27 GENNAIO,
GIORNATA DELLA MEMORIA:
QUAL E’ IL
SENTIRE DEI RAGAZZI, OGGI?
Era il 27 gennaio del
1945. Il campo di sterminio di Auschwitz in Polonia fu liberato dagli alleati.
Questa data storica segna oggi la giornata internazionale dedicata alla memoria
delle vittime dell’olocausto (2duerighe.com).
Leggiamo in
classe il brano IL VIAGGIO che riporta la firma di Primo Levi. Manca circa una
settimana al 27 Gennaio.
Come ogni volta, mi si spezza la voce e devo far leggere i ragazzi.
Come ogni volta, mi si spezza la voce e devo far leggere i ragazzi.
Ho stampato per
loro, già lo scorso anno, la poesia SE QUESTO E’ UN UOMO; l’avevamo letta
insieme, l’avevamo commentata, sviscerata; avevo parlato loro degli ebrei,
della loro sorte; avevo spiegato i fatti storici legati alla seconda guerra
mondiale, anche se erano in prima media, e avevo parlato loro del documentario
MEMORIA.
Se questo è un
uomo…
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
Non passa anno,
senza che io parli ai miei ragazzi di quello che è successo. Ho sempre presente
il monito di Levi
Meditate che questo è stato…
Ripetetele ai vostri figli.
Ripetetele ai vostri figli.
Credo fermamente che sia DOVERE di ogni adulto
ricordare alle nuove generazioni quanto successo in quegli anni.
26 Gennaio 2012:
porto i miei alunni a visitare la mostra di Anne Frank, allestita nell’atrio e lungo il corridoio al piano terra della nostra scuola, la media Vidoletti. Li ho informati di quello che avrebbero visto, abbiamo letto in classe i contenuti della mostra, da un opuscolo appositamente approntato.
porto i miei alunni a visitare la mostra di Anne Frank, allestita nell’atrio e lungo il corridoio al piano terra della nostra scuola, la media Vidoletti. Li ho informati di quello che avrebbero visto, abbiamo letto in classe i contenuti della mostra, da un opuscolo appositamente approntato.
Ho raccontato
loro la mia esperienza di quando sono stata ad Amsterdam e ho visitato la casa
di Anne, dell’impressione che mi aveva fatto trovarmi a camminare sullo stesso
pavimento, percorrere la stessa scala, guardare quei vetri oscurati, entrare
nel bagno, nella sua stanza, con quelle foto di attrici appese alla parete.
Avevo pianto.
Non so perché io avverta così forte la sofferenza di altri esseri umani. Mi faccio partecipe, me la prendo addosso e la faccio mia.
Non so perché io avverta così forte la sofferenza di altri esseri umani. Mi faccio partecipe, me la prendo addosso e la faccio mia.
Dopo
tutte queste parole, però, voglio venire al dunque di questo discorso.
Il dunque… mi chiedo cosa provino i giovani d’oggi, di fronte alle sofferenze dell’umanità. Io racconto loro la storia degli ebrei e credo che provino i miei stessi sentimenti. Leggo loro pagine di una storia che ha straziato milioni di persone, soffro, ho il magone, vorrei piangere e mi vergogno, per cui trattengo le lacrime, ma a fatica, e penso che per loro sia uguale. Invece no, non per tutti, almeno. E lo dico a ragione e con immenso dispiacere.
Il dunque… mi chiedo cosa provino i giovani d’oggi, di fronte alle sofferenze dell’umanità. Io racconto loro la storia degli ebrei e credo che provino i miei stessi sentimenti. Leggo loro pagine di una storia che ha straziato milioni di persone, soffro, ho il magone, vorrei piangere e mi vergogno, per cui trattengo le lacrime, ma a fatica, e penso che per loro sia uguale. Invece no, non per tutti, almeno. E lo dico a ragione e con immenso dispiacere.
Ho portato,
come dicevo, i miei ragazzi, dopo accurata preparazione, a visitare la mostra e
un gruppetto si distraeva, non seguiva, non osservava le immagini, non
partecipava delle mie spiegazioni, delle pagine del Diario, esposte sui
tabelloni. Ridevano tra loro di chissà quali stupidaggini, qualcuno
sgranocchiava patatine. L’ho fulminato con lo sguardo “Facciamo i conti in
classe più tardi”. Uno tirava un compagno per il collo della felpa, un altro se
la rideva.
MA COME
POTEVANO AVERE QUESTO ATTEGGIAMENTO IMMATURO, IRRIVERENTE, DAVANTI A QUELLE
IMMAGINI DI MORTE? CORPI STRAZIATI DAL DOLORE, FOSSE COMUNI CON ACCUMULI DI
OSSA, ACCATASTATE LE UNE SULLE ALTRE, UN EBREO SEDUTO SUL BORDO DI UN DIRUPO
CON UN NAZISTA ALLE SPALLE CHE GLI PUNTA LA PISTOLA ALLA NUCA. QUALE SAREBBE
STATO LO SCATTO SUCCESSIVO DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA? UN BAMBINO CON LE
BRACCIA ALZATE, IN SEGNO DI RESA, DAVANTI ALLE TRUPPE DELLE SS, UOMINI E DONNE
NUDI, CON I PIEDI NEL FANGO, DAVANTI AD UN PLOTONE ARMATO, UMILIATI FIN NEL
MIDOLLO DELL’ANIMA. MA QUALE STRAZIO! COME POTEVANO RIDERE E NON PROVARE
VERGOGNA DI SE STESSI?
Oggi mia figlia
sedicenne a scuola ha assistito alla videoconferenza di Liliana Segre, donna che seguo
sempre con immensa stima, davanti alla quale non potrei che sentirmi “piccola”.
Mi ha detto: “Mamma, c’è stata una ragazza che ha fatto una figuraccia! Sapessi!”
“Che cos’ha fatto?”
“La Segre raccontava degli ebrei a cui veniva tatuato un numero sul braccio, e quella si è messa a ridere. La Segre allora le ha chiesto: - E tu cos’hai da ridere, biondina?- Quella ha risposto: - anche io ho un tatuaggio sul braccio –
Mi ha detto: “Mamma, c’è stata una ragazza che ha fatto una figuraccia! Sapessi!”
“Che cos’ha fatto?”
“La Segre raccontava degli ebrei a cui veniva tatuato un numero sul braccio, e quella si è messa a ridere. La Segre allora le ha chiesto: - E tu cos’hai da ridere, biondina?- Quella ha risposto: - anche io ho un tatuaggio sul braccio –
VERGOGNOSO!
SCANDALOSO! Ma che educazione ha ricevuto questa ragazza in famiglia? I suoi
genitori le hanno mai parlato dell’olocausto? Ha mai visto un film sullo
sterminio degli ebrei? Ha mai studiato la storia? Ha mai letto libri di
testimonianze? Ha mai guardato un documentario? E a scuola, è mai stata
attenta, quando i suoi insegnanti le hanno parlato di questi fatti atroci?
E mi viene da
pensare che una grande fetta di ragazzi (non voglio e non posso credere tutti)
oggi viva solo di face-book, di i-pod, di i-phone, di tatoo, di abiti griffati,
di spazzatura televisiva, di assenza di dialogo in famiglia, di ignoranza
storica, di neuroni atrofizzati dalle migliaia di cavolate che i mass media
propinano a questa gioventù, dal Grande Fratello ai reality vari.
Ma è tutta
colpa loro o dietro a questa chiamiamola INCOSCIENZA di vita ci siamo
noi? Noi genitori, noi adulti sempre troppo presi dalle nostre occupazioni, per
dedicare loro un po’ di tempo, per raccontare, per far capire che la vita non è
quella della televisione, non è quella degli spot, non è quella delle veline,
dei calciatori e quant’altro, accidenti!!!
MEDITATE CHE
QUESTO E’ STATO
RIPETETELE AI VOSTRI FIGLI!
RIPETETELE AI VOSTRI FIGLI!
Ma lo sentiamo
il grido disperato di un uomo che ha vissuto quello che nessun essere umano
dovrebbe mai vivere? Abbiamo un minimo di dignità, per capire che sì, è nostro
dovere educare le nuove generazioni ai valori della vita e non alle cavolate
che i supplenti delle figure genitoriali vomitano quotidianamente addosso ai
nostri ragazzi, riempiendo così le loro teste del NULLA Più ASSOLUTO?
MEDITIAMO!
Anche su questo.
Laura Veroni
Nessun commento:
Posta un commento