lunedì 9 aprile 2012

Incontro con il Dottor Aceti


"INCONTRO CON IL DOTTOR EZIO ACETI, PSICOLOGO"
15marzo 2007 ore 21.00
BISUSCHIO - SALA CINEMA
I FIGLI: IN OSTAGGIO DEI GENITORI?
GENITORI: IN OSTAGGIO DEI FIGLI?
PER UN RAPPORTO ARMONICO E COSTRUTTIVO TRA GENITORI E FIGLI.
  (appunti personali, non rivisti dal relatore)
Una delle cose fondamentali, nel rapporto tra le persone, in particolar modo tra genitori e figli, se intendiamo EDUCARE, è la COMUNICAZIONE EMPATICA, ovvero l’ASCOLTO PROFONDO RECIPROCO. Noi ci illudiamo di conoscer i nostri figli, per il solo fatto che li amiamo. In realtà, amarli non basta. Occorre capacità di SACRIFICIO: rinunciare noi per l’altro. Una coppia può definirsi matura quando sa fare questo. La maturità affettiva consiste nell’essere padroni delle proprie emozioni e padroni di sé.  
Prima regola di una coppia e di una famiglia sarà quindi AMARE L’ALTRO NELLA MIA PIENEZZA E NELLA SUA.        
Aceti sostiene che non è vero che, arrivati ad un certo punto della vita di coppia, non si ama più l’altro (quanti matrimoni finiscono per questo motivo! Quante volte accade che uno dei due si innamori di un’altra persona, perché sostiene di non provare più determinati sentimenti per il proprio compagno/a!). Non è così: l’AMORE SI EDUCA ed è SEMPRE POSSIBILE.
Nella dinamica familiare, siamo abituati a rovesciare fuori di noi, e quindi addosso agli altri membri, l’ansia e le cose negative, mentre tendiamo a prendere dentro di noi le cose piacevoli. Perciò la famiglia è il luogo in cui ci buttiamo addosso le ansie reciprocamente.        
Nel rapporto educativo con i nostri figli, tendiamo a mettere in atto due “strategie”: l’autoritarismo e/o il permissivismo. Sono entrambi sistemi educativi errati.
Non dobbiamo essere troppo rigidi, altrimenti il bambino crescerà senza stima di sé e avrà sempre bisogno di qualcuno che gli dia delle regole, col rischio di diventare un “gregario” nella vita.
Al contrario, non dobbiamo essere troppo permissivi, in quanto il permissivismo, ossia l’assenza di regole, renderà difficile lo stare nella realtà da grandi e i nostri figli facilmente degenereranno in comportamenti devianti, quali la tossicodipendenza e l’alcolismo. Nell’educazione la REGOLA E’ TUTTO! Però… c’è un però. Io genitore non devo dare regole e basta: DEVO DARE A MIO FIGLIO UN MOTIVO perché quella regola va seguita. E il motivo è che io vado verso di lui (eleviamoci all’altezza del bambino, perché lui è grande!).
Buber diceva: “Vuoi amare qualcuno? Primo, devi metterti nei suoi panni; secondo, devi sentire le cose; terzo, devi portare dentro le cose che senti.      
Nostro compito di genitori/educatori, allora, sarà SOSTENERE E APPOGGIARE, NON GIUDICARE!
Quando non conosciamo le cose, lasciamo che nasca in noi il PREGIUDIZIO. E’ allora che diciamo: “Mio figlio fa i capricci” oppure: “Questo alunno è un lazzarone”. No! Non esistono bambini capricciosi (siamo noi adulti che non  capiamo i loro bisogni!) e non esistono alunni lazzaroni (esistono alunni demotivati!).
Ricordiamoci che i bambini obbediscono solo se hanno stima o paura. Ma la ragione che dev’essere sottesa all’obbedienza è la STIMA  dell’altro (genitore o docente che sia). Non è intimidendo il bambino che lo costringo ad obbedire e ad interiorizzare la regola, ma è infondendogli la stima in noi, ricordandoci che LA STIMA CE L’HO SE L’ALTRO MI DIMOSTRA CHE MI HA CAPITO.   
Non pretendiamo le scuse da nostro figlio: non ce le farà mai, perché sarebbe un ammettere che ha sbagliato, dunque che è cattivo. E il bambino non può riconoscere dentro di sé di avere sbagliato e soprattutto di essere cattivo.        

Le parole chiave dell’educazione saranno allora le seguenti:     

ASCOLTO
PAROLA E ORIENTAMENTO 
SACRIFICIO E CAMBIAMENTO       
SOSTEGNO E FORZA.
Ascoltiamo davvero i nostri figli quando ci parlano! Si arriva ad ASCOLTARE DAVVERO quando TUO FIGLIO TI PARLA E TU NON CI SEI: C’E’ LUI.
Dobbiamo parlare ai nostri bambini, perché loro hanno una grande dignità. Non dobbiamo mai dir loro una parolaccia offensiva, nemmeno se loro stessi ci hanno offesi per primi, specie se sono in età adolescenziale, perché la parolaccia, l’offesa, l’insulto che noi rivolgiamo a loro, scavano dentro, causando una ferita profonda, e non hanno lo stesso peso di quello che ci dicono loro (noi siamo adulti e siamo in grado di comprendere, senza che la nostra autostima venga distrutta, se siamo adulti maturi. Loro no!). Chiediamo scusa, quando abbiamo sbagliato. Meglio un genitore che sbaglia cento volte e cento volte chiede scusa al proprio figlio, che uno che sbaglia una sola volta e quella sola non chiede scusa. Siamo di esempio ai nostri figli. Non dobbiamo far vedere loro che siamo perfetti: mostriamoci umani, con i nostri limiti e le nostre debolezze! Dobbiamo sostenerli, dobbiamo dar loro un’idea positiva di se stessi. Vogliamo educarli? Prima regola nostra: dobbiamo “essere su!”. E, per esserlo, dobbiamo: primo, volerci bene come coppia genitoriale (mostriamo che ci amiamo, prendiamoci tempo solo per noi, per fare quello che ci piace, senza i figli, almeno una volta alla settimana, senza sensi di colpa); secondo, facciamo sentir loro che sono nati dall’amore, da quell’amore che loro stessi vedono tra mamma e papà.     
Altra cosa importante, non dobbiamo mai dare castighi: sono la cosa più sbagliata e inutile che si possa fare. Partiamo dal concetto che non esistono bambini cattivi: esistono solo bambini logici e noi dobbiamo tener conto della loro logica.      
E non abbiamo timore che i nostri figli non interiorizzino le regole che noi  diamo: SE ABBIAMO AMATO I NOSTRI FIGLI, SAREMO DENTRO DI LORO PER SEMPRE.
Il dottor Ezio Aceti, laureato in Psicologia all'Università di Padova,
è consulente psicopedagogico del Comune di Milano,
direttore del Consultorio familiare di Erba (Como)
e supervisore scientifico del centro socioeducativo di Concorezzo (Milano). 
Tra le sue pubblicazioni:
Dialogo per crescere, Ancora, Milano, 1995
Pronti? si parte!, Città Nuova, Roma 1998, 2003* (con Lino Fignelli)
Adolescenti a scuola, Città nuova, Roma 2001, 2001* (con Cristina Pochintesta)
Basta cavoli e cicogne!, Città Nuova, Roma 2002 (con Alberta Rotteglia)
Comunicare fuori e dentro la famiglia, Città Nuova, Roma 2004, (a cura di)
Finestre sul mondo - i ragazzi e l'uso dei media, Città Nuova, Roma, 2004
Laura Veroni

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