GEO-CITTADINANZA
(appunti personali dal webinar sull'educazione civica)
La geocittadinanza deve
prendere in considerazione il paesaggio, l'umanità e la consapevolezza che tutti
noi facciamo parte di un territorio.
La geografia deve intervenire per dare un contributo alla cittadinanza digitale.
La geografia deve intervenire per dare un contributo alla cittadinanza digitale.
Il ruolo formativo della
geografia si basa sul rapporto uomini e luoghi e, in quest'ottica, la cittadinanza
va intesa come rete di relazioni transcolari, conoscenza dello spazio fisico,
sociale, economico e culturale.
Impariamo a essere
cittadini della nostra scuola, del Comune, dell'Italia, dell'Europa, del mondo.
La cittadinanza deve essere collegata alla globalizzazione. Studiare geografia
per il bambino equivale a fare un percorso di cittadinanza, un percorso di
apertura della mente che porta a sviluppare dei progetti e che ci vede
protagonisti del nostro spazio di vita.
Alcune competenze
geografiche sono fondamentali per l'esercizio della cittadinanza come
l'attenzione alla disuguaglianza e l'attenzione all'inclusione (es: il migrante
che collega mondi diversi).
Le linee guida dell'educazione civica ci chiedono di calarci nel territorio per sviluppare l'appartenenza ad esso. La scuola è uno dei più importanti autori del territorio: occorre educare a una cittadinanza attiva e critica, solo così possiamo evitare la dispersione scolastica che dipende, tra le altre cose, dal fatto che la scuola si trova spesso scollegata dal territorio.
Le linee guida dell'educazione civica ci chiedono di calarci nel territorio per sviluppare l'appartenenza ad esso. La scuola è uno dei più importanti autori del territorio: occorre educare a una cittadinanza attiva e critica, solo così possiamo evitare la dispersione scolastica che dipende, tra le altre cose, dal fatto che la scuola si trova spesso scollegata dal territorio.
Insegnare geografia
equivale a dare una visione del mondo con i suoi valori.
Gli obiettivi della
geografia sono:
insegnare e analizzare i cambiamenti spaziali,
sviluppare una visione geografica dei luoghi
educare alla consapevolezza, alla responsabilità nella gestione delle risorse del territorio
affrontare le questioni relative agli esseri umani e agli spazi.
Il nostro abitare è collegato ai luoghi: dobbiamo diventare consapevoli della complessità del mondo contemporaneo e per questo occorre educare alla diversità culturale, riconoscere gli aspetti spaziali anche della Costituzione Italiana.
insegnare e analizzare i cambiamenti spaziali,
sviluppare una visione geografica dei luoghi
educare alla consapevolezza, alla responsabilità nella gestione delle risorse del territorio
affrontare le questioni relative agli esseri umani e agli spazi.
Il nostro abitare è collegato ai luoghi: dobbiamo diventare consapevoli della complessità del mondo contemporaneo e per questo occorre educare alla diversità culturale, riconoscere gli aspetti spaziali anche della Costituzione Italiana.
Per esempio, il primo
articolo della Costituzione punta molto sulla questione del lavoro: dobbiamo
allora considerare il lavoro come locale, come collegato agli altri paesi e
come opportunità di rivedere la diversità. L'articolo 9 della Costituzione
tutela il paesaggio, l'articolo 17 tratta della tutela dell'ambiente, di
sostenibilità ambientale, di biodiversità. Chiediamoci perché bisogna tutelare
l'ambiente.
Per quanto riguarda
l'educazione civica c'è una dicotomia tra disciplinarismo e trasversalità. La
scuola italiana è fatta di questa dicotomia ed è una scuola fondata sulle
discipline umanistiche e scientifiche e così via. Occorre invece una maggiore
trasversalità, l'interconnessione dei saperi.
Da qualche tempo si
programma per competenze, per Uda. L'educazione civica deve essere una materia
trasversale: bisogna quindi organizzare le conoscenze nel senso della
trasversalità, bisogna lavorare per insiemi, concepire le materie e soprattutto
la cittadinanza per insiemi, favorendo il senso di responsabilità e di
cittadinanza, non bisogna rinchiudersi nel locale, nel particolare. Le
discipline devono collegarsi tra di loro, bisogna educare all'integrazione, al
raccordo, all'interazione dei saperi. I ragazzi non devono conoscere tutto: è
importante che sappiano gestire la
conoscenza, perché l'unitarietà di un curricolo condiviso è fondamentale.
Atteggiamenti e
comportamenti responsabili costituiscono un esercizio concreto di cittadinanza.
Compito della scuola è
integrare il curriculum scolastico con cittadinanza: cosa contiene già il
nostro curricolo? cosa va integrato? Poi occorre inserire il tutto nella
dimensione progettuale del PTOF, unendo teoria, conoscenza e pratica.
Ma chi deve insegnare
cittadinanza? Occorre creare un gruppo di lavoro che sia costituito da docenti
di diverse discipline.
Gli strumenti saranno l'analisi disciplinare, la gradualità, il curricolo verticale; le metodologie la cooperative learning, il service learning.
Gli strumenti saranno l'analisi disciplinare, la gradualità, il curricolo verticale; le metodologie la cooperative learning, il service learning.
La nota del ministero del
16 luglio dice che i destinatari sono i referenti
dell'educazione civica che verranno comunicati entro il 31 ottobre. Ci sarà
una formazione dei docenti tutor di 40 ore, di cui 10 saranno ore di lezione. Un
docente verrà formato e diventerà tutor della scuola e a sua volta formerà i
colleghi. Il docente tutor terrà i contatti con la polizia, con la Croce rossa,
con gli enti locali, eccetera sul territorio. Dovrà prevedere anche esempi di
curricolo e realizzare la griglia di valutazione della disciplina.
Le linee guida insistono
sull'insegnamento trasversale. Le materie coinvolte saranno principalmente:
storia, geografia, educazione civica, informatica, scienze, economia.
A settembre ci sarà un
lavoro di programmazione che tratterà i nuclei concettuali quali: lo sviluppo
sostenibile, la costituzione, il diritto, la legalità, la solidarietà,
l'economia, la cittadinanza digitale...
Per sviluppo sostenibile
si intende l'educazione ambientale, il rispetto del benessere psicofisico nella
tutela del patrimonio della comunità, l'educazione alla salute, il rispetto
degli animali, la protezione civile eccetera.
Quali docenti se ne
dovranno occupare? Uno o più docenti del consiglio di classe? Non
necessariamente il docente del consiglio di classe sarà il coordinatore,
infatti chi deve coordinare dipende dal tipo di scuola (per esempio, nelle
scuole superiori, l'insegnante di diritto).
Chiediamoci che cosa inseriamo
all'interno del progetto. Possono esserci delle compresenze. Il coordinamento
viene attribuito a un insegnante di educazione civica per la scuola secondaria
di primo grado, e la valutazione della disciplina sarà obbligatoria.
Nel tempo dedicato a
questo insegnamento, i docenti, sulla base della programmazione già svolta in
seno al consiglio di classe con la definizione preventiva dei traguardi di
competenza e degli obiettivi/risultati di apprendimento, potranno proporre
attività didattiche che sviluppino con sistematicità e progressività conoscenze,
abilità relative ai tre nuclei fondamentali avvalendosi di unità didattiche di
singoli docenti o di unità di apprendimento e moduli interdisciplinari. In sede
di scrutinio il docente coordinatore dell'insegnamento formula poi la proposta
di valutazione espressa ai sensi della normativa vigente da inserire nel
documento di valutazione acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del team o
del consiglio di classe cui affidato l'insegnamento dell'educazione civica.
Ma cosa possiamo insegnare
per insegnare geocittadinanza?
Possiamo trattare di Costituzione,
di diritto, di legalità, di solidarietà, quali regole pensiamo di poter
rispettare a scuola (diciamolo ai nostri ragazzi, chiediamo loro perché, quali
sono le più semplici da seguire), inventiamo il nostro Stato e mettiamolo nella
scuola. Durante il lockdown, per esempio, il nostro stato era la nostra casa,
la famiglia; tornando a scuola il nostro Stato sarà la classe. Proviamo a
costruire allora uno Stato: questo ci costringe a riflettere su tutti i suoi
elementi, partiamo per esempio da inni e bandiere. Teniamo presente anche che
c'è molta povertà geografica. Dobbiamo partire dalle conoscenze basilari, per
esempio facciamo il gioco delle province e costruiamo delle carte geografiche
mute, prendiamo dei tappi di bottiglia sui quali scriviamo per esempio i nomi
delle province e invitiamo i ragazzi a posizionarle nei punti corretti. Possiamo
anche progettare un plastico di una strada per fare poi educazione stradale, i
ragazzi delle medie possono per esempio seguire dei progetti tipo "adotta
un terrazzamento", si possono fare riprese con un drone, per vedere la
connessione tra la società e la natura eccetera.
La carta internazionale
sull'educazione geografica ci dice che lo studio della geografia aiuta le
persone a capire e apprezzare come si sono formati i luoghi e i paesaggi, come
interagiscono le persone, gli ambienti, quali sono le conseguenze che derivano
dalle nostre decisioni quotidiane che riguardano lo spazio e il mosaico delle
culture e delle società diverse e interconnesse che esistono sulla terra, per
questo la geografia dovrebbe essere
considerata come una componente essenziale dell'educazione di tutti i cittadini
in tutte le società. L'obiettivo è quello di formare cittadini responsabili
che partecipano attivamente e consapevolmente alla vita civica, culturale e
sociale. L'educazione alla cittadinanza non può essere una materia come tutte
le altre, qui si parla di educazione non di istruzione, allora bisogna attirare,
sedurre e far emergere ciò che sta dentro le idee, le speranze, lo spirito
critico, la propria specificità, perché istruire è omologare, mentre educare è
far appropriare, fare esaltare quello che riguarda l'individuo.
Bisogna lavorare per compito autentico che è compito di realtà, ponendo una situazione, cioè il problema di ampio respiro, quindi complesso, dare delle tecniche e soluzioni non definite ma aperte, utilizzare modalità di lavoro collettivo o collaborative con fondamenti pedagogici tipo l'apprendimento con le competenze che possono essere apprese e valutate solo un ambiente di apprendimento di tipo collaborativo. Importante anche l'apprendimento significativo come apprendimento relazionale che mette cioè in relazione ciclica la nostra struttura concettuale, la percezione della realtà materiale, le situazioni di apprendimento che consentano agli studenti di esplorare, discutere e costruire significativamente concetti e relazioni in contesti che coinvolgono problemi e progetti reali, che sono pertinenti all'alunno.
In quale luogo fare tutto ciò? A scuola, a casa, altrove, tipo luoghi pubblici e privati, all'aperto oppure al chiuso.
Chi se ne deve occupare? I docenti, che devono dare obiettivi chiari, utilizzare creatività, fantasia, bricolage, leggerezza, mentre i discenti devono avere fiducia nei docenti e curiosità di apprendere la costituzione, per esempio, il diritto, la legalità e la solidarietà. Partiamo dalle regole e dai regolamenti scolastici condivisi, differenziati per spazi e funzioni degli spazi, diamo delle regole per vivere in uno spazio: quale di queste pensiamo di poter rispettare? quali articoli ci devono essere nella vostra costituzione? Se poteste creare uno stato, quale sarebbe, come si chiamerebbe, come sarebbe organizzato? E allora creiamo l'inno, una bandiera nazionale, per conoscere lo Stato che inventiamo noi (per esempio poi, partendo sempre dalla costituzione, teniamo presente la conoscenza dell'ordinamento dello stato, delle regioni, degli enti territoriali, delle autonomie locali e delle organizzazioni internazionali e sovranazionali, prima fra tutte l'idea e lo sviluppo storico dell'Unione Europea delle Nazioni Unite). Bisogna partire dalla conoscenza di dove siamo, proposta anche come gioco, come quello appunto delle province; parliamo per esempio anche delle rotte, delle storie dei migranti, dal pomodoro alla legalità, teniamo presenti discipline che possono collaborare tra loro, di argomenti come la costituzione italiana, dal locale al globale, dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo fino all'Onu, possiamo trattare la storia di Malala, collegarla con la storia, la geografia, il simbolo della lotta per l'indipendenza femminile, il premio Nobel, l'analfabetismo nell'ambito della geografia, le cause religiose, la condizione delle donne (per esempio per parlare del diritto all'istruzione).
Bisogna lavorare per compito autentico che è compito di realtà, ponendo una situazione, cioè il problema di ampio respiro, quindi complesso, dare delle tecniche e soluzioni non definite ma aperte, utilizzare modalità di lavoro collettivo o collaborative con fondamenti pedagogici tipo l'apprendimento con le competenze che possono essere apprese e valutate solo un ambiente di apprendimento di tipo collaborativo. Importante anche l'apprendimento significativo come apprendimento relazionale che mette cioè in relazione ciclica la nostra struttura concettuale, la percezione della realtà materiale, le situazioni di apprendimento che consentano agli studenti di esplorare, discutere e costruire significativamente concetti e relazioni in contesti che coinvolgono problemi e progetti reali, che sono pertinenti all'alunno.
In quale luogo fare tutto ciò? A scuola, a casa, altrove, tipo luoghi pubblici e privati, all'aperto oppure al chiuso.
Chi se ne deve occupare? I docenti, che devono dare obiettivi chiari, utilizzare creatività, fantasia, bricolage, leggerezza, mentre i discenti devono avere fiducia nei docenti e curiosità di apprendere la costituzione, per esempio, il diritto, la legalità e la solidarietà. Partiamo dalle regole e dai regolamenti scolastici condivisi, differenziati per spazi e funzioni degli spazi, diamo delle regole per vivere in uno spazio: quale di queste pensiamo di poter rispettare? quali articoli ci devono essere nella vostra costituzione? Se poteste creare uno stato, quale sarebbe, come si chiamerebbe, come sarebbe organizzato? E allora creiamo l'inno, una bandiera nazionale, per conoscere lo Stato che inventiamo noi (per esempio poi, partendo sempre dalla costituzione, teniamo presente la conoscenza dell'ordinamento dello stato, delle regioni, degli enti territoriali, delle autonomie locali e delle organizzazioni internazionali e sovranazionali, prima fra tutte l'idea e lo sviluppo storico dell'Unione Europea delle Nazioni Unite). Bisogna partire dalla conoscenza di dove siamo, proposta anche come gioco, come quello appunto delle province; parliamo per esempio anche delle rotte, delle storie dei migranti, dal pomodoro alla legalità, teniamo presenti discipline che possono collaborare tra loro, di argomenti come la costituzione italiana, dal locale al globale, dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo fino all'Onu, possiamo trattare la storia di Malala, collegarla con la storia, la geografia, il simbolo della lotta per l'indipendenza femminile, il premio Nobel, l'analfabetismo nell'ambito della geografia, le cause religiose, la condizione delle donne (per esempio per parlare del diritto all'istruzione).
Che cos'è invece la
cittadinanza digitale?
Per cittadinanza digitale
deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente
dei mezzi di comunicazione virtuale.
Occorre consentire l'acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo.
Dall'altra bisogna mettere i giovani al corrente dei rischi e delle insidie che l'ambiente digitale comporta e considerando anche le conseguenze sul piano concreto.
Occorre consentire l'acquisizione di informazioni e competenze utili a migliorare questo nuovo e così radicato modo di stare nel mondo.
Dall'altra bisogna mettere i giovani al corrente dei rischi e delle insidie che l'ambiente digitale comporta e considerando anche le conseguenze sul piano concreto.
Facciamo il gioco del
"Cosa succederebbe se", l'obiettivo è quello di creare nuovi scenari
per il futuro a partire dal cosa succederebbe se unito ad una buona dose di
fantasia applicato alle varie branche della geografia, come ad esempio la
geografia politica (cosa succederebbe se la figlia o di Trump si dovesse
innamorare perdutamente di King Young Un) oppure la geografia economica (cosa
succederebbe se permettessimo di chiamare e vendere come made in Italy solo ciò
che è prodotto completamente in Italia) o la geografia locale (cosa
succederebbe in paese se dovesse chiudere il bar sport centrale) o la geografia
urbana (cosa succederebbe se per precauzione dovessimo chiudere tutte le città
con più di 10.000 abitanti) o la geografia regionale (cosa succederebbe se
tutti i comuni di confine dovessero votare per cambiare e regione) o la
geografia medica (cosa succederebbe se un nuovo focolaio covid dovesse
scoppiare domani nella stazione dei treni a Bologna) o la geografia litorale (cosa
succederebbe in Italia se livello del mare dovesse salire di oltre un metro) o la
cartografia (cosa succederebbe se tutti i GPS dovessero perdere la bussola) o
la geomorfologia (cosa succederebbe se tutti i futuri italiani una domani per
pigrizia dovessero effettuare un classico salto di meandro) o la geodesia (cosa
succederebbe se la terra inciampando si dovesse schiacciare ulteriormente ai
poli) e chi più ne ha più ne metta.
L'Educazione alla
cittadinanza consterà di 33 ore per ciascun anno scolastico che possono essere
gestite come si vuole (1 a settimana o di più, concentrate in un solo
quadrimestre o spalmate su entrambi i quadrimestri).
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