venerdì 21 dicembre 2012

BUON NATALE, RAGAZZI!


BUON NATALE, RAGAZZI!        
LETTERA AI MIEI ALUNNI COME LA SCRIVEREBBERO LORO,
CON GLI ARTICOLI DAVANTI AI NOMI



Non si è sentito parlare d'altro, in questi ultimi giorni, non si è letto che di questa fine del Mondo che sarebbe dovuta arrivare oggi.    
Non ci ho mai creduto, nemmeno per un istante.
A chi mi chiedeva "Ma tu non hai paura?" rispondevo semplicemente di no.        
"E se arrivasse davvero?"       
"Pazienza! Tanto, che cosa ci potrei fare? Nulla. Quindi..."      
Ieri il Gabbo mi ha detto: "Prof, io ho solo quindici anni. Se il mondo dovesse finire domani, mi dispiacerebbe. Ho ancora tante cose da fare."     
Eh, come darti torto, Gabbo?   
Ho solo cinquant'anni, ma anche io avrei tante cose ancora da fare...       
Mi è venuto in mente mio padre, al termine della sua vita, quando, consapevole della fine, mi ha detto: "Ho ancora così tante cose da fare... Io non voglio morire."   
Aveva sessantotto anni.
E così, ho capito che non c'è un'età per morire, non è mai ora, perché tutti noi avremmo comunque ancora tante cose da fare.        
A volte, ci sono momenti di difficoltà e di sconforto tali, nella vita di alcune persone, che la morte può sembrare un pensiero addirittura desiderabile, ma poi, quando il sole torna a splendere di nuovo, il pensiero svanisce, evapora da sé.
Ieri ho provato a pensarci e mi sono chiesta: "Che cosa mi mancherebbe, se il Mondo dovesse finire domani?".   
Beh, forse non ci crederete, ma ci siete anche voi.        
Eh, sì!... I miei figli in cima alla lista, naturalmente, ma, tra le altre "cose" importanti, ci siete voi. Tutti quanti, sì, perché voi siete i MIEI RAGAZZI. 
Ma vi rendete conto delle cose che abbiamo vissuto insieme in questi due anni e mezzo di scuola? Io vi ho visti crescere, vi ho presi piccoli, bambini, appena usciti dalla primaria e, tra pochi mesi, vi lascerò più grandi in tutti i sensi.
Ricordo il primo giorno di scuola della media... paurosi, smarriti, silenziosi, intimiditi dal nuovo ambiente e dai nuovi professori. Eravate ancora dei bambini. Oggi vi guardo e vi vedo adolescenti, in pieno fermento di crescita, alla ricerca della vostra identità, dell'autonomia, dell'affermazione di voi stessi nel mondo.  
Più alti, i visi da grandi, le voci cambiate, i corpi sbocciati, le menti più mature, ma sempre quella voglia di giocare e di scherzare che vi contraddistingue da quel primo giorno. Qualcuno sta ancora aspettando di crescere in altezza (non tutti i frutti maturano nello stesso momento), ma ci arriverà, quando meno se lo aspetta; qualcun altro gioca a fare il grande, ma poi si scopre ancora bambino, di fronte alle prove della vita.
Quasi tre anni insieme... quante cose ho potuto conoscere di voi, in tutto questo tempo! Ho potuto ridere delle vostre battute, mi sono arrabbiata per le distrazioni eccessive, mi sono commossa nel leggere i vostri temi e nello scoprire sentimenti ed  emozioni che vi contraddistinguono; abbiamo condiviso momenti di crescita importanti. I libri vi hanno aiutato a diventare più consapevoli di voi stessi e del mondo che vi circonda, ma, forse, più di quelli, hanno fatto tutti i nostri discorsi sulla vita.
Voi non avete idea che ricchezza sia stata per me avere vissuto questo tempo insieme.         
Si crede che la scuola faccia crescere solo gli studenti: io dico che fa crescere anche gli insegnanti. Non sono solo io che insegno a voi, siete anche voi che insegnate a me. Mi avete insegnato a capirvi, a comprendere il vostro vissuto, mi avete arricchita delle vostre emozioni e sono diventata una persona più grande anche io.         
Di anno in anno, mi rendo conto che prendo, assorbo un po' di ognuno di voi ragazzi e lo faccio mio. Mi porto a casa le vostre storie, le gioie e i dispiaceri che avete voluto condividere con me.        
Forse qualcuno potrebbe pensare che certi nostri discorsi siano una perdita di tempo...
Quante volte siamo partiti da un argomento di storia o di geografia o dalla lettura di un  brano dell'antologia e siamo finiti a parlare di tutt'altro? Mah, non le conto nemmeno più. Eppure anche quelle sono state lezioni importanti, insolite, magari, ma importanti.
E poi? Dove le mettiamo tutte le risate che ci siamo fatti insieme, alle uscite stravaganti di alcuni di voi?        
Prendiamo il Macri, ad esempio... Quanto tempo in chiacchiere ci ha fatto perdere?
Vogliamo parlare solo di ieri? Il peperoncino! E la preparazione del garage antizombie, perché i morti verranno sulla terra e i vivi sprofonderanno nell'inferno?        
Ma come faremmo senza il Macri?     
E il Simo? La sua risata cristallina e sguaiata, sanguigna! Il Simo che non capisce mai le battute, nemmeno quando gliele spieghi.      
E il Giamma con le sue barzellette, inventate lì per lì, che poi ride solo lui (e come se la ride!), vero, Scottex? Ma i tuoi fazzoletti, Giamma, scottex ancora? Eh, però, che bei temi da grande scrive quest'anno il Giamma! E non si direbbe mica, vero?     
E del Mastro? Cosa dire del Mastro, che sembrava così timoroso di esporsi, solo fino a un anno fa?         
Perché, scusate, il Pil del Monta, dove lo mettiamo? Colazione: biscotti e TG5! Intanto ci dà lezioni di economia e di giurisprudenza!      
Eh, be', poi ci sono le domande provocatorie della Tati, la new entry di quest'anno!
E i discorsi saggi del Gabbo sul senso della vita?

Ma passiamo dal giallo all'azzurro (voi avete capito di che cosa sto parlando)...  
Il Ross, la Maru e la Cami, i protagonisti principali della classe, chi in un modo, chi nell'altro.
Ross, dov'è il pesce gigante? Sotto il pavimento del bagno?   
Ross, cavolo, non sei venuto a scuola, stamattina! L'avevi detto, lo so, volevi morire a casa tua. Fregato! Il mondo è ancora qui. E così ti sei perso un film bellissimo, che ci siamo visti tutti insieme. E adesso? Una scusa per non fare il compito per le vacanze... Mannaggia, Ross!...   
E la vivacità della Maru? Una sola parola, per definirla: AIUTO.        
Beh, sull'azzurro avrei molte più cose da raccontare, perché lì c'è fermento quotidiano, e che fermento! Ma le lingue? Quando smetteranno di agitarsi così tanto?         
Ragazzi che fatica starvi dietro! Meno male adesso un po' di tregua (benedette vacanze di Natale!). Posso dire, senza timore di sbagliare, che siete la classe più casinista che abbia mai avuto in tutti questi anni di scuola.  
Come regalo, vorrei chiedere alle vostre famiglie di comprare un vagone di camomilla da farvi bere ogni mattina. Magari anche un po' di valeriana...         

Però ne abbiamo passate anche noi insieme, vero? Ma ve la ricordate l'esperienza dello scorso anno con la RAI? E chi se la può dimenticare! Siete stati grandi!               

Sapete qual è la cosa bella di voi due mie classi? Che vi siete fusi.   
Ahahahahahah!!! No, non i cervelli, raga (beh, oddio, magari anche quelli, a volte!), ma voi proprio!      
Dai, su, che avete capito! Simo, vero che l'hai capita anche tu? Ma come no? Dai, batti cinque!         
E' la prima volta che mi capita di avere due classi che non rivaleggiano tra loro, ma i cui componenti, che all'inizio non si conoscevano, come per incanto, all'improvviso solidarizzano e fanno gruppo. Addirittura i fidanzamenti!  
Chissà com'è nata questa cosa? Siete arrivati addirittura a preparare uno spettacolo teatrale in cui recitare insieme. Grandi!!! E' molto bella questa cosa, sapete? Davvero!

Ma com'è che abbiamo iniziato parlando della fine del Mondo e siamo arrivati qui?       
Eh, lo so: ridondanza procedurale! Le mie solite parentesi. Quante ne apro ogni mattina? Avete mai provato a contarle?
Ehi, Beri Beri, anche tu stamattina hai pensato di festeggiare la fine del mondo, non venendo a scuola? O hai dovuto riportare a casa tua zia?
Comunque, tornando alla fine, sapete qual è stata la frase più bella che ho sentito ieri? Quella del Simo.         
"Prof, se non dovessimo vederci più, si ricordi che LE VOGLIO BENE!"
Ed è con questa frase che mi piace concludere questa lunga (ma non troppo) lettera:
VI VOGLIO BENE ANCHE IO, RAGAZZI!

BUON NATALE A TUTTI VOI!

La vostra Prof!

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