lunedì 9 aprile 2012

Voglia di studiare, saltami addosso!


   Perché oggi i ragazzi hanno meno voglia di studiare rispetto a un tempo? Ed è poi vero che i ragazzi di una volta studiavano di più? Che cosa è cambiato?
E’ una riflessione, questa, che nasce dal ruolo di insegnante, che mi trovo a svolgere orami da diversi anni.
 Analizzo la situazione dal mio punto di vista: ricordo che la prima cosa che facevo, dopo aver pranzato, era iniziare  a studiare e che non mi alzavo dalla sedia finché non avevo finito, perché sapevo (lo sapevo dentro di me, in maniera totalmente consapevole) che quello era il mio dovere. Solo a fine giornata mi concedevo lo svago, fosse esso la TV o ascoltare musica o uscire con l’amica del cuore.
Ma oggi noto un’inversione di tendenza in molti giovani: prima si concedono gli svaghi (play station in pole position, TV, pc, uscite con gli amici…) e solo dopo (se ce n’è rimasto il tempo) si dà spazio al dovere.
E’ facile pensare che ai miei tempi c’erano meno distrazioni rispetto ad oggi, ma non credo sia questo il punto: se uno è motivato allo studio e ha consapevolezza del proprio ruolo, non pospone quelli che sono i suoi doveri a quello che rappresenta invece il “piacere”.
Eppure oggi, nella maggior parte dei casi, succede così. Perché, allora? Qual è la motivazione di questo comportamento? La colpa è solo dei nostri ragazzi o forse dobbiamo ritenerci responsabili a nostra volta, per non avere saputo inculcare loro il senso del dovere, che viene prima di ogni altra cosa?
Le mamme che lavorano si sentono spesso rimproverare dalle nonne di essere “madri assenti”, che non seguono i propri figli e le vecchie generazioni adducono questa come motivazione: in sostanza, le madri moderne non sarebbero in grado di trasmettere VALORI ai figli, perché non ci sono mai. Ma è poi vero? Non sono esse piuttosto un esempio tangibile, una sorta di incarnazione di quel principio del DOVERE? Lavorano fuori casa per assolvere un dovere e lavorano in casa, perché è sempre loro dovere. Ma, forse, tra i tanti doveri, tendono, sopraffatte dagli impegni, a trascurare il dovere più importante: quello di essere madri prima di tutto. Già, perché è proprio sulle donne (checché se ne dica) che ricade sempre la responsabilità dell’educare e del crescere i figli, da che mondo è mondo, quasi che il padre non avesse altri obblighi verso di loro, se non quello di provvedere al mantenimento economico.  E allora le mamme si sentono spesso rinfacciare che è colpa loro se i figli non studiano e vanno male a scuola, se non crescono bene, se mancano di principi,  ecc…ecc…
Certo è che il mondo è radicalmente cambiato, rispetto a diversi anni fa. Il progresso ha fatto passi da gigante (pensiamo alle scoperte in campo scientifico e tecnologico), ma tutto questo progresso ha “ucciso” valori determinanti dell’uomo, come il rispetto della vita, il rispetto del prossimo, del dover proprio ed altrui, anteponendo a tutto questo la soddisfazione immediata dei BISOGNI (primordiali e non), secondo la regola del TUTTO E SUBITO, all’insegna della NON ACCETTAZIONE DELLE REGOLE e di tutto ciò che richiede impegno e sacrificio.
E, allora, viene da pensare che forse aveva ragione Giacomo Leopardi, quando inneggiava alla vita secondo natura, attaccando il progresso, e fa riflettere la frase che recita SI STAVA MEGLIO, QUANDO SI STAVA PEGGIO.

Laura Veroni

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