Casa della prof, 05 03 2020
Buongiorno,
ragazzi,
come state?
In questi giorni di chiusura delle scuole e in questo clima di incertezza che tutto il Paese sta vivendo, cerco di immaginare quali possano essere i vostri pensieri e le vostre paure, ma confesso che non ci riesco. Mi rendo conto che vedo la situazione con gli occhi dell'adulto e non con quelli del preadolescente e dell'adolescente, quali siete voi. Tuttavia, nemmeno con quelli che mi appartengono riesco a vedere chiaro. Già, proprio così, perché di chiaro c'è ben poco. Ognuno dice la propria, come avrete notato o come vi avranno riferito i vostri genitori. La televisione non parla d'altro, su qualunque canale ci si sintonizzi l'argomento è sempre lo stesso: il coronavirus o COVID-19 per usare il termine scientifico. I social straripano di post sull'argomento. Le notizie sono ora allarmanti ora rassicuranti. I mass media ci propinano quotidianamente i dati riferiti a persone contagiate, in terapia intensiva e in rianimazione, nonché il numero dei morti, regione per regione. Sembra un bollettino di guerra.
E, in tutto questo, ci dicono di stare tranquilli, che basta lavarsi bene le mani, stare a due metri di distanza dagli altri, non frequentare luoghi affollati, tossire e starnutire nell'incavo del braccio, non toccarsi bocca, occhi e naso quando siamo fuori casa, ecc... Intanto il numero dei contagiati aumenta di giorno in giorno e le scuole, così come altre attività, rimangono chiuse. Allora immagino che qualcuno di voi si domandi perché. Come vi sentite a questo proposito? Come state vivendo questa "vacanza forzata"? Vi sentite in vacanza o no? Io, personalmente, no. E credo che nessun lavoratore ci si senta. Molti stanno lavorando da casa con il sistema dello smart working, obbligatorio per la Pubblica Amministrazione; altri si ritrovano disoccupati, con tutte le conseguenze drammatiche che questo comporta.
Suppongo che qualcuno di voi abbia forse esultato quando è stata comunicata la notizia della chiusura delle scuole. <<Evviva, niente lezioni, niente compiti!>>. Sembrava quasi un premio, vero? Questo per un giorno, per due, per tre. Poi... poi deve essere scattato nella testa di ognuno qualcosa, quando la chiusura è stata prolungata di un'altra settimana. E ora che si parla del 15 Marzo, come possibile data di riapertura (sempre che nel frattempo la situazione non peggiori ulteriormente), sono pronta a scommettere che la spensieratezza iniziale è svanita e al suo posto è subentrata quella che noi adulti abbiamo percepito da subito: la preoccupazione.
Ma, se questo stato d'animo si protrae nel tempo, tende a trasformarsi in ansia e poi in angoscia, per alcuni addirittura in panico. Ed ecco che l'irrazionalità pende il sopravvento.
Quindi? Che cosa dovremmo fare, mi chiederete?
Cercate di stare sereni (qualcuno di voi dirà: <<E chi si è mai preoccupato?>>, ma non per tutti è così) e seguite i consigli che vi danno i vostri genitori e gli adulti di riferimento; seguite le regole igieniche di base come lavarsi le mani (bene, mi raccomando, non velocemente!, dito per dito, palmo e dorso per almeno 20 secondi), utilizzate salviette personali, evitate i bagni pubblici; evitate gli ambienti affollati (tutte cose che avrete sentito dire migliaia di volte in questi giorni, ma ve le ricordo anch'io). Pare che il virus colpisca soprattutto anziani, adulti e sicuramente persone già debilitate, per cui voi dovreste stare tranquilli.
Le scuole sono chiuse per limitare il contagio e la diffusione del virus, perché voi potreste essere portatori sani o malati asintomatici, cioè persone contagiate che non accusano i sintomi.
Detto tutto questo (e sono cose che, sono sicura, conoscete già), vengo a noi.
Non sentitevi abbandonati dai vostri insegnanti, perché noi ci siamo, vi pensiamo e ci stiamo attivando per venire incontro al problema studio, compiti, recuperi. NON ANGOSCIATEVI, vi prego, non figuratevi scenari catastrofici alla riapertura della scuola: saremo clementi e comprensivi. Sappiate che nemmeno noi docenti abbiamo mai vissuto nulla del genere nella nostra vita, quindi siamo tutti sulla stessa barca, come si suol dire, e capiamo perfettamente le difficoltà che ci troveremo ad affrontare insieme. Insieme, capito? Non da soli.
Voglio tranquillizzare soprattutto voi, ragazzi di prima, e poi voi, ragazzi di seconda che siete sempre così ossessionati dalle malattie (nelle ore di cittadinanza e geografia mi portate sempre su quel discorso); mi preoccupo meno, invece, per le ansie di voi, ragazzi di terza, un po' perché siete più grandi e più maturi, un po' perché vi vedevo già in classe, gli ultimi tempi prima della chiusura, rilassati nei confronti del virus. Magari, nel frattempo, le cose sono cambiate, però, chissà.
Cosa fare in attesa di incontrarci nuovamente? Alcune cose ve le ho scritte nel Registro Elettronico (spero le abbiate viste). Per voi, ragazzi di prima, non ho assegnato nulla, poiché siamo molto avanti con il programma (un bel "Bravi" ve lo meritate, per avermi seguita in questo modo); magari leggete un buon libro, che potrebbe essere quello di cui abbiamo parlato in classe, ricordate? "Mio fratello rincorre i dinosauri". Ma va bene anche un libro qualsiasi (non mandate in giro i vostri genitori a cercalo, che li immagino già indaffarati a occuparsi - e preoccuparsi - di voi, per affidarvi alle cure dei nonni). Voi, ragazzi di seconda e terza, continuate a seguire il R.E., poiché potreste trovare a breve nuove indicazioni.
Se avete voglia, bisogno, desiderio di contattarmi, anche solo per raccontarmi come state o come state trascorrendo queste vostre giornate un po' particolari, avete il mio indirizzo di posta elettronica.
Vi abbraccio tutti (ma proprio tutti) e aspettiamo insieme che la situazione si sblocchi e che la scuola torni a vivere delle nostre storie quotidiane, dei vostri schiamazzi, dello scalpiccio dei vostri piedi, perché vuota è triste anche da vedere.
come state?
In questi giorni di chiusura delle scuole e in questo clima di incertezza che tutto il Paese sta vivendo, cerco di immaginare quali possano essere i vostri pensieri e le vostre paure, ma confesso che non ci riesco. Mi rendo conto che vedo la situazione con gli occhi dell'adulto e non con quelli del preadolescente e dell'adolescente, quali siete voi. Tuttavia, nemmeno con quelli che mi appartengono riesco a vedere chiaro. Già, proprio così, perché di chiaro c'è ben poco. Ognuno dice la propria, come avrete notato o come vi avranno riferito i vostri genitori. La televisione non parla d'altro, su qualunque canale ci si sintonizzi l'argomento è sempre lo stesso: il coronavirus o COVID-19 per usare il termine scientifico. I social straripano di post sull'argomento. Le notizie sono ora allarmanti ora rassicuranti. I mass media ci propinano quotidianamente i dati riferiti a persone contagiate, in terapia intensiva e in rianimazione, nonché il numero dei morti, regione per regione. Sembra un bollettino di guerra.
E, in tutto questo, ci dicono di stare tranquilli, che basta lavarsi bene le mani, stare a due metri di distanza dagli altri, non frequentare luoghi affollati, tossire e starnutire nell'incavo del braccio, non toccarsi bocca, occhi e naso quando siamo fuori casa, ecc... Intanto il numero dei contagiati aumenta di giorno in giorno e le scuole, così come altre attività, rimangono chiuse. Allora immagino che qualcuno di voi si domandi perché. Come vi sentite a questo proposito? Come state vivendo questa "vacanza forzata"? Vi sentite in vacanza o no? Io, personalmente, no. E credo che nessun lavoratore ci si senta. Molti stanno lavorando da casa con il sistema dello smart working, obbligatorio per la Pubblica Amministrazione; altri si ritrovano disoccupati, con tutte le conseguenze drammatiche che questo comporta.
Suppongo che qualcuno di voi abbia forse esultato quando è stata comunicata la notizia della chiusura delle scuole. <<Evviva, niente lezioni, niente compiti!>>. Sembrava quasi un premio, vero? Questo per un giorno, per due, per tre. Poi... poi deve essere scattato nella testa di ognuno qualcosa, quando la chiusura è stata prolungata di un'altra settimana. E ora che si parla del 15 Marzo, come possibile data di riapertura (sempre che nel frattempo la situazione non peggiori ulteriormente), sono pronta a scommettere che la spensieratezza iniziale è svanita e al suo posto è subentrata quella che noi adulti abbiamo percepito da subito: la preoccupazione.
Ma, se questo stato d'animo si protrae nel tempo, tende a trasformarsi in ansia e poi in angoscia, per alcuni addirittura in panico. Ed ecco che l'irrazionalità pende il sopravvento.
Quindi? Che cosa dovremmo fare, mi chiederete?
Cercate di stare sereni (qualcuno di voi dirà: <<E chi si è mai preoccupato?>>, ma non per tutti è così) e seguite i consigli che vi danno i vostri genitori e gli adulti di riferimento; seguite le regole igieniche di base come lavarsi le mani (bene, mi raccomando, non velocemente!, dito per dito, palmo e dorso per almeno 20 secondi), utilizzate salviette personali, evitate i bagni pubblici; evitate gli ambienti affollati (tutte cose che avrete sentito dire migliaia di volte in questi giorni, ma ve le ricordo anch'io). Pare che il virus colpisca soprattutto anziani, adulti e sicuramente persone già debilitate, per cui voi dovreste stare tranquilli.
Le scuole sono chiuse per limitare il contagio e la diffusione del virus, perché voi potreste essere portatori sani o malati asintomatici, cioè persone contagiate che non accusano i sintomi.
Detto tutto questo (e sono cose che, sono sicura, conoscete già), vengo a noi.
Non sentitevi abbandonati dai vostri insegnanti, perché noi ci siamo, vi pensiamo e ci stiamo attivando per venire incontro al problema studio, compiti, recuperi. NON ANGOSCIATEVI, vi prego, non figuratevi scenari catastrofici alla riapertura della scuola: saremo clementi e comprensivi. Sappiate che nemmeno noi docenti abbiamo mai vissuto nulla del genere nella nostra vita, quindi siamo tutti sulla stessa barca, come si suol dire, e capiamo perfettamente le difficoltà che ci troveremo ad affrontare insieme. Insieme, capito? Non da soli.
Voglio tranquillizzare soprattutto voi, ragazzi di prima, e poi voi, ragazzi di seconda che siete sempre così ossessionati dalle malattie (nelle ore di cittadinanza e geografia mi portate sempre su quel discorso); mi preoccupo meno, invece, per le ansie di voi, ragazzi di terza, un po' perché siete più grandi e più maturi, un po' perché vi vedevo già in classe, gli ultimi tempi prima della chiusura, rilassati nei confronti del virus. Magari, nel frattempo, le cose sono cambiate, però, chissà.
Cosa fare in attesa di incontrarci nuovamente? Alcune cose ve le ho scritte nel Registro Elettronico (spero le abbiate viste). Per voi, ragazzi di prima, non ho assegnato nulla, poiché siamo molto avanti con il programma (un bel "Bravi" ve lo meritate, per avermi seguita in questo modo); magari leggete un buon libro, che potrebbe essere quello di cui abbiamo parlato in classe, ricordate? "Mio fratello rincorre i dinosauri". Ma va bene anche un libro qualsiasi (non mandate in giro i vostri genitori a cercalo, che li immagino già indaffarati a occuparsi - e preoccuparsi - di voi, per affidarvi alle cure dei nonni). Voi, ragazzi di seconda e terza, continuate a seguire il R.E., poiché potreste trovare a breve nuove indicazioni.
Se avete voglia, bisogno, desiderio di contattarmi, anche solo per raccontarmi come state o come state trascorrendo queste vostre giornate un po' particolari, avete il mio indirizzo di posta elettronica.
Vi abbraccio tutti (ma proprio tutti) e aspettiamo insieme che la situazione si sblocchi e che la scuola torni a vivere delle nostre storie quotidiane, dei vostri schiamazzi, dello scalpiccio dei vostri piedi, perché vuota è triste anche da vedere.
Vi aspetto.
A presto
La vostra prof
Nessun commento:
Posta un commento