Giorni particolari, questi della clausura da Coronavirus, giorni in cui, scuole chiuse, ci troviamo a fare lezione online, attraverso incontri virtuali, in videoconferenza.
Come rendere speciali questi incontri con i nostri alunni, come fare lezione in modo alternativo? Al di là di spiegazioni creative, con la realizzazione da parte dei docenti di slide in Power Point, piuttosto che della pubblicazione in piattaforma (Classroom di Gsuite) di link che rimandano ad articoli di giornale riguardanti fatti di attualità, oppure di filmati inerenti argomenti di studio, ho pensato di invitare degli ospiti, per l'esattezza delle ospiti, che hanno reso davvero speciale la lezione di venerdì. E così, alla videoconferenza di Lettere, sono intervenute la giornalista e scrittrice Sara Magnoli e due esperte di informatica forense, Eva Balzarotti e Maria Pia Izzo, che hanno trattato il delicato argomento del Web.
Al termine dell'incontro, ho lasciato ai ragazzi da scrivere le loro riflessioni.
Ne pubblico alcune.
Un sentito grazie alle ospiti che hanno reso davvero speciale la nostra lezione.
la scrittrice e giornalista Sara Magnoli |
Le informatiche forensi da sinistra Maria Pia Izzo e Eva Balzarotti |
INCONTRO CON SARA MAGNOLI, autrice del
libro giallo per ragazzi “DARK WEB”, e CON LE DUE ESPERTE INFORMATICHE FORENSI
EVA BALZAROTTI e MARIA PIA IZZO.
Per ovvi motivi, quest’anno non si è
potuto svolgere il “Vidoleggiamo” per il quale, con la mia classe, stavamo
lavorando su Hikikomori, Cyberbullismo, tutela della privacy e altri temi
riguardanti il web e i suoi pericoli nascosti.
In quell’occasione si sarebbe dovuta
tenere una conferenza sull’ultimo lavoro della scrittrice varesina Sara
Magnoli, che ha da poco pubblicato un giallo per ragazzi dal titolo “Dark
Web”.
Non potendo vederci di persona l’incontro
si è svolto via web.
- L’autrice si presenta
in modo simpatico, informale e ci introduce la trama del libro: è la
storia di una ragazzina con il sogno di diventare una fashion blogger da
milioni di follower. Ma verrà contattata e adescata da quello che lei
crede essere un giovane stilista, ma che, in realtà, è qualcuno che si
vuole approfittare di lei, chiedendole foto sempre più compromettenti. Eva
(questo è il nome della ragazza) non può parlare con nessuno, soprattutto
con i suoi genitori. Ha solo l’appoggio del suo amico Pio, timido,
impacciato e vittima dei bulli, che capisce che c’è qualcosa che non va in
lei e prova a indagare. Per fortuna sulle tracce dell’adescatore c’è un
ispettore della polizia postale, che si addentra nella darknet, per
indagare e cercare di salvare chi ne resta intrappolato.
- La Magnoli, per
prepararsi alla scrittura del suo libro, ha contattato diversi
professionisti dai quali si è fatta raccontare le loro esperienze. Tali
informazioni le ha usate per ottenere una storia verosimile che potesse
aiutare a capire cosa c’è nel dark web, come difendersi e, nel caso
qualcuno ci cada dentro, sapere che non è solo, ma c’è qualcuno che lo può
salvare.
- Due di quegli esperti
che Sara Magnoli ha contattato erano presenti all’incontro: le
informatiche forensi Eva Balzarotti e Maria Pia Izzo, che dal 2000
gestiscono un’agenzia, la “Atlan 66”, che collabora con tribunali e
magistrati per investigare nel web.
Durante i loro primi anni di attività, il lavoro riguardava principalmente reati di contraffazione soprattutto di CD musicali, spionaggio industriale e stalking. Ora i casi di violenze che avvengono attraverso sistemi digitali e che coinvolgono minori che compiono o subiscono queste violenze sono diventati la maggioranza.
- Quello che le esperte
e Sara Magnoli hanno tenuto a farci capire è che ci sono molti strumenti
per difendersi e che c’è sempre qualcuno che lavora giorno e notte per
proteggerci e per spezzare questa rete illegale e pericolosa. Ci vuole
tempo, ma la polizia postale ha strumenti capaci di individuare e scoprire
la vera identità degli adescatori.
- Per loro è importante
che noi ragazzi capiamo che la prima difesa deve partire da noi e dal
nostro uso consapevole e responsabile del web. Ci hanno raccomandato di
stare sempre attenti, di non credere a tutto quello che vediamo, di non
fidarsi di sconosciuti che ci contattano e di non postare o condividere
foto nostre o altrui di cui ci potremmo pentire. Perché, hanno insistito a
dirci, una volta pubblicata, un’immagine non è più nostra, ma può finire
ovunque in mano a chiunque.
- Infine ci hanno parlato
anche del ruolo dei nostri genitori, che spesso sono all’oscuro di quello
che facciamo in rete. Invece dovremmo coinvolgerli di più e loro
dovrebbero impegnarsi a seguirci, anche se questo significa a volte
scontrarsi con noi e la nostra resistenza a non voler condividere i nostri
“mi piace” con loro.
É stata un’esperienza strana e
interessante, perché abbiamo svolto una conferenza sui rischi del web, tramite
web, il lato negativo e quello positivo che si incontrano. Abbiamo usato uno
strumento per parlare dei suoi stessi pericoli.
Penso che tutti noi, abbiamo capito
qualcosa in più di questo mondo nascosto e pericoloso, che non conoscevo e che
sicuramente sottovalutavo.
In conclusione, quello che ho capito da
questo incontro è che l’uso scorretto e traviato del web viene soprattutto
dagli adulti e dalle loro perversioni che poi si riversano su di noi.
Credo che in futuro i ragazzi saranno
sempre più informati e furbi nell’uso delle nuove tecnologie e gli adulti di
domani ne faranno un uso più sano. Perché siamo nati nell’epoca di internet e
questo mondo per noi, non è trasgressione, ma un semplice strumento da
utilizzare per mille scopi utili, divertenti e istruttivi.
(Giacomo B.)
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Venerdì io e la mia classe abbiamo
partecipato in videoconferenza all’incontro con una scrittrice e due esperte
informatiche forensi. L’incontro (molto interessante) si è articolato in
diversi punti.
- In un primo momento la
prof.ssa Laura Veroni, organizzatrice della videoconferenza, ci ha
presentato le ospiti e ci ha illustrato la loro professione e il motivo
per cui si sono unite a noi durante la lezione, cioè parlare di un tema
molto sentito in questa epoca storica: i reati informatici.
- La scrittrice e
giornalista , Sara Magnoli, ci ha brevemente presentato il suo libro
intitolato “Dark Web” ovvero il lato più oscuro e pericoloso di Internet
(per esempio dove è possibile acquistare addirittura organi al mercato
nero). Il libro parla di una ragazzina di circa la nostra età avvicinata
via chat da un soggetto che fingeva di amarla, ma il cui reale scopo era
indurla a mostrargli “materiale compromettente” (ci siamo capiti) per poi
ricattarla.
- Le esperte
informatiche forensi ci hanno illustrato in cosa consiste il Dark Web e ci
hanno indicato alcuni reati informatici perseguibili col carcere, come il
possesso di materiale pedopornografico, e cosa fare se qualche sconosciuto
dovesse contattarci e inviarci, per esempio, qualche materiale come quello
indicato sopra: bisogna cancellare il materiale e segnalare l’individuo
che ce l’ha divulgato.
- Infine ci hanno dato
uno spazio nella lezione per consentirci di fare domande, ma erano state
talmente esaustive che ce ne sono state pochissime.
L’incontro è stato veramente interessante e utile. In sostanza è stato
bello assistere a questo incontro nel quale sono stati trattati argomenti molto
importanti per i ragazzi della nostra età.
(Davide B.)
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Non ci sono solo sono reati, come quello
del libro, ma anche reati involontari, come la non-denuncia di foto o video
pedo-pornografici, o la detenzione di foto sul proprio dispositivo, anche se
non volute. Loro (Eva Balzarotti e Maria Pia Izzo) si occupano anche di
controllare tutti i dispositivi che il sospettato ha usato per commettere il
crimine, reati che sono anche la compra-vendita di prodotti, qualche volta
ammessi dalla legge, qualche volta no, su siti della dark web.
Tutti questi
crimini li possiamo sintetizzare in punti:
·
la pratica
del sexting, ovvero l’ammirazione apparente di una persona, per poi chiederle
foto personali, a loro volta trasmesse in rete. Quest’ azione può provocare
seri danni alla vittima, fino a portarla al suicidio.
·
la
compra-vendita di prodotti leciti e non su siti malevoli. Questa pratica, è
molto diffusa ED è CONSIDERATA REATO.
·
la detenzione
di foto private, voluta o no, è considerata anche questa reato
Tutte queste
brutte azioni, sono solo una parte che le esperte ci hanno raccontato di un
mondo apparentemente piccolo per stare dentro un computer o un telefonino, ma
veramente immenso. Per me l’arma migliore, nel caso del sexting, è ignorare la
persona, e, anche se si è capito troppo tardi di essere nei guai, è
giusto DENUNCIARE.
(Luca F.)
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Ho imparato che Internet, oltre ad essere uno strumento di grande
utilità, perché ci permette di conoscere ciò che ci circonda in tempo
reale, è anche un "oggetto" molto pericoloso, se non si naviga con
attenzione, se ti ritrovi a parlare con persone che si fingono della tua età,
ma sono molto più grandi e vogliono rubarti i tuoi dati sensibili, senza che tu
te ne accorga, con conversazioni sempre più intime e richieste esagerate, con,
inoltre, sfide molto pericolose per metterti alla prova e farti soffrire; oppure
ti imbatti in link dove regalano soldi o altro, ma, aperto il sito, ti inviano
virus nel telefono che ti rubano tutti i dati personali.
Si può anche finire in galera, se qualcuno
posta foto di una persona senza il suo consenso, rischiando una denuncia. In
conclusione è importante stare attenti in che mani lasciare uno strumento che
permette di andare sui social e che naviga su Internet, per evitare di finire
nei guai. E’ importante fare affidamento su persone adulte che ci sanno dare
giuste indicazioni.
(Elisa M.)
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Il 03 Aprile abbiamo avuto
un incontro con Sara Magnoli, l’autrice del libro “Dark Web” e due esperte di
informatica forense, Eva Barzarotti e Maria Pia Izzo.
A turno hanno parlato delle insidie del web e di cosa sia il Dark Web.
In pratica il Dark Web è l'insieme di contenuti che costituiscono una sorta di mondo parallelo al web che utilizziamo tutti i giorni. Questo mondo parallelo, di cui fino a prima dell’incontro non conoscevo l’esistenza, è la parte più oscura e più pericolosa del web, dove è possibile trovare e comprare qualsiasi cosa (cose illegali come droghe, armi e addirittura persone e organi umani).
Noi ragazzi troppo spesso sottovalutiamo che cosa ci sia nel web e soprattutto i danni che potrebbe arrecarci. Attraverso il dark web, pedofili e gente poco raccomandabile riescono a contattare ragazzini e bambini sprovveduti che ingenuamente si fidano.
La pericolosità di questa parte di Internet mi ha aperto gli occhi.
Spesso, quando gioco online, i miei genitori chiedono con chi io stia giocando e mi ripetono sempre di non dare il mio nome o cognome a gente che magari cerca di contattarmi. Ho sempre pensato che queste raccomandazioni fossero eccessive, ma ora capisco che non è così.
Certo continuerò a giocare online, a utilizzare Internet per ricerche e altro, ma ora so l’importanza di quello che mi è stato detto, so che non tutti sono brave persone e che non tutti hanno buone intenzioni.
La gente si maschera dietro falsi profili per avvicinare gli ingenui, non solo giovani ma anche adulti.
Mi è stato molto utile capire cosa fare nel caso dovessi capitare in una situazione anomala, se dovessi trovare materiale pedopornografico, ad esempio, o richieste strane da parte di sconosciuti: senz’altro dovrei avvisare i miei genitori e con loro la polizia postale e mai condividere questi contenuti in quanto diventerei complice di un reato grave.
A turno hanno parlato delle insidie del web e di cosa sia il Dark Web.
In pratica il Dark Web è l'insieme di contenuti che costituiscono una sorta di mondo parallelo al web che utilizziamo tutti i giorni. Questo mondo parallelo, di cui fino a prima dell’incontro non conoscevo l’esistenza, è la parte più oscura e più pericolosa del web, dove è possibile trovare e comprare qualsiasi cosa (cose illegali come droghe, armi e addirittura persone e organi umani).
Noi ragazzi troppo spesso sottovalutiamo che cosa ci sia nel web e soprattutto i danni che potrebbe arrecarci. Attraverso il dark web, pedofili e gente poco raccomandabile riescono a contattare ragazzini e bambini sprovveduti che ingenuamente si fidano.
La pericolosità di questa parte di Internet mi ha aperto gli occhi.
Spesso, quando gioco online, i miei genitori chiedono con chi io stia giocando e mi ripetono sempre di non dare il mio nome o cognome a gente che magari cerca di contattarmi. Ho sempre pensato che queste raccomandazioni fossero eccessive, ma ora capisco che non è così.
Certo continuerò a giocare online, a utilizzare Internet per ricerche e altro, ma ora so l’importanza di quello che mi è stato detto, so che non tutti sono brave persone e che non tutti hanno buone intenzioni.
La gente si maschera dietro falsi profili per avvicinare gli ingenui, non solo giovani ma anche adulti.
Mi è stato molto utile capire cosa fare nel caso dovessi capitare in una situazione anomala, se dovessi trovare materiale pedopornografico, ad esempio, o richieste strane da parte di sconosciuti: senz’altro dovrei avvisare i miei genitori e con loro la polizia postale e mai condividere questi contenuti in quanto diventerei complice di un reato grave.
(Samuele C.)
La classe al completo (per privacy, le immagini degli studenti e i loro nomi risultano offuscati) a destra l'intervento di Sara Magnoli. |
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