domenica 10 febbraio 2013

VITA DA PROF


Ho letto proprio oggi un altro articolo del Dottor Lodolo D'Oria (che qualcuno presti ascolto alle sue parole, prima che sia troppo tardi e che si arrivi a rovinare una generazione di studenti!) circa i disturbi dei docenti e il problema del pensionamento protratto in là nel tempo anche per la nostra categoria. E così non ho potuto fare a meno di agganciarmi e riportare la mia testimonianza.

In fondo, troverete il link all'articolo.


Ho sofferto di disfonia per anni, anzi, direi che, da quando insegno, è una costante. Qualcuno potrebbe dire che è colpa del canto, ma posso assicurare che non è così. Lo dico a ragion veduta, poiché ho fatto un'accurata visita presso un'otorinolaringoiatra. Ho sempre cantato, sin da bambina, ma non ho mai avuto problemi. Da quando ho iniziato ad insegnare, invece, ho cominciato ad avere disturbi (tracheiti, continui mal di gola, problemi periodici di abbassamenti di voce e raucedine, a volte afonia totale). Durante i mesi estivi, quando non sono a scuola, e durante le vacanze natalizie, la mia voce torna normale. La scorsa estate, ho dovuto sottopormi ad una terapia di cortisone per ben un mese e mezzo, a seguito della compromissione delle corde vocali (non riuscivo nemmeno più a cantare). Tre mesi di antiinfiammatori e uno e mezzo di cortisone e la situazione si è normalizzata. Da Settembre, ripreso l'insegnamento, riecco i soliti problemi. L'otorino dice che dovrei andare da un logopedista, ma non ne ho né la voglia né il tempo e preferisco ricorrere ai farmaci (al momento, almeno). Questo per dire che il problema voce è un classico di noi docenti. Per non parlare dell'udito! Ci sento sempre meno, a causa del frastuono che c'è in classe quotidianamente (quando vado alle prove col gruppo, uso i tappi per le orecchie, quindi non diamo la colpa a questa passione!). L'otorino mi ha sottoposta anche ad esame audiometrico, perché io ero convinta di avere un principio di sordità. Dice che il mio udito è perfetto, però, in classe, quando parla più di un alunno, non capisco niente e devo far ripetere svariate volte. Prima o poi, mi diranno loro stessi che sono sorda come una campana (a casa me lo dicono già). Ecco, questi sono solo i problemi fisici legati alla mia professione. Se dobbiamo aggiungerci quelli psichici di cui parla Lodolo D'Oria ... non oso immaginare tra dieci anni come sarò ridotta, quando entrerò in classe. Rischiamo di diventare una barzelletta, per i nostri alunni, bersaglio di prese in giro e di critiche (possiamo dire anche di insulti indiretti e di commenti sarcastici?). Già mi pare di sentirli. E poi, le energie per gestire classi numerose di adolescenti scatenati e il divario generazionale? Ma ci pensano i nostri governanti? L'altro giorno un mio alunno mi ha chiamata, per sbaglio, NONNA!!! Mi... ragazzi che trauma! Me lo sarei mangiato ! A volte scappa loro di chiamarmi mamma, e ci può stare, ma nonna? Quando sarò vicina alla pensione come mi chiameranno, BISNONNA???

Laura

sabato 9 febbraio 2013

Non mi avrete



NON MI AVRETE

Ho fame, non mi date da mangiare,
Ho sete, non mi date da bere,
Ho freddo, non mi date da vestire,
Ho sonno, non mi lasciate dormire!
Sono stanco, mi fate lavorare,
sono sfinito, mi fate trascinare
un compagno morto per i piedi,
con le caviglie gonfie e la testa
che sobbalza sulla terra
con gli occhi spalancati…
Ma ho potuto pensare una casa
in cima a uno scoglio sul mare
proporzionata come un tempio antico.
Sono felice: non mi avrete.

Lodovico Belgiojoso, MAUTHAUSEN - GUSEN, MAGGIO 1945

Grazie alla mia collega Roberta, che mi ha fatto conoscere questa meravigliosa poesia!

Laura