo violento, abusa di lui e gli intima di tacere, altrimenti lo ucciderà, lo seppellirà nel granaio e dirà alla madre che è scappato di casa, perché la odia. L'uomo instilla nel bambino la paura e il senso di colpa e ottiene il suo silenzio. L'angoscia e il terrore delle violenze reiterate per anni disgregano la personalità del piccolo Billy.

Leggendo la storia personale di Milligan, non si può fare a meno di rimanere sgomenti, inizialmente increduli, come increduli sono stati gli psichiatri chiamati a esaminare questo caso "straordinario", come lo sono state tutte le persone che hanno avuto rapporti con Billy.
Le personalità sono emerse sul posto una volta, all'insaputa le une delle altre per molto tempo, fino a quando hanno cominciato a interagire tra loro, stabilendo addirittura un codice di comportamento (chi fa cosa). Personalità completamente diverse, maschili e femminili, di età diverse, di diverse nazionalità, di competenze differenti (Reagen e Arthur le più forti, probabilmente, la prima irruenta, impulsiva, a volte violenta, la seconda pacata, moderata e moderatrice delle altre). E così, nell'arco della propria vita, Billy Milligan si è trasformato nell'uomo  che parla slavo e che difende le altre personalità, nel raffinato gentiluomo dalla parlata inglese, nel bambino spaventato, nella ragazza lesbica (Adalana), negli indesiderati (le personalità violente che mettevano a repentaglio la vita delle altre), ecc...      
Billy passava dal bambino bravissimo nel risolvere i problemi di matematica a quello che non capiva niente della materia, eseguiva disegni meravigliosi, degni di un pittore professionista, andava in moto in modo spericolato e subito dopo mostrava di non saper nemmeno come salire in sella.    
Immaginiamo l'angoscia, per non dire il panico, che si impossessava di lui, nel momento in cui una personalità usciva sul posto e lo portava a fare un viaggio in aereo verso una meta lontana e, giunto nel paese straniero, usciva sul posto un'altra personalità, ignara di dove si trovasse e perché.
Ventiquattro personalità...

Simulazione, inganno, strategia sostenevano molti che volevano la condanna al carcere di Billy. Finzione per ottenere l'infermità mentale e non essere condannato. Ma qualcuno ha capito che Billy non era una persona ordinaria, non uno qualunque. Preso in carico da un istituto, è stato seguito da psichiatri che hanno conquistato la sua fiducia e hanno lavorato per ricostruire la sua persona, ricomponendo le varie personalità in una sola, quella del Maestro, il vero Billy. Ma qualcuno sosteneva l'urgenza di ricoverarlo in un istituto di massima sicurezza, in isolamento, in quanto pericoloso per se stesso e per la società e così il lavoro faticosamente compiuto da chi credeva in lui e nella possibilità di guarirlo è andato in fumo. Circa due anni di maltrattamenti e torture, di isolamento hanno  nuovamente disgregato ciò che di Billy si era ricomposto.  
Milligan ha raccontato la propria storia a Daniel Keyes che ha dato vita a questa biografia eccezionale.     
 
Oggi, grazie all'intervento dei medici che lo avevano aiutato e a un giudice che ha riesaminato il suo caso, Billy è tornato nell'istituito che aveva lavorato per la ricostruzione della persona.
Non si può fare a meno, dopo aver letto questa incredibile storia, di provare empatia, a tratti pena, per quello che è stato definito un criminale, per quanto la vita sia stata ingiusta e crudele con lui sin dall'infanzia. Non si può non pensare a Billy come a una vittima, un bambino per il quale la fuga dalla realtà è stata l'unica arma di sopravivenza.
Una storia sconvolgente, che ci mostra cosa può la mente di un uomo.


lunedì 6 aprile 2020

VALUTARE NELLA SCUOLA A DISTANZA: DINAMICHE E STRATEGIE


CORSO DI AGGIORNAMENTO
VALUTARE NELLA SCUOLA A DISTANZA: DINAMICHE E STRATEGIE
relatore: SERGIO VASTARELLA

Nella situazione attuale che stiamo vivendo è molto importante far sentire agli alunni la nostra vicinanza, sostenerli nell'apprendimento e individuare sistemi per rilevare conoscenze, abilità e competenze.
Anche al termine di questo anno scolastico ci verrà chiesto di valutare i nostri alunni. Possiamo (e dobbiamo) mettere in atto diverse tipologie di valutazione: orientativa, sommativa oppure  formativa. Vediamo le differenze.
La valutazione orientativa si basa sulle informazioni che raccogliamo durante il processo di "orientamento", registrando il livello dei progressi compiuti dagli studenti. Attraverso questa tipologia, possiamo modificare i punti deboli della nostra didattica. Gli studenti devono impegnarsi al massimo e quindi risulta importante rendere il nostro feedback ai lavori che loro ci forniscono. E' fondamentale fornire loro sempre degli obiettivi chiari.
La valutazione sommativa può essere portata avanti anche in questo momento, ma impiegando delle nuove strategie. E' quella che abbiamo sempre utilizzato durante le nostre lezioni in presenza. Oggi, però, abbiamo la necessità di aprirci maggiormente a una valutazione formativa, accompagnando una giusta valutazione che promuova diverse competenze.
La valutazione, infatti, non deve essere intesa come il processo conclusivo della didattica. Arrivati a questo punto, dobbiamo partire da una valutazione a ritroso.
La struttura base della valutazione consiste in:      
1) misurazione (colloqui, progetti, quiz, compiti di realtà ),   
2) valutazione (dobbiamo ora esplicitare i criteri modificati, quelli che usiamo nella didattica distanza)      
3) condivisione (adottiamo codici esplicativi che possono essere numerici, oggettivi, giudizi, discorsivi, sempre tutti molto chiari).
La valutazione di quest'anno sarà sommativa e formativa insieme ma dovremo aggiungerci anche l'autovalutazione dell'alunno.  
La tipologia di valutazione scelta agisce, come già detto, a ritroso e agisce prima di tutto sulle pratiche della valutazione quotidiana poi su quelle didattiche poi ancora sulla progettazione curricolare.   
Ci troviamo a dover ridurre il numero dei contenuti per promuovere la maturazione di competenze da parte di ognuno dei nostri alunni.     
Non chiediamo l'apprendimento dei contenuti a memoria, ma lavoriamo piuttosto su pochi contenuti, progettando e approfondendo.
LA VALUTAZIONE FORMATIVA:    
con le strategie innovative, dobbiamo usare maggiore fantasia e creatività sia noi che i nostri studenti.  
Facciamo realizzare ai ragazzi dei lavori digitali e multimediali che diano prova del loro apprendimento.
La valutazione formativa con gli strumenti tradizionali può essere svolta attraverso un componimento scritto, per esempio possiamo fare proposte che mettano in luce competenze quali: progettare, risolvere problemi, ricercare, usare dati e informazioni, spiegando loro che non è tutto vero quello che si trova in rete, che ci sono anche molti fake, notizie false; spieghiamo che devono saper fare collegamenti e inferenze e che, per questo, devono saper fare delle proposte corrette, devono collegare cause e conseguenze e sapere cosa e come trovare informazioni interessanti. Devono sapersi esprimere, devono sapere esternare pensieri originali, le loro emozioni, devono agire autonomamente con senso di responsabilità e di collaborazione. 
Facciamo in modo di sviluppare le competenze chiave di cittadinanza, quelle del 2007 di Fioroni che riguardano l'Italia, che sono complete (non le europee) in quanto esplorano l'essere umano come parte attiva del mondo nel quale viviamo e sono vere e ricche.
Sempre per quanto riguarda la valutazione formativa, possiamo far realizzare  un primo componimento scritto in italiano, anche se hanno il libro davanti, non importa, chiediamo però loro di creare, per esempio, una poesia sullo stile di un autore, ad esempio Manzoni, Leopardi piuttosto che Montale, e diciamo: saresti capace di scrivere una poesia nello stile di questo autore?       
Facciamogliela scrivere: a questo punto, noi potremo valutare se l'alunno è stato realmente in grado di eseguire il compito e quella che andiamo a valutare è una competenza, perché ora sì che vediamo se conosce l'autore, prima di tutto, se ne conosce lo stile e se è in grado di realizzare a sua volta un compito che ricalchi lo stile di quell'autore; quindi, nello stesso momento, possiamo valutare la conoscenza dell'autore, del periodo storico nel quale si inserisce, lo stile letterario e la competenza dell'alunno nell'essere stato in grado di produrre una poesia in quello stile.        
Possiamo anche far comparare ai nostri studenti due periodi storici, far confrontare anche diverse discipline, mettere a confronto per esempio Arte e Storia, possiamo far realizzare un saggio breve, comparando periodi storici anche in luoghi diversi (che cosa si è verificato in quel periodo storico in quello Stato piuttosto che in quell'altro? In quella parte del mondo piuttosto che in quell'altra?). 
Per geografia, possiamo, ad esempio, chiedere ai nostri alunni di raccontare un viaggio che hanno fatto e qui ci devono rientrare ovviamente discipline come geografia (descrivere il territorio), storia (parlare della storia del posto),  religione (che religione si professa in quel in quello Stato, se è andato all'estero?), scienze (com'è la morfologia del territorio, quali le rocce lo compongono, che vegetazione vi si trova?...). Possiamo anche fare concludere l'attività indicando, per esempio, i motivi per i quali una persona dovrebbe andare a visitare proprio quel posto, piuttosto che un altro, e, in questo modo, si chiede all'alunno di documentarsi, fare ricerche in internet per presentare il lavoro.
Per matematica si può lavorare sui problemi problem-solving e problem posing.
LA VALUTAZIONE FORMATIVA CON LE NUOVE TECNOLOGIE:  
L'insegnante deve essere creativo e deve saper lanciare delle sfide ai suoi alunni per fare in modo che questi realizzino un prodotto multimediale.  
Cosa potrebbero realizzare i nostri alunni?     
Per esempio un e-book. Per realizzare un e-book devono scaricare il programma Scriba e-Pub, che consente di creare e-book con tanto di isbn. Si tratta di un programma divertente e si può creare un vero e proprio e-book che può anche essere condiviso e postato nel web. Si possono creare anche e-book parlati e in questo modo l'alunno mette in pratica più competenze digitali. Spieghiamo ai nostri studenti anche la questione del copyright, diciamo loro che devono stare molto attenti nell'uso degli strumenti che trovano in internet (per esempio immagini, piuttosto che testi scritti già da altri. Tale pubblicazione può fare incorrere in sanzioni e anche in denunce. In questo modo li mettiamo di fronte anche alla loro responsabilità e a una coscienza civica). Spingiamoli a lavorare facendo i compiti magari a mano, disegni realizzati da loro e poi scannerizzati col computer e inseriti nel loro lavoro, per esempio in PowerPoint; diciamogli che potrebbero essere condivisi con noi e con gli altri compagni attraverso la piattaforma, ma dobbiamo insistere sul fatto che i compiti devono essere realizzati da loro e non copiati dal web.
Possono usare anche un altro strumento che è Kahoot che consente di creare dei quiz e consente loro quindi di creare dei contenuti anche per il ripasso (è un giochino interattivo). I ragazzi possono realizzare presentazioni in PowerPoint, in Prezi, possono realizzare lezioni da condividere, possono realizzare video, fare riprese con il cellulare, aggiungere delle immagini, creare delle animazioni. Esiste per esempio Powtoon oppure Stop Motion.
Importante è lo sharing dei prodotti: dobbiamo restituire il feedback dei lavori che hanno svolto i ragazzi e valutarlo, bisogna che sappiano che il loro lavoro sarà condiviso on-line, se verrà fatto bene, e diventerà quindi un sapere condiviso con gli altri compagni e compagne della propria classe piuttosto che della propria scuola o anche di altre scuole.       
I lavori possono essere quindi caricati nel sito dell'Istituto all'interno di una cartella apposita, l'importante è che i ragazzi, essendo minorenni, non riprendono se stessi ma il lavoro che hanno prodotto. Possono metterci anche la loro voce.    
Ci possono anche essere valutazioni collettive degli elaborati, che noi possiamo effettuare per maturare un pensiero critico; possiamo far leggere ai ragazzi il proprio lavoro, ma dobbiamo stimolarli anche a commentare il lavoro degli altri.
LE STRATEGIE PER LA VALUTAZIONE
Con la piattaforma Gsuite di Google abbiamo quattro punti che possiamo utilizzare:
1) il compito in diretta tramite MEET, più i lavori del corso
2) il quiz in diretta con Google moduli
3) il dibattito/discussione, gli interventi degli studenti
4) l'interrogazione con Google Hangouts meet.
Per quanto riguarda il compito in diretta con MEET più i lavori del corso, noi potremmo aprire un compito, poco prima caricato, proprio nel momento della videoconferenza con i nostri alunni, assegnare loro ad esempio 20 minuti per svolgerlo, dopodiché lo chiudiamo e loro ce lo devono rendere immediatamente. In questo modo possiamo essere certi che il compito non possa essere stato suggerito dai genitori, tantomeno copiato da un libro, anche se potrebbero benissimo avere il libro davanti, ma questo renderebbe loro molto difficile poter copiare in uno spazio di tempo veramente ridotto; oppure possiamo creare un quiz, dando, per esempio, 10 minuti per rispondere alle domande, dopodiché chiudiamo il quiz. Anche in questo modo è molto difficile avere suggerimenti e copiare dai libri.
Possiamo anche impiegare i compiti di realtà a distanza. Come farlo?
Facciamoli lavorare a piccoli gruppi a distanza che poi condividono i lavori, possiamo far produrre dei video oppure un testo un e-book. Da parte nostra dobbiamo sempre dare il nostro feedback e la condivisione on-line dello stesso. Per quanto riguarda i compiti a distanza, compiti di realtà, possiamo anche assegnarne di facoltativi, per esempio da svolgere anche in famiglia (chiedere ai ragazzi di costruire qualche cosa per tecnologia o di realizzare un lavoretto da fare insieme ai genitori che loro possono poi filmare, commentare e poi inviare sulla piattaforma e noi possiamo valutare la competenza nella realizzazione dello stesso). Un altro esempio di compito potrebbe essere quello di organizzare un reading, cioè una lettura di un brano ad alta voce da riportare poi in differita, caricandolo sulla piattaforma. Questo può essere fatto per esempio per letteratura con una lettura intonata della una poesia di un autore.
Consigliamo dei siti da esplorare ai nostri ragazzi, in modo che possano fare delle ricerche. Un compito di realtà è tale perché appartiene alla realtà di chi lo pratica e deve avere più di una soluzione per essere autentico e le soluzioni devono essere tutte egualmente valide.       
I ragazzi in questo modo saranno motivati a mettere in campo le proprie risorse e le proprie energie.
Ricordiamoci sempre, e non stanchiamoci mai di farlo, che dobbiamo dare il feedback della nostra valutazione del compito che loro ci hanno dato ed è molto importante anche l'autovalutazione dei ragazzi.       
Non diamo troppi compiti, assegniamo piuttosto esercizi che devono correggere anche da soli, poi noi diamo in un secondo momento la soluzione e loro si auto valutano, senza attendere la nostra restituzione del compito corretto.     
L'autovalutazione è molto importante.  
Si deve comporre di tre domande fondamentali:    
come hai trovato l'attività?  
come ti sentivi durante il lavoro? 
sei soddisfatto del tuo lavoro?
In questo modo possiamo anche ripensare poi la nostra didattica, vedendo le risposte che i ragazzi hanno dato all'attività che noi abbiamo loro assegnato. Alla fine possiamo quindi rilevare il coinvolgimento dei ragazzi nell'attività l'impegno che ci hanno messo, la puntualità nello svolgimento, l'interesse che hanno dimostrato e l'esito del lavoro ovviamente. Altra cosa molto importante sarà avere una griglia conclusiva di valutazione. Meglio ancora avere due griglie, la griglia del docente e la griglia dello studente,  che valutino i livelli raggiunti di competenza.       
Avremo un livello avanzato, un livello intermedio, un livello base, un livello iniziale.    
Alla fine di tutto questo lavoro, avremo la competenza, potremo poi confrontare la nostra griglia di valutazione con quella degli alunni e confrontarci con loro anche durante una videoconferenza per cercare di capire magari perché loro si sono auto valutati in un certo modo e noi nella stessa competenza li abbiamo valutati differentemente.
Sempre importante è tenere presente la triangolazione dei risultati: 
quindi avremo una valutazione sommativa che è quella didattica con i nostri voti classici; una valutazione formativa che terrà conto dell'interesse, dell'attenzione, dell'impegno, della puntualità nella restituzione dei compiti e così via; e l'autovalutazione. Da questi tre elementi arriveremo a formulare una valutazione complessiva sotto forma di competenza.
Oggi ci sono molte piattaforme disponibili Gsuite di Google è una delle più comuni e delle più valide.
Quello che noi dobbiamo fare sono spiegazioni brevi, non di ore, durante le videoconferenze, perché risulterebbero pesanti per i ragazzi, far svolgere loro pochi esercizi mirati, pochi compiti, e dobbiamo mirare ai nuclei fondanti delle nostre discipline.
Sulla Treccani c'è tantissimo materiale anche audio e video: sfruttiamolo.
L'aspetto più delicato di tutta questa didattica risiede nell'importanza delle relazioni. Non dimentichiamoci mai che noi siamo di supporto ai nostri alunni specialmente in un momento in cui le certezze sono crollate.
Vediamo ora le griglie.       
GRIGLIA DI AUTOVALUTAZIONE DEGLI ALUNNI:
Come hai trovato l'attività? L'alunno può rispondere: molto facile, facile, difficile, molto difficile.
Come ti sentivi durante il lavoro? L'alunno può rispondere: molto a mio agio, a mio agio, un po' in difficoltà, molto in difficoltà.
Sei soddisfatto del tuo lavoro? L'alunno potrà rispondere: molto soddisfatto, soddisfatto, poco soddisfatto, per nulla soddisfatto.
GRIGLIA DI VALUTAZIONE DEL DOCENTE:
Livelli raggiunti
Organizzazione del lavoro e partecipazione
Partecipa alle attività proposte come video lezioni in diretta, videoconferenze, in che modo?      
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Fruisce nei tempi previsti delle risorse per attività asincrone (video audio), dispense:  
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Eì puntuale nella consegna dei materiali e dei lavori assegnati come esercizi ed elaborati:       
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Collabora alle attività proposte anche in lavori differenziati assegnati ai singoli o piccoli gruppi:     
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Sa comunicare in base al contesto e alle attività proposte:      
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Sa argomentare le proprie idee in base al compito alle attività proposte ai dati forniti:
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Contribuisce in modo originale alle attività proposte in base al contesto:   
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Utilizza le tecnologie in base alle attività proposte e al contesto dato:
A avanzato
B intermedio     
C base      
D iniziale
Livelli di competenza:
A avanzato: l'alunno svolge compiti e risolve i problemi complessi mostrando padronanza nell'uso delle conoscenze delle abilità, propone, sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli
B intermedio: l'alunno svolge compiti e risolvere problemi in situazioni nuove con più scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite
C base: l'alunno svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze, abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese
D iniziale: l'alunno, se opportunamente guidato, svolge compiti semplici in situazioni note.


domenica 5 aprile 2020

HO FATTO PIOMBINO-CASA IN AUTO, Simone Innocenti


Nato a Montelupo Fiorentino nel 1974, Simone Innocenti ha scritto la guida letteraria Firenze Mare (Perrone), esordendo con Puntazza (Erudita).
Suoi racconti sono apparsi in varie antologie. Si occupa di cronaca nera e giudiziaria e ha scritto per “Il Corriere”, “La Nazione”, “Il Giornale della Toscana”, “Avvenire”, “L’Espresso” e “Sette”. Attualmente lavora al “Corriere Fiorentino”, dorso regionale del “Corriere della Sera”.

Pubblico di seguito un pezzo da lui scritto. Si tratta di un frammento di vita vissuta, vissuta da lui, ma, leggendolo, è come se appartenesse anche a noi. Simone ha la grande dote di coinvolgere con le parole, di portarci dentro alla storia che narra con la genuinità e la delicatezza che gli appartengono e che fanno di lui un bravo scrittore. Ogni suo testo ha il respiro e il ritmo di un romanzo, che sia un racconto, un libro, la narrazione di un'esperienza o un articolo giornalistico.

Ho fatto Piombino-casa in auto. 
Simone Innocenti
C'era il sole. C'era un sole bellissimo, come di una bellissima donna che passeggia davanti a te ma non si lascia avvicinare. Attorno vento di scirocco ad accarezzare gli alberi. Sono passato dal viale della Principessa, che è San Vincenzo: ci sono pinete bellissime. Non ho trovato nessuno e ho spento la musica, non serviva a nulla: c'era comunque silenzio. Ho fatto un viaggio allucinante, tra la disperazione di non incontrare nessuno e la paura di trovare gente per la strada: mai vissuta una cosa del genere, mi ha spiazzato, mi ha morso. A un certo punto mi sono fermato per scrivere di un tentato omicidio che era avvenuto in mattinata nel Senese. Poi sono ripartito. Ho preso l'autostrada e all'uscita una pattuglia della Stradale mi ha fermato: solita scena. Ci siamo messi a parlare, sembravamo reduci. Reduci è la parola che Wlodek Goldkorn ha scritto la scorsa settimana su L'Espresso. Ed è una parola che è incubata dopo averne preso consapevolezza. Reduci, proprio così. A casa ho trovato il disordine che avevo lasciato nella fretta di partire per una nave che domenica scorsa stava per attraccare a Piombino. All'ingresso ho lasciato alcuni rami di ulivo da un albero che miracolosamente ho trovato in un'area di servizio, anche questa vuota. Avevano consistenza di legno. Dovrò farli benedire, ho pensato. Dovrò farli benedire perché mia mamma ci tiene a queste cose, ho pensato. Poi basta. Non ho pensato ad altro.




INCONTRO CON SARA MAGNOLI, EVA BALZAROTTI e MARIA PIA IZZO


Giorni particolari, questi della clausura da Coronavirus, giorni in cui, scuole chiuse, ci troviamo a fare lezione online, attraverso incontri virtuali, in videoconferenza.
Come rendere speciali questi incontri con i nostri alunni, come fare lezione in modo alternativo? Al di là di spiegazioni creative, con la realizzazione da parte dei docenti di slide in Power Point, piuttosto che della pubblicazione in piattaforma (Classroom di Gsuite) di link che rimandano ad articoli di giornale riguardanti fatti di attualità, oppure di filmati inerenti argomenti di studio, ho pensato di invitare degli ospiti, per l'esattezza delle ospiti, che hanno reso davvero speciale la lezione di venerdì. E così, alla videoconferenza di Lettere, sono intervenute la giornalista e scrittrice Sara Magnoli e due esperte di informatica forense, Eva Balzarotti e Maria Pia Izzo, che hanno trattato il delicato argomento del Web.
Al termine dell'incontro, ho lasciato ai ragazzi da scrivere le loro riflessioni.
Ne pubblico alcune.
Un sentito grazie alle ospiti che hanno reso davvero speciale la nostra lezione.

la scrittrice e giornalista Sara Magnoli


Le informatiche forensi da sinistra Maria Pia Izzo e Eva Balzarotti


INCONTRO CON SARA MAGNOLI, autrice del libro giallo per ragazzi “DARK WEB”, e CON LE DUE ESPERTE INFORMATICHE FORENSI EVA BALZAROTTI e MARIA PIA IZZO.


Per ovvi motivi, quest’anno non si è potuto svolgere il “Vidoleggiamo” per il quale, con la mia classe, stavamo lavorando su Hikikomori, Cyberbullismo, tutela della privacy e altri temi riguardanti il web e i suoi pericoli nascosti. 
In quell’occasione si sarebbe dovuta tenere una conferenza sull’ultimo lavoro della scrittrice varesina Sara Magnoli, che ha da poco pubblicato un giallo per ragazzi dal titolo “Dark Web”. 

Non potendo vederci di persona l’incontro si è svolto via web.
  • L’autrice si presenta in modo simpatico, informale e ci introduce la trama del libro: è la storia di una ragazzina con il sogno di diventare una fashion blogger da milioni di follower. Ma verrà contattata e adescata da quello che lei crede essere un giovane stilista, ma che, in realtà, è qualcuno che si vuole approfittare di lei, chiedendole foto sempre più compromettenti. Eva (questo è il nome della ragazza) non può parlare con nessuno, soprattutto con i suoi genitori. Ha solo l’appoggio del suo amico Pio, timido, impacciato e vittima dei bulli, che capisce che c’è qualcosa che non va in lei e prova a indagare. Per fortuna sulle tracce dell’adescatore c’è un ispettore della polizia postale, che si addentra nella darknet, per indagare e cercare di salvare chi ne resta intrappolato.
  • La Magnoli, per prepararsi alla scrittura del suo libro, ha contattato diversi professionisti dai quali si è fatta raccontare le loro esperienze. Tali informazioni le ha usate per ottenere una storia verosimile che potesse aiutare a capire cosa c’è nel dark web, come difendersi e, nel caso qualcuno ci cada dentro, sapere che non è solo, ma c’è qualcuno che lo può salvare.
  • Due di quegli esperti che Sara Magnoli ha contattato erano presenti all’incontro: le informatiche forensi Eva Balzarotti e Maria Pia Izzo, che dal 2000 gestiscono un’agenzia, la “Atlan 66”, che collabora con tribunali e magistrati per investigare nel web.        
    Durante i loro primi anni di attività, il lavoro riguardava principalmente reati di contraffazione soprattutto di CD musicali, spionaggio industriale e stalking. Ora i casi di violenze che avvengono attraverso sistemi digitali e che coinvolgono minori che compiono o subiscono queste violenze sono diventati la maggioranza.
  • Quello che le esperte e Sara Magnoli hanno tenuto a farci capire è che ci sono molti strumenti per difendersi e che c’è sempre qualcuno che lavora giorno e notte per proteggerci e per spezzare questa rete illegale e pericolosa. Ci vuole tempo, ma la polizia postale ha strumenti capaci di individuare e scoprire la vera identità degli adescatori.

  • Per loro è importante che noi ragazzi capiamo che la prima difesa deve partire da noi e dal nostro uso consapevole e responsabile del web. Ci hanno raccomandato di stare sempre attenti, di non credere a tutto quello che vediamo, di non fidarsi di sconosciuti che ci contattano e di non postare o condividere foto nostre o altrui di cui ci potremmo pentire. Perché, hanno insistito a dirci, una volta pubblicata, un’immagine non è più nostra, ma può finire ovunque in mano a chiunque.
  • Infine ci hanno parlato anche del ruolo dei nostri genitori, che spesso sono all’oscuro di quello che facciamo in rete. Invece dovremmo coinvolgerli di più e loro dovrebbero impegnarsi a seguirci, anche se questo significa a volte scontrarsi con noi e la nostra resistenza a non voler condividere i nostri “mi piace” con loro.

É stata un’esperienza strana e interessante, perché abbiamo svolto una conferenza sui rischi del web, tramite web, il lato negativo e quello positivo che si incontrano. Abbiamo usato uno strumento per parlare dei suoi stessi pericoli.
Penso che tutti noi, abbiamo capito qualcosa in più di questo mondo nascosto e pericoloso, che non conoscevo e che sicuramente sottovalutavo.
In conclusione, quello che ho capito da questo incontro è che l’uso scorretto e traviato del web viene soprattutto dagli adulti e dalle loro perversioni che poi si riversano su di noi.
Credo che in futuro i ragazzi saranno sempre più informati e furbi nell’uso delle nuove tecnologie e gli adulti di domani ne faranno un uso più sano. Perché siamo nati nell’epoca di internet e questo mondo per noi, non è trasgressione, ma un semplice strumento da utilizzare per mille scopi utili, divertenti e istruttivi.

(Giacomo B.)

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Venerdì io e la mia classe abbiamo partecipato in videoconferenza all’incontro con una scrittrice e due esperte informatiche forensi. L’incontro (molto interessante) si è articolato in diversi punti.
  1. In un primo momento la prof.ssa Laura Veroni, organizzatrice della videoconferenza, ci ha presentato le ospiti e ci ha illustrato la loro professione e il motivo per cui si sono unite a noi durante la lezione, cioè parlare di un tema molto sentito in questa epoca storica: i reati informatici.
  2. La scrittrice e giornalista , Sara Magnoli, ci ha brevemente presentato il suo libro intitolato “Dark Web” ovvero il lato più oscuro e pericoloso di Internet (per esempio dove è possibile acquistare addirittura organi al mercato nero). Il libro parla di una ragazzina di circa la nostra età avvicinata via chat da un soggetto che fingeva di amarla, ma il cui reale scopo era indurla a mostrargli “materiale compromettente” (ci siamo capiti) per poi ricattarla.
  3. Le esperte informatiche forensi ci hanno illustrato in cosa consiste il Dark Web e ci hanno indicato alcuni reati informatici perseguibili col carcere, come il possesso di materiale pedopornografico, e cosa fare se qualche sconosciuto dovesse contattarci e inviarci, per esempio, qualche materiale come quello indicato sopra: bisogna cancellare il materiale e segnalare l’individuo che ce l’ha divulgato.
  4. Infine ci hanno dato uno spazio nella lezione per consentirci di fare domande, ma erano state talmente esaustive che ce ne sono state  pochissime.

L’incontro è stato veramente interessante e utile. In sostanza è stato bello assistere a questo incontro nel quale sono stati trattati argomenti molto importanti per i ragazzi della nostra età. 

(Davide B.)

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Non ci sono solo sono reati, come quello del libro, ma anche reati involontari, come la non-denuncia di foto o video pedo-pornografici, o la detenzione di foto sul proprio dispositivo, anche se non volute. Loro (Eva Balzarotti e Maria Pia Izzo) si occupano anche di controllare tutti i dispositivi che il sospettato ha usato per commettere il crimine, reati che sono anche la compra-vendita di prodotti, qualche volta ammessi dalla legge, qualche volta no, su siti della dark web.
Tutti questi crimini li possiamo sintetizzare in punti:
·         la pratica del sexting, ovvero l’ammirazione apparente di una persona, per poi chiederle foto personali, a loro volta trasmesse in rete. Quest’ azione può provocare seri danni alla vittima, fino a portarla al suicidio. 
·         la compra-vendita di prodotti leciti e non su siti malevoli. Questa pratica, è molto diffusa ED è CONSIDERATA REATO.
·         la detenzione di foto private, voluta o no, è considerata anche questa reato
Tutte queste brutte azioni, sono solo una parte che le esperte ci hanno raccontato di un mondo apparentemente piccolo per stare dentro un computer o un telefonino, ma veramente immenso. Per me l’arma migliore, nel caso del sexting, è ignorare la persona,  e, anche se si è capito troppo tardi di essere nei guai, è giusto DENUNCIARE.

(Luca F.)

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Ho imparato che Internet, oltre ad essere uno strumento di grande utilità, perché ci permette di conoscere ciò che ci circonda  in tempo reale, è anche un "oggetto" molto pericoloso, se non si naviga con attenzione, se ti ritrovi a parlare con persone che si fingono della tua età, ma sono molto più grandi e vogliono rubarti i tuoi dati sensibili, senza che tu te ne accorga, con conversazioni sempre più intime e richieste esagerate, con, inoltre, sfide molto pericolose per metterti alla prova e farti soffrire; oppure ti imbatti in link dove regalano soldi o altro, ma, aperto il sito, ti inviano virus nel telefono che ti rubano tutti i dati personali.
Si può anche finire in galera, se qualcuno posta foto di una persona senza il suo consenso, rischiando una denuncia. In conclusione è importante stare attenti in che mani lasciare uno strumento che permette di andare sui social e che naviga su Internet, per evitare di finire nei guai. E’ importante fare affidamento su persone adulte che ci sanno dare giuste indicazioni.

(Elisa M.)

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Il 03 Aprile abbiamo avuto un incontro con Sara Magnoli, l’autrice del libro “Dark Web” e due esperte di informatica forense, Eva Barzarotti e Maria Pia Izzo. 
A turno hanno parlato delle insidie del web e di cosa sia il Dark Web.
In pratica il Dark Web è l'insieme di contenuti che costituiscono una sorta di mondo parallelo al web che utilizziamo tutti i giorni. Questo mondo parallelo, di cui fino a prima dell’incontro non conoscevo l’esistenza, è la parte più oscura e più pericolosa del web, dove è possibile trovare e comprare qualsiasi cosa (cose illegali come droghe, armi e addirittura persone e organi umani).
Noi ragazzi troppo spesso sottovalutiamo che cosa ci sia nel web e soprattutto i danni che potrebbe arrecarci. Attraverso il dark web, pedofili e gente poco raccomandabile riescono a contattare ragazzini e bambini sprovveduti che ingenuamente si fidano. 
La pericolosità di questa parte di Internet mi ha aperto gli occhi.     
Spesso, quando gioco online, i miei genitori chiedono con chi io stia giocando e mi ripetono sempre di non dare il mio nome o cognome a gente che magari cerca di contattarmi. Ho sempre pensato che queste raccomandazioni fossero eccessive, ma ora capisco che non è così. 
Certo continuerò a giocare online, a utilizzare Internet per ricerche e altro, ma ora so l’importanza di quello che mi è stato detto, so che non tutti sono brave persone e che non tutti hanno buone intenzioni.
La gente si maschera dietro falsi profili per avvicinare gli ingenui, non solo giovani ma anche adulti.     
Mi è stato molto utile capire cosa fare nel caso dovessi capitare in una situazione anomala, se dovessi trovare materiale pedopornografico, ad esempio, o richieste strane da parte di sconosciuti: senz’altro dovrei avvisare i miei genitori e con loro la polizia postale e mai condividere questi contenuti in quanto diventerei complice di un reato grave.

(Samuele C.)


La classe al completo (per privacy, le immagini degli studenti e i loro nomi risultano offuscati)
a destra l'intervento di Sara Magnoli.


sabato 4 aprile 2020

SCRIVERE DURANTE L'EMERGENZA CORONAVIRUS. L'articolo su "Oltre"

Ringrazio "Oltre" per avere chiesto il mio piccolo contributo

Prendiamo foglio e penna e diamo vita a parole bellissime...

Scrivere. Durante l’emergenza da Coronavirus. Scrivere per esternare le proprie paure, le proprie emozioni. Scrivere non per forza per essere letti da altri, ma per pensare, per riflettere, per farsi coraggio. In un momento difficile, drammatico, in un momento in cui si è chiusi in casa e, al di là dei social, delle serie tv, della lettura, ci si ritrova più facilmente a parlare con se stessi e ad ascoltare i propri timori e le proprie ansie, ma anche a sognare come potrà essere dopo, ecco che scrivere ciò che ci si muove dentro, o anche una storia che ci viene a chiedere di essere raccontata può diventare qualcosa di più. Può quasi essere una terapia.
E può aiutare chi della scrittura ha fatto un mestiere, ma anche chiunque di noi senta il bisogno di mettere nero su bianco ciò che prova.
E di emozioni e di sentimenti, dalla paura allo smarrimento, sono piene anche le riflessioni della maggior parte degli adolescenti, come testimonia Laura Veroni, giallista varesina docente di lettere alla scuola secondaria di primo grado Vidoletti di Varese. «Fin dai primi giorni di chiusura delle scuole – spiega -, attraverso una lettera inoltrata con il registro elettronico ho chiesto ai miei studenti di terza di raccontare in un tema di riflessione i loro sentimenti, le loro emozioni. Sono emerse riflessioni profonde: la paura, più che per sé per i loro nonni, ma anche un senso di smarrimento». Come scrittrice, invece, lei sta utilizzando molto il suo blog.
Laura Veroni, giallista e docente di lettere alla scuola secondaria di primo grado
Vidoletti di Varese fa scrivere ai suoi alunni le riflessioni suscitate dal momento.