Guardo la tua fotografia sul muro:
stai giocando con mio figlio,
in mano quello che solo nella fantasia di un bambino
può definirsi un mazzo di carte,
in realtà sono solo foglie secche.
Osservo la tua espressione sbalordita, mentre fingi
di valutare i punti che hai in mano e mediti la prossima mossa,
lo sguardo attento e fisso su una foglia.
E il mio bambino in maniche di camicia,
col cravattino blu e i capelli tagliati a caschetto…
doveva avere circa cinque anni,
un po' meno, forse,
perché, (sì, ora ricordo!) io ero incinta di Ilaria, a quel tempo:
mancava un mese al parto.
Guardo la tua foto e un nodo mi stringe la gola.
La tua camera è nella penombra, le persiane chiuse;
la luce fioca dell'abat-jour sul comodino
attenua i colori intorno e sfuma i contorni degli oggetti.
Babbo… Babbo mio…
Il mio sguardo scorre tutt'intorno nella stanza.
Ogni cosa parla di te:
le tue fotografie,
le medaglie delle bocce dentro al medagliere,
il tuo cuscino, i fazzoletti nel cassetto
che non so quante volte ti ho portato via,
chiedendoli in prestito,
io, sempre senza il mio
o con uno comunque sempre troppo piccolo
per non avere bisogno del tuo…
li conservo ancora quei fazzoletti enormi.
Ecco: c'è anche quella vecchia foto ingiallita, incorniciata,
appesa al muro accanto all'armadio,
dove tu eri solo un ragazzo insieme ai tuoi amici e ai tuoi fratelli…
prima o dopo una partita di calcio,
probabilmente prima: eravate tutti così composti,
tutti così ordinati, tutti così giovani e spensierati…
Ieri mia figlia è salita sulla tua auto,
che ho preso in prestito in questi giorni che nevica,
e ha detto, tirando su il naso: MAMMA, SENTI… C'E' PROFUMO DI NONNO!
Ed era vero: c'era profumo di te.
Io voglio ricordarti così, Babbo mio,
sorridente come un fanciullo stupito della vita,
mentre giochi coi miei bambini,
mentre fai lo stupido con Gianmarco
e ti fai curare l'influenza dal “Dottor Pera”
che ti misura quaranta metri di febbre,
con la carta igienica sulla fronte.
Voglio ricordarti con Ilaria nello zaino sulle tue spalle,
mentre ti arrampichi su un sentiero di montagna,
sotto il caldo sole di agosto.
Voglio ricordarti con la sigaretta in mano,
gli occhiali calati sul naso,
le gambe accavallate, le parole crociate sulle ginocchia
e l'aria assorta ed impegnata.
Voglio ricordarti nelle tue passeggiate
per le vie di Sant'Ambrogio,
col cappello, il paltò e i guanti caldi.
Voglio ricordarti col tuo impegno quotidiano
di portare a scuola i miei bambini,
col tono un po' scherzoso con cui la sera mi dicevi: “Allora, alle cinque domattina?”
Voglio ricordarti con quella straordinaria energia
con cui sapevi far giocare i tuoi nipoti,
col sapore della vita in bocca,
coi tuoi discorsi a volte saggi, a volte un po' polemici,
con l'inconfondibile suono della tua soffiata di naso,
mentre sali le scale di casa mia
e il tuo borbottio, mentre ti schiarisci la voce.
Voglio ricordarti soddisfatto della vita,
entusiasta nell'assistere allo spettacolo di Natale di Gianmarco,
orgoglioso per la sua prestazione, mentre dicevi a tutti “E' mio nipote quello!”
Voglio ricordare la tua espressione nel giorno della mia laurea,
quando quella stretta di mano chiudeva un periodo da incubo
e coronava i tuoi sogni insieme ai miei.
Voglio ricordarti felice nel giorno del matrimonio di mia sorella,
immaginarti mentre balli ancora insieme a lei vestita di bianco.
Ricordi quant'era bella?
E so che anche lei vorrebbe ricordare di te tutti i momenti felici
che avete vissuto insieme,
le vostre lunghe chiacchierate in auto,
mentre mangiavate chilometri d'asfalto
ogni mattina, per recarvi nelle scuole;
le lunghe camminate della domenica;
le tue telefonate, fatte solo per sentire la sua voce,
quando non riuscivi a vederla tutti i giorni, se no stavi male;
l'immagine felice di quell'ultima vacanza fatta insieme,
immortalata dall'obiettivo della macchina fotografica…
E voglio ricordarti nel giorno del tuo matrimonio
emozionato come un bimbo, accanto alla tua sposa,
mentre stringi forte la sua mano
e cerchi di stringere la vita ancora…
una volta ancora…
E la mamma? Ricorderà ogni momento vissuto insieme a te,
l'Amore della sua vita, il suo compagno, il suo amico, il suo uomo, il padre delle sue figlie, suo marito.
Di te vogliamo poter ricordare tutti i momenti più belli
che sono stati davvero tanti;
e vogliamo ricordarti per sempre così: felice di avere vissuto.
E non penso di dar voce solo ai miei pensieri, a quelli di Mara e della mamma,
nel dire queste cose,
ma anche a quelli delle persone che in tutti questi anni ti hanno voluto bene,
ti sono vissute accanto ed hanno diviso e condiviso insieme a te i sentimenti più grandi,
profondi ed autentici di cui il cuore è capace.
Continuerai a vivere dentro ognuno di noi.
stai giocando con mio figlio,
in mano quello che solo nella fantasia di un bambino
può definirsi un mazzo di carte,
in realtà sono solo foglie secche.
Osservo la tua espressione sbalordita, mentre fingi
di valutare i punti che hai in mano e mediti la prossima mossa,
lo sguardo attento e fisso su una foglia.
E il mio bambino in maniche di camicia,
col cravattino blu e i capelli tagliati a caschetto…
doveva avere circa cinque anni,
un po' meno, forse,
perché, (sì, ora ricordo!) io ero incinta di Ilaria, a quel tempo:
mancava un mese al parto.
Guardo la tua foto e un nodo mi stringe la gola.
La tua camera è nella penombra, le persiane chiuse;
la luce fioca dell'abat-jour sul comodino
attenua i colori intorno e sfuma i contorni degli oggetti.
Babbo… Babbo mio…
Il mio sguardo scorre tutt'intorno nella stanza.
Ogni cosa parla di te:
le tue fotografie,
le medaglie delle bocce dentro al medagliere,
il tuo cuscino, i fazzoletti nel cassetto
che non so quante volte ti ho portato via,
chiedendoli in prestito,
io, sempre senza il mio
o con uno comunque sempre troppo piccolo
per non avere bisogno del tuo…
li conservo ancora quei fazzoletti enormi.
Ecco: c'è anche quella vecchia foto ingiallita, incorniciata,
appesa al muro accanto all'armadio,
dove tu eri solo un ragazzo insieme ai tuoi amici e ai tuoi fratelli…
prima o dopo una partita di calcio,
probabilmente prima: eravate tutti così composti,
tutti così ordinati, tutti così giovani e spensierati…
Ieri mia figlia è salita sulla tua auto,
che ho preso in prestito in questi giorni che nevica,
e ha detto, tirando su il naso: MAMMA, SENTI… C'E' PROFUMO DI NONNO!
Ed era vero: c'era profumo di te.
Io voglio ricordarti così, Babbo mio,
sorridente come un fanciullo stupito della vita,
mentre giochi coi miei bambini,
mentre fai lo stupido con Gianmarco
e ti fai curare l'influenza dal “Dottor Pera”
che ti misura quaranta metri di febbre,
con la carta igienica sulla fronte.
Voglio ricordarti con Ilaria nello zaino sulle tue spalle,
mentre ti arrampichi su un sentiero di montagna,
sotto il caldo sole di agosto.
Voglio ricordarti con la sigaretta in mano,
gli occhiali calati sul naso,
le gambe accavallate, le parole crociate sulle ginocchia
e l'aria assorta ed impegnata.
Voglio ricordarti nelle tue passeggiate
per le vie di Sant'Ambrogio,
col cappello, il paltò e i guanti caldi.
Voglio ricordarti col tuo impegno quotidiano
di portare a scuola i miei bambini,
col tono un po' scherzoso con cui la sera mi dicevi: “Allora, alle cinque domattina?”
Voglio ricordarti con quella straordinaria energia
con cui sapevi far giocare i tuoi nipoti,
col sapore della vita in bocca,
coi tuoi discorsi a volte saggi, a volte un po' polemici,
con l'inconfondibile suono della tua soffiata di naso,
mentre sali le scale di casa mia
e il tuo borbottio, mentre ti schiarisci la voce.
Voglio ricordarti soddisfatto della vita,
entusiasta nell'assistere allo spettacolo di Natale di Gianmarco,
orgoglioso per la sua prestazione, mentre dicevi a tutti “E' mio nipote quello!”
Voglio ricordare la tua espressione nel giorno della mia laurea,
quando quella stretta di mano chiudeva un periodo da incubo
e coronava i tuoi sogni insieme ai miei.
Voglio ricordarti felice nel giorno del matrimonio di mia sorella,
immaginarti mentre balli ancora insieme a lei vestita di bianco.
Ricordi quant'era bella?
E so che anche lei vorrebbe ricordare di te tutti i momenti felici
che avete vissuto insieme,
le vostre lunghe chiacchierate in auto,
mentre mangiavate chilometri d'asfalto
ogni mattina, per recarvi nelle scuole;
le lunghe camminate della domenica;
le tue telefonate, fatte solo per sentire la sua voce,
quando non riuscivi a vederla tutti i giorni, se no stavi male;
l'immagine felice di quell'ultima vacanza fatta insieme,
immortalata dall'obiettivo della macchina fotografica…
E voglio ricordarti nel giorno del tuo matrimonio
emozionato come un bimbo, accanto alla tua sposa,
mentre stringi forte la sua mano
e cerchi di stringere la vita ancora…
una volta ancora…
E la mamma? Ricorderà ogni momento vissuto insieme a te,
l'Amore della sua vita, il suo compagno, il suo amico, il suo uomo, il padre delle sue figlie, suo marito.
Di te vogliamo poter ricordare tutti i momenti più belli
che sono stati davvero tanti;
e vogliamo ricordarti per sempre così: felice di avere vissuto.
E non penso di dar voce solo ai miei pensieri, a quelli di Mara e della mamma,
nel dire queste cose,
ma anche a quelli delle persone che in tutti questi anni ti hanno voluto bene,
ti sono vissute accanto ed hanno diviso e condiviso insieme a te i sentimenti più grandi,
profondi ed autentici di cui il cuore è capace.
Continuerai a vivere dentro ognuno di noi.
Grazie, Babbo, per esserci stato!
Lau
Grazie per aver dato voce anche ai miei ricordi, che giacevano silenti dentro di me, urlando per venire fuori, ma coperti da una coltre di dolore. Non potevi farne ritratto migliore. Grazie.
RispondiEliminaTua sorella,
Mara