Partiamo
da Varese che ci sono 2 gradi sopra lo zero, per arrivare a Barcellona e
trovarne 15!!! Wahoo, la Espana, la tierra del sol! E, in effetti, in tre
giorni, cielo sereno e aria cristallina.
Barcellona è una città pittoresca, sia per l'architettura (fantastico Gaudì,
con i suoi palazzi sbilenchi e mosaicati e le sue sculture, tra cui la
famosissima Salamandra, che ci portiamo a casa, in miniatura, e che adesso
troneggia nella mia sala, sopra la cassa dello stereo) che per le persone,
direi alquanto bizzarre, che ci vivono. Lungo gli ampli viali, ogni due metri,
si incontrano strani personaggi mascherati, immobili come statue, che si
animano solo se butti una moneta nel piattino ai loro piedi. Sono per lo più
giovani, che passano ore, a volte l'intera giornata, in quel modo. Un lavoro
come un altro, qualcuno potrebbe pensare! Mah...
Andiamo in cerca di un souvenir da portare a mia madre. Entriamo in un
negozietto carinissimo, pieno di oggettini e piccolo, che devi avere paura a
muoverti, per timore di urtare qualcosa. L'attenzione mia e di mia figlia è
attratta da alcune statuine, posate su più ripiani, tutte nella medesima
posizione: accosciate. Sguardo di intesa: ma che ci staranno a fare così? La
sposa, la suora, il prete, il dentista, il cameriere, il giudice... tutti
uguali. Forse gli hanno sottratto la sedia da sotto? Ci domandiamo. Ila non
resiste e ne prende in mano una: "Mi piace questa. La portiamo alla
nonna?" Domanda. Ma come la solleva dallo scaffale... "Mamma,
guarda!" Oh, my God!!! Ma che fa? Ne prendo un'altra: anche questa! E
un'altra ancora: pure lei! Ma anche il prete?
"Pa', vieni a vedere!" Ila cerca di richiamare l'attenzione del
padre, intento a sfogliare la guida del Touring. Si avvicina e ne prende una in
mano. Fanno la cacca tutte quante! Hai capito la posizione? Nooo... terribile!
E ce ne sono tantissime.
Meglio cambiare souvenir...
Devo assolutamente assaggiare la paella. Dicono tutti che in Spagna sia
fantastica. Io adoro il riso e la mangio spesso anche a casa. Se l'originale è
meglio, chissà che spettacolo!
Delusa. Delusissima. Due ristoranti e due paelle deludenti. Onestamente
preferisco di gran lunga quella dei "Quattro Salti in Padella". Ma tu
sei matta! Penserà qualcuno. Invece è così. La paella spagnola è bagnaticcia,
col riso molliccio e pesante da digerire. Quella di casa è asciutta, col riso
al dente, come piace a me, e la digerisco senza problemi.
Picasso...
grande casinista, ho sempre pensato, uno che mette le gambe al posto delle
braccia, la bocca al posto degli occhi, il sedere... no, non al posto della, ma
sotto la faccia...
Andiamo a visitare una sua mostra: cavolo, che coda per entrare!!! Un'ora e
mezza di attesa e si entra. Sale immense e silenzio. Una guardia seduta nelle
sale principali e altre che girano per i corridoi e controllano che il pubblico
guardi senza toccare e, soprattutto, senza parlare! Mi... come si fa a stare
zitti in un museo, a non commentare i quadri, a non fiatare mai? Con Ila poi?!?
IMPOSSIBILE. Assolutamente. Nella mia ignoranza artistica, scopro che Picasso
non è mica nato "storto", che i suoi primi dipinti sono normali, che
ha fatto quadri meravigliosi. Ce n'è uno della prima comunione della sorella,
che campeggia sulla parete di una sala, occupandola quasi tutta: è da togliere
il fiato, con quel gioco di chiaro scuro e quella "macchia" di luce
bianca che esce dall'abito della bambina.
Passiamo di sala in sala e scopro che Picasso mi piace un casino. Ma... ecco la
sala "tragica", quella che proprio non ci voleva, dove per poco non
ci sbattono fuori. Mi... se si incazza la guardia!!! E' la sala
"hard", quella con i quadri pornografici, ma porno davvero! Immagini
oscene (artistiche), che mia figlia non può non commentare ad alta voce, chiedendoci
che cosa stanno facendo le persone raffigurate o, meglio, sottolineando a
parole quello che stanno facendo. Meno male che siamo italiani, così nessuno ci
capisce! La guardia seduta nell'angolo ci guarda male e inizia a fare
"Ssss!!!", mettendo un dito davanti alla bocca. Eh, sss... ssss...
prova tu a fare smettere Ila, se sei capace! ... Nooo... guarda quel quadro!
Pa', vieni qui! Vieni, vieni!!! Guarda questo!
Quadretto medio piccolo: un cameriere che porta un vassoio verso una tavola
imbandita, alla quale siedono persone eleganti, in un salone di lusso e ... non
può essere! Ma cos'è che gli penzola di dietro? Ha i pantaloni calati e la sta
facendo!?! Uguale alle statuine del negozietto di souvenir! Ila ed io scoppiamo
a ridere, dimentiche della guardia. Non posso riportare i commenti di mia
figlia, ma ve li lascio immaginare. Capperi, la guardia si avvicina a noi! Dino
impreca sotto voce: "Piantatela, voi due! Siamo in un museo serio! Non
vedete che tutti vi guardano?... Io non vi conosco." Ci voltiamo: mi...
che spavento! Abbiamo la guardia alle spalle, che ci fissa con sguardo truce.
"Ila, smettiamola di ridere..." Bisbiglio, ma non ce la faccio a
trattenermi e nemmeno lei. La guardia blatera qualcosa in spagnolo. "Non
intiendo... capito nada... italiana...". La guardia continua a parlare e
fa scorrere lo sguardo da noi al quadro incriminato e sembra voler dire Mai
visto uno defecare? ... Beh, veramente no. Mentre serve a tavola no. Almeno, da
noi in Italia non usa così...
Ed è
arrivato il momento di tornare a casa...
Aeroporto. Check in. Che caldo, qui dentro! Consegna documenti. L'hostess di
terra farfuglia qualcosa. Che starà dicendo? Riguarda il bagaglio a mano, da
quel che si riesce ad intuire. Dobbiamo pesarlo. Che? Bisogna imbarcarlo? Ma
come? Pesa troppo? Ma a Malpensa non hanno fatto storie! Lo abbiamo tenuto
nella cappelliera senza problemi!
Mio marito inizia a dare i numeri: non vuole imbarcarlo, perchè poi si sa che
può andar perso. La hostess chiama uno stuart di terra (esiste anche lo stuart
di terra? Se c'è quello di volo, come la hostess, perchè no?) e gli bisbiglia
qualcosa e questo prende i nostri bagagli e li mette sul nastro per l'imbarco.
Dino si tuffa sul nastro, afferra il bagaglio e lo tira a sé. E vai!!!
Rissa!
Ila ed io cominciamo a ridere: mo' vedi che combina il papi! "Che
fai?" Gli domando. " C'è dentro roba importante, documenti, soldi,
cose mie che non voglio che mi vengano fregate!". Lo stuart interviene. E
adesso che fanno? Tira e molla? E Dino apre la valigia e inizia a tirar fuori
roba. Intanto, dietro, coda. Ila suggerisce di alleggerire le valigie,
indossando più roba possibile e inizia a scimmiottare l'omino della Michelin,
rigido e imbottito. "Mettiamoci tre giacche a testa, due paia di scarpe,
tre pantaloni e poi ripesiamo le valigie!" E ride. E io?... Rido. E
Dino?... Si infuria. Niente da fare: il bagaglio viene imbarcato.
Lau
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