martedì 14 aprile 2020

UNA STANZA PIENA DI GENTE, Daniel Keyes. La mia recensione



Billy Milligan, un nome difficile da dimenticare, dopo aver letto la sua storia.     
"Una stanza piena di gente" è il titolo del libro-documentazione, scritto da Daniel Keyes, che narra la straordinaria storia di un uomo dalle molteplici personalità. Una storia vera, non un'invenzione letteraria.

Il protagonista dell'incredibile vicenda, Billy Milligan, viene arrestato il 27 ottobre 1977, nell' Ohio, con l'accusa di aver rapinato, rapito e violentato tre donne all'interno del campus universitario. Al momento dell'arresto, Billy pare disorientato, come se le accuse mossegli contro non gli appartenessero. E in parte è così, perché Billy non è una personalità unica bensì ventiquattro personalità in un unico individuo. Questo è quanto, dopo numerose indagini, stabilisce la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa. Nella sua mente "vivono" ben ventiquattro personalità diverse, che prendono, di volta in volta, il sopravvento (escono sul posto), parlano tra loro, agiscono e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile.    
Tutto ha inizio quando Billy è solo un bambino di otto anni. Il padre muore, la madre conosce un altro uomo e si risposa. Il patrigno di Billy è un uomo violento, abusa di lui e gli intima di tacere, altrimenti lo ucciderà, lo seppellirà nel granaio e dirà alla madre che è scappato di casa, perché la odia. L'uomo instilla nel bambino la paura e il senso di colpa e ottiene il suo silenzio. L'angoscia e il terrore delle violenze reiterate per anni disgregano la personalità del piccolo Billy.

Leggendo la storia personale di Milligan, non si può fare a meno di rimanere sgomenti, inizialmente increduli, come increduli sono stati gli psichiatri chiamati a esaminare questo caso "straordinario", come lo sono state tutte le persone che hanno avuto rapporti con Billy.
Le personalità sono emerse sul posto una volta, all'insaputa le une delle altre per molto tempo, fino a quando hanno cominciato a interagire tra loro, stabilendo addirittura un codice di comportamento (chi fa cosa). Personalità completamente diverse, maschili e femminili, di età diverse, di diverse nazionalità, di competenze differenti (Reagen e Arthur le più forti, probabilmente, la prima irruenta, impulsiva, a volte violenta, la seconda pacata, moderata e moderatrice delle altre). E così, nell'arco della propria vita, Billy Milligan si è trasformato nell'uomo  che parla slavo e che difende le altre personalità, nel raffinato gentiluomo dalla parlata inglese, nel bambino spaventato, nella ragazza lesbica (Adalana), negli indesiderati (le personalità violente che mettevano a repentaglio la vita delle altre), ecc...      
Billy passava dal bambino bravissimo nel risolvere i problemi di matematica a quello che non capiva niente della materia, eseguiva disegni meravigliosi, degni di un pittore professionista, andava in moto in modo spericolato e subito dopo mostrava di non saper nemmeno come salire in sella.    
Immaginiamo l'angoscia, per non dire il panico, che si impossessava di lui, nel momento in cui una personalità usciva sul posto e lo portava a fare un viaggio in aereo verso una meta lontana e, giunto nel paese straniero, usciva sul posto un'altra personalità, ignara di dove si trovasse e perché.
Ventiquattro personalità...

Simulazione, inganno, strategia sostenevano molti che volevano la condanna al carcere di Billy. Finzione per ottenere l'infermità mentale e non essere condannato. Ma qualcuno ha capito che Billy non era una persona ordinaria, non uno qualunque. Preso in carico da un istituto, è stato seguito da psichiatri che hanno conquistato la sua fiducia e hanno lavorato per ricostruire la sua persona, ricomponendo le varie personalità in una sola, quella del Maestro, il vero Billy. Ma qualcuno sosteneva l'urgenza di ricoverarlo in un istituto di massima sicurezza, in isolamento, in quanto pericoloso per se stesso e per la società e così il lavoro faticosamente compiuto da chi credeva in lui e nella possibilità di guarirlo è andato in fumo. Circa due anni di maltrattamenti e torture, di isolamento hanno  nuovamente disgregato ciò che di Billy si era ricomposto.  
Milligan ha raccontato la propria storia a Daniel Keyes che ha dato vita a questa biografia eccezionale.     
 
Oggi, grazie all'intervento dei medici che lo avevano aiutato e a un giudice che ha riesaminato il suo caso, Billy è tornato nell'istituito che aveva lavorato per la ricostruzione della persona.
Non si può fare a meno, dopo aver letto questa incredibile storia, di provare empatia, a tratti pena, per quello che è stato definito un criminale, per quanto la vita sia stata ingiusta e crudele con lui sin dall'infanzia. Non si può non pensare a Billy come a una vittima, un bambino per il quale la fuga dalla realtà è stata l'unica arma di sopravivenza.
Una storia sconvolgente, che ci mostra cosa può la mente di un uomo.


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