venerdì 18 maggio 2012

RAI EDUCATIONAL: LA TV ALLA VIDOLETTI


LA RAI ALLA VIDOLETTI!

E chi l'avrebbe mai detto che un giorno ci saremmo trovati una troupe televisiva (addirittura della RAI) a scuola! 
Ore 10 del 16 Maggio: stiamo leggendo un brano dall'Antologia e la vicepreside, prof. Crespi, bussa alla porta della 2^G.
"Tutti in giardino! C'è la televisione per l'intervista!"
Mamma mia, che emozione! I ragazzi sono in fermento (anche io, però, mica perché sono la prof devo essere tranquilla!).
Dopo qualche minuto, ci troviamo tutti nel parco della scuola, per vivere un'avventura fantastica!
Il regista mi si avvicina e si presenta: "Piacere, sono Alessandro Greco, il regista!"
"Piacere, sono Veroni, la prof!"
Telecamere, microfoni, cameraman... Forte!!! 
Un microfono panoramico con l'asta lunga, tenuto da un tecnico, pelosissimo (il microfono, non il tecnico!) enorme, tutto grigio! 
Mi microfonano: un aggeggio, sempre peloso (sembra un topolino), appuntato al risvolto del collo della giacca e la scatoletta agganciata alla cintura dei pantaloni. Wahoo!!! E' una cosa super seria!
Qualche istruzione tecnica, prima di cominciare: guardare sempre nella telecamera, non seguire i movimenti del regista, non preoccuparsi di niente, perché la TV è una cosa molto semplice (eh, si fa presto a dirlo!) e parlare  tranquillamente, tanto non siamo in diretta e possiamo rifare quante volte vogliamo (Beh, almeno questo è rassicurante). Il regista chiede al mio alunno Lorenzo B. di contare uno-due e battere le mani a braccia tese, pronunciando forte CIACK, dopodiché il cameraman dirà MOTORE, AZIONE!

E parte la registrazione...

Buongiorno, ci troviamo nel parco della scuola media Vidoletti di Varese, sono la professoressa Veroni e oggi vi illustreremo quello che facciamo con i nostri ragazzi nell'ambito del progetto ALIMENTAZIONE.

E vai, il ghiaccio è rotto!

Mi fa un effetto strano parlare senza guardare in viso una persona e ogni tanto mi scappa l'occhio verso l'occhio scoperto del cameraman.
Illustro il progetto, poi passo la parola ad  alcuni ragazzi, perché raccontino la loro esperienza didattico-educativa. Abbiamo approfondito le tematiche delle malattie legate al cibo, in particolare Anoressia e Bulimia, e abbiamo considerato le regole della sana alimentazione, con la costruzione della piramide degli alimenti.
Raccontiamo il legame esistente tra cibo e affettività, tra cibo e religione nelle diverse culture e nelle diverse epoche e via discorrendo.

"Buona la prima!"
Meno male! Ma si ripete ugualmente. Oh, no! E' la prassi.

Alla fine, saluti e sorrisi a tutti! CIAOOO!!!



Alcune considerazioni...
MA I MIEI RAGAZZI SONO STATI ECCEZIONALI!!! 
BRAVI, BRAVISSIMI, SICURI DI SE', CONTROLLATI, PRECISI. 
Sono orgogliosissima di voi!!!

E un GRAZIE al mio preside, Antonio Antonellis, perché mi ha consentito di vivere un'esperienza che non dimenticherò.


lunedì 7 maggio 2012

TROPPE MADONNE, NESSUN PERDONO


Quello che fanno a un figlio, per una madre, è come lo facessero a lei stessa. 
I figli sono parte di noi che li mettiamo al mondo. Noi madri li portiamo in grembo per nove mesi e quel cordone che viene reciso alla nascita, in realtà, per noi non viene reciso mai. I figli sono carne nostra, si formano dentro di noi, escono da noi e noi li seguiamo nella loro crescita e non li abbandoniamo mai, li portiamo nel cuore, nell'anima, nella testa, nei pensieri.
Le loro gioie sono le nostre, i loro dolori i nostri; i loro successi, le loro sconfitte, tutto quello che li riguarda riguarda anche noi.  
Non è così per tutte, è vero, ma per la maggioranza sì.
Guardiamo anche nel mondo animale: le mamme sono iperprotettive verso i cuccioli e diventano aggressive contro chi tenti di toccarli, di portarli via o di fare loro del male. Poi, una volta svezzati, sono loro stesse ad allontanarli, perché affrontino la vita da soli. A quel punto, le madri hanno già insegnato loro tutto ciò che c'è da imparare per la sopravvivenza.
Nel mondo umano, invece, il legame si protrae più a lungo, poiché noi esseri umani non ci limitiamo a svezzare i nostri "cuccioli", ma li EDUCHIAMO e l'educazione è un processo lungo, richiede tempo, cure, dedizione, amore e attenzioni. L'educazione è per la maggior parte a carico nostro e tutto questo rafforza il legame madri-figli più di qualsiasi altro.
I figli sono SACRI, sono il DONO più importante che la vita possa elargire.     
Mi sono sempre chiesta come un genitore possa resistere davanti alla sofferenza di un figlio, soprattutto quando è impotente davanti a questa.     
Ma come ha fatto la Madonna a sopravvivere, a non morire di dolore, davanti alla sofferenza di Gesù? Ma quante madonne ci sono state, quante ce ne sono e quante ce ne saranno?  
Penso a quelle madri che hanno perso i figli in guerra, all'urlo nero della madre davanti al figlio crocifisso sul palo del telegrafo (Alle fronde dei Salici, Salvatore Quasimodo); penso a quelle madri i cui figli sono stati strappati alla vita da folli, in nome di assurdi ideali.
Ho ancora negli occhi l'immagine di quella madre di Beslan, china sul corpo della sua bambina  distesa accanto ai cadaveri di altri 156 bambini, vittime di quella strage. Le accarezzava i capelli con tutto l'amore possibile, un gesto semplice, espressione di un dolore dignitoso, composto.
Ma voi, voi bestie che violate i nostri figli, che razza di esseri siete? Voi, che deliberatamente fate del male, perché lo fate? Esistono risposte che giustifichino, che spieghino la violenza?
BESTIE DELLA PEGGIOR SPECIE. Che cosa fate? 
Può una madre vedere uscire di casa il figlio sereno, mentre va in trasferta a vedere la squadra del cuore, e non vederlo più tornare o sentirsi arrivare una telefonata, perché un  branco di bestie l'ha aggredito e mezzo ammazzato di botte, solo perché tifoso della squadra avversaria?
Ne succedono troppe di queste scene!
Siete MOSTRI! Ma lo sanno i vostri genitori quello che fate? Lo sanno che cosa hanno generato? Ma quanto MARCIO  c'è nella vostra vita e nei vostri cervelli??? 
Come osate profanare un altro essere umano? Come vi permettete di violarlo??? COME??? 
TROPPE MADONNE. Per voi, NESSUN PERDONO.