Che fondo, si viaggia in business!!! Ma 'sta Carta
Ulisse è proprio un portento!
Problemi nell'assegnazione dei posti, al momento dell'imbarco, al rientro
da Stoccolma, e ci ritroviamo in business class! Che figata!!! Ila è
gasatissima, io non vedo poi questa grande differenza rispetto alla classe
normale. "Scherzi," dice mio marito "non vedi quanto spazio in
più hai per distendere le gambe!". Mi scappa da ridere: io le gambe le ho
corte (sono un misero metro e sessanta), che devo distendere? "E poi i
sedili: sono più larghi". Tanto sono magra e stavo comoda anche negli
altri. Mi guardo attorno: dove cavolo è tutto questo spazio in più? L'unica
vera differenza che noto è che i posti sono da due, non più da tre. Allora lo
spazio è nel corridoio, deduco, non può essere nelle poltrone. Ila siede
accanto a me, Dino dietro di noi. Siamo in pochissimi: più o meno 5 persone.
Eccola la vera differenza rispetto all'economica! Davanti a me una signora
distinta legge un libro in inglese (Ila ha sbirciato, mai che si faccia i fatti
suoi!) e prende appunti su un quablock; nella fila accanto, una coppia di
coniugi anziani si appresta a dormire; qualche fila più avanti, un distinto
signore apre un libro che ha tutta l'aria di essere un mattone. Bene, siamo al
completo: non c'è nessun altro. La hostess passa e chiude la tenda verde che
separa le due classi e sembra separare anche le classi sociali (per una volta
passiamo per "sciuri" anche noi!). Il comandante annuncia di allacciare
le cinture, che siamo pronti per il decollo e, dopo le indicazioni di rito sul
sacchetto del vomito, il salvagente, la mascherina dell'ossigeno, le uscite di
sicurezza e via discorrendo, motori al massimo e ... si parteee!!!
Aaahhh... stomaco in bocca e orecchie tappate tutte le volte! Mi stringo
la pancia e ... mi... no...! Ila ride. Ma che ti ridi? No, dai, per favore, non
adesso, non qui! Siamo in business! Non cominciare, ti prego, che poi non la
finiamo più! E dai!... Comincia la sua sceneggiata, mimando la disgraziata di
turno che, nell'accelerazione del decollo, rimane incollata al sedile, con i
capelli e la faccia che si attaccano allo schienale, il viso di lato e la
lingua penzoloni fuori, che vola all'indietro. Mani in alto, all'altezza delle orecchie,
anch'esse incollate allo schienale. No no no ... comincio a ridere anch'io.
Ecco, lo sapevo. Solita figura di EMME! Passa la hostess: "Avete bisogno
di qualcosa?" Sorride. "No, grazie" riesco a dire, controllando
il tremolio di pancia. Da dietro mio marito inizia a tossicchiare. Ila si è
momentaneamente ricomposta. La hostess si allontana. E Ila comincia il giochino dell'andata: TOC TOC, CHI E'? INDOVINA INDOVINA! LUPO MANGIAFRUTTA? NO,
PROVA ANCORA! INDOVINA INDOVINA!... E giù a ridere come due cretine! E Dino
viene colto da un attacco di tosse nervosa. Una voce annuncia che verrà servito
il pasto. Il nostro gioco viene interrotto dalla hostess, che passa nuovamente:
ha una pinza in mano e regge una garza arrotolata. "Fate attenzione,
perchè scotta!" Annuncia.
Ila ed io ci guardiamo sgomente. Un punto interrogativo si disegna nei
nostri occhi e la domanda è la stessa: che cosa ce la dà a fare, se scotta?...
Altro punto interrogativo: a che serve 'sta roba? La prendiamo in mano: cavolo,
scotta davvero! E via, la passiamo velocemente da una mano all'altra,
nell'attesa che si raffreddi un po'!
Io inizio a srotolarla: conterrà un salsicciotto? Mi chiedo. Hanno appena
annunciato il pranzo! Magari in business funziona così, per mantenere i cibi
caldi. Srotola, srotola... ma è vuota! E' solo una garza calda e bagnata.
Ila : "mamma, ma cosa ce ne facciamo?"
Io: "Boh..."
Ila: "Secondo me serve per pulire il tavolino."
Già, dev'essere così. Probabilmente in business tengono molto all'igiene.
Laviamo per bene il tavolino... Oh, ecco qui: adesso è proprio pulito!
Ila: "Mamma, già che ci siamo potremmo anche pulire il vetro del
finestrino: guarda che ditate!" E già! E poi? Magari adesso ci portano
anche lo spazzolone e ci fanno lavare il pavimento!
La hostess torna a recuperare le garze. "Lavate le mani,
Signore?".
Come? Cosa?... Era una salviettina per lavarsi le mani???
E giù a ridere a crepapelle!. Sganciamo la cintura e ci voltiamo indietro
verso Dino: "Ma tu lo sapevi a che cosa serviva?" domandiamo.
"Sì" Risponde con naturalezza "A lavarsi le mani". Ci
guarda: è poco convinto delle nostre espressioni inebetite. "Perchè? Credevate
forse che servisse per farsi il bidè?"
Beh, mica si può sapere tutto nella vita, no? Infondo, MAI VIAGGIATO IN
BUSINESS!!!
Lau
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