Ringrazio "Oltre" per avere chiesto il mio piccolo contributo
Prendiamo foglio e penna e diamo vita a parole bellissime...
Scrivere. Durante l’emergenza da
Coronavirus. Scrivere per esternare le proprie paure, le proprie emozioni. Scrivere non per forza per essere letti
da altri, ma per pensare, per riflettere, per farsi coraggio. In un momento difficile, drammatico, in un momento in cui si è chiusi
in casa e, al di là dei social, delle serie tv, della lettura, ci si ritrova più facilmente a parlare
con se stessi e ad ascoltare i
propri timori e le proprie ansie, ma anche a sognare come potrà essere dopo, ecco che
scrivere ciò che ci si muove dentro, o anche una storia che ci viene a chiedere di essere raccontata
può diventare qualcosa di più. Può quasi essere una terapia.
E può aiutare chi della
scrittura ha fatto un mestiere, ma anche chiunque di noi senta il bisogno di
mettere nero su bianco ciò che prova.
E di emozioni e di sentimenti,
dalla paura allo smarrimento, sono piene anche le riflessioni della maggior parte degli adolescenti, come
testimonia Laura Veroni, giallista varesina docente di lettere alla scuola secondaria di primo grado
Vidoletti di Varese. «Fin dai primi giorni di chiusura delle scuole – spiega -, attraverso una lettera
inoltrata con il registro elettronico ho chiesto ai miei studenti di terza di raccontare in un tema di
riflessione i loro sentimenti, le loro emozioni. Sono emerse riflessioni
profonde: la paura, più che per sé per i loro nonni, ma anche un senso di
smarrimento». Come scrittrice, invece, lei sta utilizzando molto il suo blog.
Laura Veroni, giallista e docente di lettere alla scuola secondaria di primo grado
Vidoletti di Varese fa scrivere ai suoi alunni le riflessioni suscitate dal momento.
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