venerdì 4 luglio 2014

Omaggio a Giorgio Faletti

Faletti era un grande, una delle persone più versatili nel mondo dello spettacolo e della letteratura contemporanea.
Ricordo ancora di lui i personaggi che risalgono all'epoca del mitico Drive In, quando ero una liceale e aspettavo la domenica sera per vedere Vito Catozzo o la suora, solo per citare due dei personaggi da lui interpretati.
Ancora oggi mi viene da dire ai miei alunni (quando li scopro a scopiazzare): "... e credete voi che io non vi veda?"     
Ma Faletti non era solo un cabarettista (uno dei miei preferiti), ha dimostrato di essere molto di più in campo artistico: attore, cantante (come dimenticare il Signor tenente di Sanremo?) e scrittore di successo.        
Ho letto quasi tutti i suoi libri e li ho trovati tutti belli. Il primo, Io uccido, divorato in due giorni, il secondo, Niente di vero tranne gli occhi, ancora più bello, poi era riuscito a cambiare completamente genere col terzo romanzo, Fuori da un evidente destino, e ancora con i racconti, Io sono Dio...     
Lo stimavo molto.      
Giorgio Faletti (immagine da internet)

Una sera a una presentazione del GialloLago, mi è stato chiesto quale libro scritto da altri avrei voluto avere scritto io. Ho risposto che avrei voluto che fossero miei tre libri: Venuto al Mondo, Come Dio comanda e Io uccido.    
Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto conoscerlo personalmente, ho sempre pensato a lui come a una persona che avesse dentro un universo da esprimere.       
Mancherà, sicuramente mancherà la sua impronta, non trovare più suoi libri tra le novità in libreria o sugli scaffali dell'Esselunga, non vederlo più recitare in qualche film. Capiterà spesso, ora che la notizia della sua morte è fresca, sentir parlare di lui, vedere esposti tutti i suoi libri, sentire alla radio il signor tenente, rivedere Notte prima degli esami... sì, capiterà. Ma qualunque cosa sarà dopo, di certo nessuno potrà mai dire che non abbia lasciato il segno in una generazione che, come la mia, è cresciuta con lui.
Voglio ricordarlo con due sue frasi che reputo significative.
    
La prima è rappresentativa di quello che lui è stato:

Sono un giocatore. Non sono mai immobile. Non mi ripeto. Investigo, corro, rischio, sperimento. Vorrei che la gente sapesse che in tutti questi anni non mi sono mai fermato. Continuo a cercare strade nuove. 
Giorgio Faletti, 2013
(Sissi De Rosa)

L'altra la scrivo soprattutto per me, per non dimenticarla mai:

Ma il coraggio è anche questo. La consapevolezza che l’insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partite mai.     
Da "Fuori da un evidente destino"  
(Sissi De Rosa)


Ciao, grande uomo! Abbiamo condiviso le stesse passioni! 
E' stato un piacere averti conosciuto. 

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