sabato 4 ottobre 2014

SEMINARIO DI SCRITTURA CON ANDREA FAZIOLI

La scomparsa di Oronta:
tecnica e mistero della scrittura



Pensavo che non avrei trovato nessuno di mia conoscenza, invece...
Maddai, c'è Sergio! Che bella sorpresa! Mi siedo accanto a lui, in seconda fila. Ed ecco che arriva Carla e subito dopo Ambretta! Non ci credo, c'è pure Barbara! Mi volto: la sala è piena. Fabio, Elisabetta! Ma sono a casa!      
La sala è gremita di persone di tutte le età, in maggioranza donne. Che la scrittura sia femmina? La scrittura... In effetti... Ma il relatore è un uomo: Andrea Fazioli.   
Avevo assistito ad una sua presentazione al Bookcity di Milano nel Dicembre scorso, ma in quell'occasione avevo conosciuto lo scrittore e non il brillante curatore di un corso di scrittura.   
L'esperienza di oggi è stata bella, elettrizzante, interessante, utile.   
Certo, non che in un seminario di una giornata si possano imparare le tecniche della scrittura, ma alcune informazioni, alcuni spunti utili all'arte dello scrivere sì.      
Fazioli è brillante e coinvolgente. Sei ore di corso e non accorgersene nemmeno: poteva intitolarsi così questo seminario. Oppure: Sei ore di corso e pensare "Che peccato, è già finito!". Della serie: esperienza più che positiva.
Al di là delle considerazioni personali, però, vorrei raccontare in breve le attività svolte e i consigli appresi, di cui fare tesoro, senza rischiare di dimenticare qualcosa.       
Prima di tutto, un consiglio fondamentale, quella che si potrebbe definire la condizione sine qua non per poter imparare a scrivere: leggere molto. Poi tenere sempre presente l'EQUILIBRIO.    
Fazioli parla di FIDARSI e paragona la scrittura a un gioco tra scrittore e lettore nel quale occorre fiducia reciproca. Lo scrittore deve trasmettere al lettore che ciò che egli scrive sia vero. Entrambi, però, sono consapevoli che si tratta di un gioco, di una finzione necessaria per avvicinarsi appunto alla verità.               
Ma di che cosa dobbiamo fidarci?
Fazioli fa notare come l'essere umano sia tormentato e abbia sempre bisogno di altro, di qualcosa di più: l'uomo non si accontenta mai. E lo scrittore, nei suoi personaggi, deve fare sentire questo bisogno di altro. In questo modo, i personaggi instilleranno fiducia nel lettore che li riconoscerà simili a sé.     
C'è un obbligo, quando si scrive: RISULTARE INTERESSANTI.  
Fazioli sviluppa tre punti:    
1.  la PROMESSA, che viene giocata sulla differenza tra i personaggi e le situazioni e sul conflitto.           
2.  il MISTERO: i personaggi devono risultare misteriosi e per questo lo scrittore deve servirsi dei dettagli (usiamone molti!).  
3.    l'IMPERFEZIONE nel rapporto tra i personaggi e i valori. Il personaggio è imperfetto e va alla ricerca di valori di perfezione (tormento).           
Parla quindi dello STILE, evidenziando come questo sia il risultato di una MANCANZA. Non si costruisce un proprio stile andando contro le nostre mancanze, ma assecondandole. Se cerchiamo di essere tecnicamente perfetti, diventiamo banali e non siamo più originali.               
4.    l'IDENTIFICAZIONE: è un lavoro che deve fare il lettore, non l'autore.       
Fazioli spiega che noi esseri umani trasformiamo tutto in storia.       
A questo proposito ci mostra un video, The Heider-Simmel illusion (per visualizzarlo clicca qui! Per tornare all'articolo, vai sulla freccia indietro, in alto a sinistra!), a dimostrazione di come ognuno tenda a creare una storia intorno al filmato, dando la propria interpretazione, quando quella reale è una sola: non c'è nessuna storia dietro a quelle figure, sono solo figure. Questo dimostrerebbe anche che lo scrittore non deve spiegare tutto, perché è il lettore stesso che elabora, colmando i vuoti che l'altro lascia.  
5.    la SORPRESA: riguarda l'atmosfera ed è ciò che genera il contrappunto, della serie LE COSE NON SONO COME SEMBRANO.    
La sorpresa può essere razionale, ma deve essere anche emotiva.  
6.    l'IRONIA: è la riflessione su un personaggio. Avviene nel momento in cui l'autore effettua un distacco dai propri personaggi, se ne allontana.     
7.    l'EQUILIBRIO tra tutte le precedenti dinamiche. Mantenersi fedele a ciò che si vuole raccontare è l'arte dell'equilibrio ed è l'unico vero compito dello scrittore.    
  
Non cerchiamo il perfezionismo, quando scriviamo, evitiamo di essere troppo tecnici, non seguiamo fedelmente un modello, ma restiamo fedeli a noi stessi. La REVISIONE ATTENTA e MIRATA del testo è necessaria, dopo la stesura di getto, irrazionale, ma NON lo DEVE STRAVOLGERE.  

Fazioli si è avvalso di alcuni strumenti, per meglio trasmetterci tutti i concetti di cui sopra, fornendo esempi attraverso filmati e musiche ("Architetture Lontane" di Paolo Conte e "Fine and mellow" di Billie Holiday con Lester Young), leggendo e analizzando brani tratti da romanzi, racconti e poesie di autori famosi contemporanei e del passato (Bernard Malamud, Joseph Roth, Vladimir Dimitrievic, Gianni Rodari, Mario Luzi, Graham Green fino ad arrivare indietro nel tempo a Senofonte con la sua Anabasi, leggendo il passo del tradimento di Oronta, da cui il titolo del presente seminario).  
Il corso si è concluso con un esercizio, consistente nella realizzazione di un testo.      
Fazioli ha distribuito un foglio a testa e ha dato alcune istruzioni:      
1.    scrivere una lista di 5 cose/persone/sentimenti che abbiamo smarrito;       
2.    scrivere il nome di un Hotel e relativo indirizzo (anche inventato);     
3.    scelta dalla lista di una delle 5 cose smarrite; 
4.    incipit dato;
5.    ascolto di HESITATION di Paolo Conte;  
Ad ogni punto, i corsisti hanno passato il foglio alla persona alla propria destra, così da ritrovarsi tra le mani passaggi di una storia non nata da sé, ma da altri, quindi meno semplice da sviluppare.      
Inizio lavoro/compito: scrivere in 5 minuti, di getto, senza mai fermarsi, senza riflettere, senza cancellare, senza tornare indietro, senza rileggere, fino allo stop!     
Al termine dell'esercizio, abbiamo letto alcune composizioni, cercando di fissare i punti, le frasi, le sensazioni che maggiormente hanno colpito la nostra attenzione. In tutti i casi (tranne in uno, in cui vi era un flusso di pensieri) è nata una storia.

La mia è stata questa:

Sono da sola in un hotel di Bologna in via Paolo Fabri al numero 43, in un pomeriggio di Dicembre e mi mancano terribilmente i miei figli.   
Mi sento come un palombaro nell'ombra. Mi sembra che tutto stia precipitando. Avverto il vuoto, il senso tremendo di solitudine. Vorrei scappare dal mondo. Ripenso alla mia casa, alla vita com'era, quando eravamo tutti insieme, a quell'ultimo Natale, esattamente un anno fa. La sala illuminata da candele, l'albero che scintillava in un angolo, i regali sotto. Li avremmo scartati così, senza riconoscerli, quello che capita capita, anche se non è il mio. Ridevamo, eravamo felici, uniti. Ora è silenzio intorno, mi sento una cellula dispersa nell'Universo, un Universo che non mi appartiene. I miei figli... se ne sono andati chissà dove, dopo quella notte, quella in cui io e mio marito abbiamo litigato furiosamente per quella che allora mi era parsa una tragedia ed ora appare solamente un'inezia. 

foto di gruppo

Grazie ad Andrea Fazioli e grazie all'Associazione Amici di Piero Chiara con Bambi Lazzati.

3 commenti:

  1. grazie a @laura veroni per averlo scritto! anche io ero tra gli iscritti, ma sono dovuta rimanere a letto... causa influenza :'(

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  2. Buonasera Laura,
    grazie molte per questo bellissimo articolo e per la passione e con cui hai seguito il nostro seminario!
    Un caro saluto
    Andrea Fazioli e Scuola Yanez

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