sabato 4 luglio 2020

IL PITTORE, di Gino Marchitelli


IL PITTORE, Gino Marchitelli, Red Duck Edizioni

Da tanto tempo non mi capitava di imbattermi in una lettura così coinvolgente, una di quelle che non ti staccheresti mai dalle pagine, che lasceresti da parte qualunque altra cosa, che dimenticheresti persino di mangiare per vedere come procederà la storia, per scorgere come andrà a finire, ma che ti dispiace sapere che finirà.  

Ho letto quasi d'un fiato il giallo ambientato a Carovigno, piccolo comune del Salento brindisino, che l'autore stesso definisce una perla, un gioiello del Sud, immerso tra il blu del mare e il verde degli uliveti. Ambientazione reale, che fa da sfondo a una storia di fantasia ma che, è sempre l'autore ad affermarlo, potrebbe anche essere realtà, potrebbe davvero accadere, in una condizione di miseria, ignoranza e disperazione, come quella che vivono i protagonisti del romanzo.
Il giallo ha inizio con un espediente letterario, rappresentato da una famiglia inglese che nel mese di Aprile si reca in vacanza nel Salento. Meravigliose le descrizioni che l'autore fa dei luoghi. Il ritrovamento da parte dei turisti inglesi del cadavere di una giovane donna sulla spiaggia dà inizio alla narrazione. Da questo momento, quelli che sembravano dover essere i protagonisti della storia escono di scena, lasciando spazio a tutt'altra realtà e ad altri personaggi. Trattandosi di un giallo, si sarebbe portati a pensare che al centro della vicenda siano gli "investigatori", in questo caso i carabinieri affiancati dal commissario milanese Lorenzi e dalla sua compagna, la giornalista di Radio Popolare, Cristina, che, giunti nella località di vacanza, si trovano coinvolti "senza volerlo" (si fa per dire) nelle indagini; ma non è propriamente così, in quanto emergono molto di più le figure di tre ragazzi, Tony lu mazzu, Rocco e Angelo, persi nel "deserto" del nulla: niente lavoro, niente titolo di studio, niente valori, i tre amici trascorrono la propria esistenza da sbandati tra droghe sintetiche, alcool, festini fatti di sesso selvaggio (a questo proposito, molto crude e realistiche le descrizioni delle scene, come la storia richiede. L'autore non usa mezzi termini, va diretto, non edulcora la pillola, ma sbatte in faccia al lettore la realtà nei dettagli, rendendola visibile, perché è così che deve esser fatto per essere credibile).
Il titolo "Il pittore" fa riferimento alla figura di un anziano pittore danese, trasferitosi in Salento, che con i suoi dipinti e la passione per la fotografia contribuirà a dare una mano alle indagini. Ma, la sua, è, in realtà, una figura marginale.     
Tra i personaggi anche due turiste tedesche. 
Mi piace sostenere che protagonista assoluto della storia sia il dramma, quello della vita che va alla deriva, quello interiore vissuto dai tre giovani, un dramma che emerge dalle pagine, magistralmente narrato dall'autore, che, a tratti, interviene come voce narrante all'interno della storia, richiamando l'attenzione del lettore sulla psicologia dei protagonisti, sulle motivazioni che li hanno portati a un'esistenza di perdizione.    
Il ritmo è incalzante, la storia trainante, i personaggi credibili, le emozioni vissute dai protagonisti diventano quelle di chi legge, la tragedia e il tormento che ne consegue travolgono letteralmente, rendendo partecipi del dramma, suscitando sentimenti contrastanti di condanna e di perdono, di pena e solidarietà.   
Una grande interpretazione da parte di Marchitelli di quello che rappresenta il dramma dell'era giovanile moderna.
Un romanzo, non solo un giallo, da leggere assolutamente.


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