martedì 16 ottobre 2012

Considerazioni sui commenti alle 24 ore


Pubblicata su Varese News, non pensavo che la mia lettera sulle 24 ore settimanali avrebbe suscitato tanto clamore e, soprattutto, non pensavo che avrei trovato così tanti commenti, per lo più negativi.     
Rimasta in prima pagina dalla mattina al tardo pomeriggio, ha quotato 57 post.
A questo punto, vado a fare una considerazione: la nostra è una categoria di poveracci.    
E non per lo stipendio, ma per come veniamo considerati o meglio NON CONSIDERATI dall'opinione pubblica.        
Siamo lavoratori e siamo educatori (doppia funzione), formatori delle generazioni future che domani saranno (o meglio dovrebbero essere) cittadini responsabili, membri di una società, si auspica, civile. Questo è il nostro compito e lo è da sempre, da quando esiste la scuola, da quando esiste la funzione docente.        
Ebbene, credo di poter dire che abbiamo fallito. E lo dico a ragion veduta e con molta amarezza.
La mia lettera-sfogo cercava solidarietà e comprensione da parte delle altre categorie di lavoratori, in quanto lavoratori anche noi. Ho ricevuto più insulti e offese che messaggi di solidarietà. Insulti e offese gratuite contro la nostra categoria e, lasciatemelo dire, infondate.
Che tristezza!
Cito il sunto di alcuni commenti:    
- Vergognatevi! Siete solo capaci di lamentarvi e di pianificare le ferie!
- Era ora che cominciaste a lavorare di più: siete solo degli scansafatiche!    
- Siete ignoranti, non fate niente, non avete voglia di lavorare, volete solo l'aumento di     stipendio!       
- Siete retrogradi, fermi a cinquant'anni fa!       
Qualcuno mi ha pure detto di cambiare mestiere...       
DESOLANTE...
Da tutti i commenti è emerso che il lavoro che svolgiamo a casa è disconosciuto, ci ritengono una "casta" privilegiata. Quanto astio nelle parole di certe persone! Nemmeno le avessi insultate! Loro, invece si sono permesse di insultare noi.  
Quanti si sono permessi di entrare nel merito del nostro lavoro, sostenendo di conoscerlo bene, perché a scuola ci sono stati tutti!    
Perché, mi domando, basta andare a scuola per conoscere la professione dell'insegnante?
Perché non vengono in classe loro ad insegnare allora! Tutti dovremmo avere l'abilitazione all'insegnamento, a questo punto, visto che l'istruzione è obbligatoria per tutti!      
Sarebbe come dire che, siccome nella vita mi sono ammalata tante volte e sono stata spesso dal medico, posso fare il dottore anch'io, perché so bene quello che fa.    
Io non mi permetterei mai di criticare il lavoro altrui, se non ci sono dentro.  
Qualcuno ha detto che correggiamo una verifica al mese...     
Dobbiamo spiegare forse che per Lettere (la mia materia) esistono più verifiche al mese: grammatica, tema, comprensione della lingua orale e scritta, storia e geografia (ne faccio due a quadrimestre), il tutto moltiplicato per 50 alunni (ho due terze, una di 24 e una di 26).      
E questo per quello che riguarda me.      
Ma vogliamo parlare dei colleghi di matematica e di lingua straniera, che hanno più classi, fino anche a sei?          
E lo so, a questo punto, qualcuno potrà obiettare che materie come musica, educazione motoria, arte e religione non hanno correzioni da fare (non è sempre così). Mettiamo anche che non ne abbiano: partecipano a tutti i consigli di classe!      
Un commento diceva che noi prof correggiamo durante le lezioni, mentre i ragazzi fanno altro. No comment.         
C'è stato qualcuno che ha sottolineato che i professori lavorano anche di pomeriggio, certo, dando lezioni private e arrotondando lo stipendio i nero. Sì, probabilmente qualcuno lo fa. Io no, grazie, mi bastano già le mie ore.   
Qualche altra persona ha scritto, riferendosi alla mia citazione della LIM che porterebbe via molto tempo per preparare le lezioni, che siamo retrogradi e ci mettiamo tanto perché non sappiamo usare le nuove tecnologie. Beh, a questo qualcuno vorrei rispondere che noi docenti facciamo numerosi corsi di aggiornamento anche sulle TIC (e si vada a vedere che cosa significa, se non lo sa!). Io, per esempio, ho conseguito l'ECDL e ho seguito un corso di numerose ore sull'uso della LIM. Certo che è facile da utilizzare: il "difficile" è organizzare una lezione ben fatta! Costui si vada a cercare in internet Laura Veroni Promethean Planet e si veda le lezioni che ho preparato e pubblicato su svariati argomenti (quella sull'Odissea ha richiesto parecchio tempo, per esempio).        
Siamo obbligati a tenerci aggiornati, perché dobbiamo adeguarci ai tempi. No siamo fermi a cinquant'anni fa. Forse questa persona non entra nel mondo della scuola da cinquant'anni!
E non si creda che solo io lavoro in questo modo: molti docenti lo fanno, più di quanti immaginiate! Molti di noi hanno blog o siti nei quali inseriscono lavori propri e dei propri alunni, molti comunicano con i ragazzi da casa, tramite pc. Io, per esempio, mi faccio spesso inviare compiti, elaborati via mail, come file allegati, li correggo e li pubblico nel sito della scuola, quando meritano, e invito i ragazzi a rivederseli, per comprendere gli errori fatti. E' un po' come prolungare il tempo scuola e rimanere sempre collegati.       
Mi sono anche preoccupata di aiutare i miei alunni per la preparazione agli esami, creando un sito apposito, in cui ho inserito la sintesi delle conoscenze delle mie materie, comprensiva del programma dell'intero terzo anno di medie, e ho inserito i link ai test Invalsi con le correzioni, perché si possano esercitare. Visitatelo!    La prof Veroni e i suoi alunni   

Amarezza, dunque, per tutte le critiche ricevute. Tanta.          
E torno a pensare che forse abbiamo fallito nel nostro compito educativo, perché le persone che ci hanno criticato sono le stesse che abbiamo avuto nei banchi di scuola, anni fa.       
Noi educatori, formatori di questa umanità, raccogliamo il frutto di quanto abbiamo seminato. Forse abbiamo seminato male, se questi sono i risultati.  
Vi rendete conto, colleghi? Nessuna riconoscenza, nessun riconoscimento del nostro lavoro.
Il pregiudizio nei confronti della nostra categoria è troppo radicato. Se poi è avallato da chi ci governa, beh, allora non abbiamo scampo!         
Un tempo la maestra entrava in classe e gli alunni si zittivano e mostravano rispetto. Avevano forse anche paura, perché esisteva la fatidica bacchetta. Oggi le bacchettate le prendiamo solo noi!      

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